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Dakar: Husqvarna e Yamaha, che delusioni!

Questi sono gli altri due marchi che si presentavano al via della Dakar 2021 con ambizioni importanti, ma solamente Pablo Quintanilla ha visto il traguardo, con un settimo posto molto distante dal secondo dello scorso anno. Scopriamo insieme cosa è successo.

#2 Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing: Pablo Quintanilla

#2 Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing: Pablo Quintanilla

Husqvarna

Se Honda e KTM hanno rispettato le aspettative, battagliando per la vittoria, c'è anche chi invece ha vissuto una Dakar 2021 in ombra. E' sicuramente questo il caso della Husqvarna e della Yamaha, che tra le Case di punta erano anche quelle che avevano rinnovato maggiormente la loro formazione.

Husqvarna: solo Quintanilla al traguardo, ma senza acuti

Il marchio svedese probabilmente era quello che si presentava al via con le ambizioni più grandi: il suo pilota di punta, Pablo Quintanilla, era reduce dal secondo posto del 2020, maturato lottando per la vittoria fino all'ultimo giorno. E accanto a lui sono arrivati due piloti di esperienza come Luciano Benavides e Xavier de Soultrait, che però difendeva i colori del team HT.

Il cileno era atteso tra quelli che avrebbero dovuto lottare almeno per il podio, invece è sempre rimasto lontano dalle posizioni importanti. Solamente nella seconda e nell'11esima tappa è riuscito a piazzare due zampate importanti, con prestazioni da top 3. Per il resto, è rimasto sempre ai margini della top 10 e infatti alla fine si è dovuto accontentare del settimo posto, staccato di quasi un'ora e mezza dal vincitore Kevin Benavides, faticando molto con la navigazione, ma non solo.

"La gara è conclusa e sono contento di aver ancora una volta tagliato il traguardo di una Dakar. Di sicuro non è il risultato che speravamo, ma nel corso della gara abbiamo lavorato sodo come squadra e siamo riusciti a identificare gli aspetti da migliorare", ha commentato Quintanilla alla conclusione della corsa.

"Sono soddisfatto di come ho guidato, a maggior ragione in una gara così dura, e anche la mia forma fisica è stata buona. Chiudere nella top 10 è sempre positivo, e settimo resta un buon risultato, anche se so che avrei dovuto lottare per il podio. Ora lavoreremo su quello che abbiamo capito e di sicuro tornerò ancora più forte nel 2022", ha aggiunto.

#77 Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing: Luciano Benavides

#77 Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing: Luciano Benavides

Photo by: A.S.O.

Dalla squadra ufficiale KTM è arrivato il più giovane dei fratelli Benavides, Luciano. L'argentino se la stava cavando meglio di Quintanilla, infatti era stato costantemente nella top 10 della generale, centrando anche un terzo tempo nella quarta tappa, che lo aveva fatto risalire fino al sesto posto. Anche lui però è tra quelli che hanno dovuto fare i conti con una seconda settimana di gara molto selettiva, che ha portato molti big al ko.

Tra questi purtroppo c'è stato anche Benavides, che ha concluso la sua Dakar all'ospedale di Tabuk, in seguito ad un incidente avvenuto nella nona tappa. Il pilota sudamericano si stava rendendo protagonista di un'ottima prova, perché aveva il terzo tempo al km 239. Tre chilometri più tardi però è caduto e si è infortunato ad una spalla, quindi è stato elitrasportato e la sua gara è finita.

Pur non essendo direttamente membro del team ufficiale, quello che ha fatto le cose migliori fino al momento del ritiro però è stato l'altro nuovo arrivato de Soultrait. Il francese ex Yamaha si stava rendendo protagonista di una gara molto "solida". Pur senza piazzare delle prestazioni eclatanti, si è mantenuto costantemente nelle posizioni di vertice.

#12 Xavier HT Rally Raid Husqvarna Racing: Xavier De Soultrait

#12 Xavier HT Rally Raid Husqvarna Racing: Xavier De Soultrait

Photo by: A.S.O.

Anzi, tra i big era probabilmente quello che aveva capito meglio che essere troppo avanti nell'ordine di partenza era molto penalizzante in termini di navigazione, quindi si attestava sempre tra il quinto ed il sesto posto di tappa. Una strategia che gli aveva permesso addirittura di prendere la leadership dopo la quarta tappa.

Anche per lui però i sogni di gloria sono finiti intorno al km 270 dell'ottava tappa. In una brutta caduta ha riportato un trauma cervicale, per il quale è stato elitrasportato all'ospedale di Tabuk, per un ricovero che ha certificato la sua resa e la fine delle ambizioni vincenti della Husqvarna. Un vero peccato, perché al via della speciale Xavier era ancora quarto nella generale, a soli 2'34" dalla vetta.

Le Yamaha finiscono tutte quante KO

Anche la Yamaha ha rinnovato la sua formazione, accogliendo Andrew Short e Ross Branch, che sono anche quelli che hanno fatto vedere le cose migliori prima di essere costretti alla resa. E bisogna dire che lo statunitense è stato veramente sfortunato, perché quello che gli è accaduto ha dell'incredibile.

La leggenda del Supercross aveva cominciato bene. Sesto nel Prologo, era decimo nella generale alla conclusione della prima tappa, ma la sua gara è finita nella seconda. Al km 273, poco dopo il rifornimento obbligatorio (tutti prendono il carburante dalla stessa autobotte), la sua WR450F RALLY si è ammutolita e Andrew non ha potuto fare nulla per farla ripartire, chiamando quindi l'elicottero del soccorso.

#7 Monster Energy Yamaha Rally Team: Andrew Short

#7 Monster Energy Yamaha Rally Team: Andrew Short

Photo by: Yamaha Motor Racing

Una volta riportata la moto al bivacco, però, è stato svelato il mistero: nel serbatoio c'erano due litri d'acqua oltre alla benzina. Sostituendo il carburante, però, la moto è ripartita subito. Siccome anche altri concorrenti hanno evidenziato lo stesso problema, pur riuscendo a raggiungere il bivacco, la Yamaha ha provato a presentare un reclamo, per fare in modo che la classifica venisse omologata al punto di rifornimento. Tuttavia, questo è stato respinto, e quindi Short è stato costretto suo malgrado alla resa.

Dopo essere stato il miglior rookie nel 2019 ed aver centrato la sua prima vittoria di tappa nel 2020 da pilota privato, il passaggio nella squadra ufficiale Yamaha rappresentava l'occasione della vita per Branch. E il pilota del Botswana la stava sfruttando alla grande.

Quarto dopo il Prologo, era riuscito a portarsi per ben due volte al terzo posto anche nella generale, dopo la seconda e dopo la quarta tappa. Ma la prima settimana si era conclusa davvero alla grande per lui: nella sesta tappa la vittoria gli è sfuggita solo per 13" e al giorno di riposo era quindi quarto a 3'41" dal leader.

La ripartenza per lui però è stata abbastanza "traumatica". Dopo appena una trentina di chilometri dall'inizio della settima tappa è infatti incappato in una caduta dalla quale si è rialzato senza conseguenze fisiche. Cosa che non si poteva dire per la sua moto, uscita piuttosto malconcia. Nonostante tutto, Ross è riuscito a portarla al traguardo, seppur con un ritardo di oltre 42 minuti, che lo ha tagliato fuori dalla lotta per le posizioni che contano.

#18 Monster Energy Yamaha Rally Team: Ross Branch

#18 Monster Energy Yamaha Rally Team: Ross Branch

Photo by: A.S.O.

La sua gara poi si è conclusa definitivamente due giorni più tardi, quando il motore della sua Yamaha è andato in fumo. Così come un giorno prima era accaduto a quello di Franco Caimi, protagonista fino a quel momento di una gara decisamente anonima, che lo aveva visto sempre lontano dalla top 10, fatta eccezione per il sesto posto dopo la sesta tappa.

E l'ecatombe si è completata proprio nell'ultima tappa, quando anche Adrien van Beveren, probabilmente uno dei più deludenti di questa 43esima edizione, perché mai in lotta con i migliori, è stato a sua volta costretto alla resa proprio nell'ultima tappa, quando poteva essere l'unico portacolori della Casa di Iwata a piazzarsi nella top 10. Senza dimenticare che anche la gara del britannico Jamie McCanney si è era conclusa alla quinta tappa per un guasto. Di sicuro in Giappone, dunque, sono attesi da tanto lavoro sul fronte dell'affidabilità in vista del 2022.

#42 Monster Energy Yamaha Rally Team: Adrien Van Beveren

#42 Monster Energy Yamaha Rally Team: Adrien Van Beveren

Photo by: A.S.O.

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