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Dakar, De Rooy: "Se si torna in Bolivia nel 2018, ci saranno problemi!"

Gerard De Rooy è rimasto affascinato dalla Bolivia per il calore della gente e per il fascino del paesaggio, ma l'olandese non accetta che si sia organizzata una gara sommersa dall'acqua come se non si sapesse che è la stagione delle piogge.

Gerard De Rooy, Team De Rooy

Gerard De Rooy, Team De Rooy

Team de Rooy

PETRONAS

La vittoria nell'edizione 2016, fanno del PETRONAS Team De Rooy Iveco il favorito per la vittoria finale. Gerard De Rooy e il Powerstar vanno a caccia del back to back.

Team De Rooy al bivacco
Team De Rooy al bivacco
Team De Rooy team area with mud
#500 Team De Rooy, IVECO: Gerard De Rooy, Moi Torrallardona, Darek Rodewald
meccanico del Team de Rooy
meccanico del Team de Rooy
#500 Team De Rooy, IVECO: Gerard De Rooy, Moi Torrallardona, Darek Rodewald at the bivouac

Gerard De Rooy è furioso. Prima della partenza della tappa di oggi era certamente i pilotal più arrabbiato dell'intero parco iscritti della Dakar 2017. Motivo? La cancellazione della nona tappa. “Era la speciale sulla quale avevamo puntato tutta la nostra strategia per questa Dakar e la sua cancellazione ci ha deluso moltissimo”.

L'olandese non trascura il fatto che la frana sia stata un problema, e che l'organizzazione della Dakar si sia resa disponibile ad aiutare la popolazione sfollata, però la nona tappa non si è disputata e le velleità di vittoria per il Petronas team De Rooy Iveco si fanno sempre più remote.
“Il mio copilota, Moises aveva studiato moltissimo quella tappa (Salta-Chilecito) che fra l'altro era una delle mie favorite perché è quella dove lo scorso anno avevamo sferrato il nostro attacco che era stato poi fondamentale per la vittoria finale. Anche se il distacco dai russi è limitato a due minuti, è vero che recuperare non sarà facile”.

De Rooy è contrariato, anche se questa edizione della Dakar è migliore di quella 2016:
“Sicuramente più di quella dello scorso anno – spiega l'olandese – che era noiosa e per niente competitiva. Questa edizione la preferisco: per le difficoltà di navigazione, per i territori attraversati, ma la pioggia è stata terribile e ha comunque falsato la gara. Non siamo venuti alla Dakar per fare la doccia tutto il giorno sotto una pioggia scrosciante e per ritrovarci bivacchi e piste completamente sommerse dall'acqua".

"La Bolivia è molto bella, mi è piaciuta molto a livello di paesaggio e per la sua gente, molto calda nei confronti della gara, ma se il prossimo anno ASO dovesse annunciare di ripassare in Bolivia credo che avrà parecchi problemi".

Ed è ovvio che ormai la Dakar, anno dopo anno in Sud America ha perso il suo fascino, ma ha conservato intatto il valore del suo nome e gli sponsor, così come gli appassionati, la seguono con grande ardore, e anche con grandi investimenti.

Diventa difficile però economicamente per un team investire così tanto in una gara che viene continuamente falsata dalle condizioni meteo. Se la Bolivia – e non è certo solo De Rooy a dirlo – il prossimo anno figurerà ancora nel percorso della Dakar molti piloti rivedranno i loro programmi. ASO è avvertita...

 

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