Dakar, De Rooy: "C'erano 60 gradi nella nostra cabina"
L'olandese, leader fra i camion, plaude allo stop della speciale e elogia la collaborazione con la Petronas
Foto di: willyweyens.com
“Direi che per noi è stato davvero un buon giorno oggi”. Gerard De Rooy non nasconde la sua soddisfazione al bivacco rovente di Belen, dopo il terzo successo di tappa, il secondo consecutivo alla Dakar 2016 con il camion Iveco Powerstar del team Petronas De Rooy che gli è servito per migliorare il suo vantaggio nella classifica assoluta dei “bisonti”.
“Non abbiamo avuto nessun problema con la navigazione e non abbiamo patito delle forature ma, vista la temperatura torrida, abbiamo avuto qualche problema di raffreddamento del motore anche perché dovevamo fare molta attenzione con i cespugli e la vegetazione bassa che poteva ostruire i radiatori. Il sistema di raffreddamento ad un certo punto si è bloccato: avremmo dovuto ripulire le prese, ma non volevamo fermarci. Così la centralina elettronica è andata in protezione e siamo stati costretti ad andare più piano. Semplicemente il propulsore si era surriscaldato per cui abbiamo patito un calo di potenza. E a patire oggi non è stata solo la meccanica del camion, visto che anche noi abbiamo sofferto anche qualche problema di raffreddamento del corpo”.
Gerard è stanco, ma di ottimo umore:
“La temperatura esterna si aggirava sui 50 gradi e noi in cabina ne avevamo circa 60, se non di più!”.
Eppure nonostante il rallentamento, l’olandese non ha visto negli specchietti altri camion che si avvicinavano...
“In un paio di occasioni, quando siamo arrivati a dei tornanti o su dei ponti abbiamo visto che dietro di noi non c'era nessuno e questo ci ha sorpresi, anche se, ovviamente, ci ha tranquillizzati, visto che ci ha permesso di portare avanti la nostra tattica di gara. Al CP2 dove hanno anticipato il traguardo, non c'era proprio nessuno dietro di noi. Lo ammetto, mi è sembrato strano che in una speciale di 2 e ore e 40 minuti nessuno ci sia rimasto stato attaccato o abbia spinto come noi”.
È stato giusto fermare la speciale al CP2?
“Credo che gli organizzatori abbiano fatto la scelta giusta: due anni fa un pilota aveva perso la vita in questa speciale perché si era disidratato. Abbiamo trovato piloti piantati nelle dune e abbiamo visto almeno due o tre concorrenti con le moto che sono stati portati via con l'elicottero: oggi faceva un gran caldo opprimente. È stata una speciale molto dura, per cui hanno fatto bene ad accorciarla, la temperatura era veramente elevata. La situazione si era fatta estrema. Guardando le classifiche, in circa tre ore di gara si è creata una differenza incredibile fra il primo e il terzo: nelle scorse tappe c’è stato un grande equilibrio, mentre oggi la giornata è stata molto difficile”.
Nessuno al momento ha capito se ci sarà la partenza della Super Speciale che mescola moto, auto e camion, tanto più che l’Iveco Petronas di De Rooy avrebbe staccato il sesto tempo fra le auto…
“Non so ancora nulla di questa partenza. Noi faremo come sempre del nostro meglio. Partiremo davanti e questo è importante: dovremo restare concentrati e non avere problemi. Sarà solo questa la nostra priorità di domani”.
Qual è l’apporto della Petronas, sponsor del team De Rooy, ma anche partner tecnico?
“La Petronas ci supporta fornendoci i lubrificanti e i prodotti per la pulizia che utilizziamo durante la gara. Si è attivata una collaborazione molto efficace perché a ogni tappa raccogliamo delle ampolle con i differenti liquidi che abbiamo utilizzato. Così quando rientriamo consegniamo ai tecnici di Villastellone una serie di campioni con tutti gli oli utilizzati. Li analizzano in laboratorio e sono in grado di dirci nel dettaglio se c’era qualche cosa di sbagliato nella gestione dei nostri motori o dei nei nostri sistemi”.
E quali informazioni avete ricavato?
“I tecnici Petronas cercando i residui di metallo sono in grado di dirci con grande precisione quali sono le parti meccaniche che possono andare in sofferenza: le lori raccomandazioni ci hanno permesso di migliorare non solo l’affidabilità del nostro Iveco Powerstar, ma anche le prestazioni specie in certe condizioni, vale a dire quando fa troppo caldo o troppo freddo. Posso dire che si tratta di qualcosa di più di una collaborazione tecnica. Sono partner importanti dell’Iveco e per noi sono dei collaboratori preziosi…”.
De Rooy non l’ha voluto dire chiaramente, ma quasi sicuramente il camion Iveco oggi è stato imprendibile per tutti perché disponeva di lubrificanti che non sono andati in crisi nonostante l’impianto di raffreddamento fosse in parte compromesso. Gerard, però, sorride mentre ci saluta. E il suo silenzio dice più di tante parole…
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