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Dakar | Michele Cinotto a ridosso della top 10 tra gli SSV

Trentasette è un bel numero. Solo pochi team sulla Dakar possono vantare un tale palmares. Sette le Dakar per Michele Cinotto, trenta per Maurizio Dominella, una Dakar legend ormai, per numero ed esperienza sul rally più duro al mondo.

Michele Cinotto e suo figlio Pietro Cinotto

Foto di: Maria Guidotti

Dakar 2022 | Auto

Tutti gli aggiornamenti sulla Dakar 2022

Esperto pilota WRC negli Anni 80 con i team ufficiali Audi e Lancia factory, Michele Cinotto è un’istituzione e dopo aver vinto nei rally, ha continuato a farlo nei rally raid. Al suo attivo ha sette Dakar con l’edizione 2022 corse in Africa, Sud America e Arabia Saudita. Insieme a Maurizio Dominella hanno vinto nella neonata categoria SSV in Sud America nel 2016, mentre sono stati vice campioni nel Campionato Cross Country Rally 2019.

Al quarto giorno della Dakar i due italiani del CST Polaris Xtremeplus Team sono saldi in 11° posizione della generale. Ieri erano addirittura 9°. “Ci stiamo difendendo”, sorride Michele Cinotto, “la gara è ancora lunga. Siamo solo alla terza tappa, ma finora è andato tutto bene. Il mezzo, un Polaris RZR Pro XP e le gomme si stanno comportando bene. Finora le speciali sono state molto belle a livello paesaggistico e poi tante tante dune. Oggi siamo divertiti sulle dune bagnate. Con i Polaris le dune sono davvero divertenti”.

“Rispetto alla scorsa edizione, tante pietraie che lo scorso anno hanno rotto ossa e mezzi sono state eliminate. Quest’anno David Castera ha preparato un bel percorso. Peccato per i lunghi trasferimenti e poi troppi anelli”, sottolinea Maurizio Dominella.

Oggi la carovana farà la volta di Riyadh, ancora due anelli intorno alla capitale e poi il giorno di riposo. Nella gara della gara che si corre all’interno del team CST Xtremeplus Polaris, papà Cinotto è in vantaggio sul figlio Pietro, grazie all'11° posizione nella classifica contro la 29° del figlio.

“In realtà siamo pari, perché io sono arrivato davanti a Pietro due volte, lo stesso lui. Ma siamo più avanti in classifica”, sottolinea Michele. Complice la tappa 2 che ha visto Pietro e Alberto incappare in qualche problema di troppo compreso un salto dalle dune un po’ troppo forte. “Abbiamo danneggiato l’avantreno e siamo rientrati al bivacco con due ruote motrici, invece di quattro”, racconta Bertoldi, ex dakariano in moto al debutto come navigatore su un mezzo a quattro ruote.

“La competizione in famiglia è una motivazione in più”, scherza Pietro Cinotto, “in realtà siamo entrambi competitivi. Insieme abbiamo corso il rally di Montecarlo. È stata la mia prima e ultima volta da navigatore. Preferisco guidare”. E sa farlo bene. Senza il problema di ieri stavano andando molto bene. “Anche oggi abbiamo avuto un problema con la cinghia e abbiamo perso 15 minuti, ma le corse sono così. La corsa è ancora lunga”.

L’atmosfera è familiare e rilassata nel team Xtremeplus di Marco Piana, ribattezzato “une histoire de famille”, perché nel team c’è anche un’altra famiglia, quella di Jean-Claude e Jerome Pla. Questa volta però padre e figlio dividono l’abitacolo del Polaris con papà Jean Claude al volante e il figlio Jerome, navigatore.

“E’ la nostra prima Dakar. E’ dura come ci aspettavamo, ma il nostro obiettivo è finire. Cerchiamo di spingere restando sotto il limite, per minimizzare i rischi”, racconta Jean-Claude, “Siamo moto contenti di poter contare su un team di grande esperienza come Xtremeplus. Su una gara tosta come la Dakar, il team di assistenza fa la differenza”.  E il clima al bivacco Xtremeplus è veramente familiare, si ride e si scherza all’arrivo della speciale, dopo una doccia calda. L’aspetto umano è fondamentale, come la Dakar, leggendaria, e moderna esige.

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