Dakar | Barreda: "La penalità è stata un po' un malinteso"
Joan Barreda racconta gli ultimi due giorni vissuti alla Dakar 2022, nei quali ha visto andare in fumo le sue chance di vittoria finale a causa di un errore di strategia nella decima tappa.
#88 Monster Energy Honda Team 2022: Joan Barreda Bort
A.S.O.
Dakar 2022 | Moto
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Joan Barreda ha perso l'ennesima occasione di alzare al cielo il trofeo Touareg, anche se questa volta è andato controcorrente, dopo la controversa nota nel roadbook della prima tappa, che gli è costata subito più di 40 minuti. Lo spagnolo ha ridotto il distacco nei confronti dei suoi rivali ogni giorno, ma una strategia sbagliata nella giornata di mercoledì gli ha imposto di partire terzo nella tappa odierna, dovendo aprire la pista nei primi chilometri.
Dover scoprire il percorso nell'11° tappa, la più complicata di questa Dakar 2022 sia per l'organizzazione che per lo stesso Barreda, gli è costato caso, perché ad una tappa dal termine si ritrova ad oltre 20 minuti di distacco dal podio.
"È stata una tappa davvero difficile, una delle più dure che abbia mai corso. Ho cercato di mantenere un buon ritmo, ma la verità è che c'erano situazioni davvero difficili con sabbia molto morbida. La moto si è bloccata circa 10 volte, e in una di queste sono anche caduto in avanti, colpendo la clavicola abbastanza forte. Voglio ringraziare Toby (Price) e Luciano (Benavides) che si sono fermati ad aiutarmi. Queste sono cose che ti eccitano quando le vivi e questa è la parte bella della Dakar: che anche i rivali si fermano per aiutarti e incoraggiarti a continuare", ha detto Barreda ad un piccolo gruppo di media presenti alla Dakar, tra cui Motorsport.com.
"Abbiamo corso in gruppo fino alla fine, aprendo la pista praticamente tutto il giorno. Negli ultimi minuti siamo stati raggiunti da qualche altro motociclista. Sono felice, abbiamo dato il 100% ed è così che sono le gare, ci sono giorni che vanno bene e altri che non vanno così bene. Oggi abbiamo disputato la tappa più dura che abbia mai corso. E credo che sia quello che direbbero molti piloti. Ma aprire nelle condizioni in cui mi trovo, potete immaginare... C'era una sezione che era di 'sopravvivenza', perché volevo andare avanti e non potevo, la moto si è bloccata nella sabbia, mi sono girato, sono andato indietro e mi sono bloccato di nuovo. Ho sofferto anche per il consumo di carburante. È stata davvero dura".
Quando gli è stato chiesto della tappa di ieri, nella quale la Honda non ha seguito la strategia pianificata per far partire i suoi due piloti di punta, Barreda e Pablo Quintanilla, un po' indietro, lo spagnolo ha risposto: "C'è stata confusione sulla penalità, perché l'ho presa nella sezione neutralizzata, ma non sapevo se era parte della gara e non sapevo se avessi dovuto fermarmi perché sarei stato penalizzato. Non sapevo per quanto tempo avrei dovuto fermarmi, perché pensavo anche che sarei stato penalizzato di circa 6 minuti, quindi pensavo di essere ben piazzato. Alla fine non è stato così e la situazione è cambiata completamente a causa di una questione strategica. Questo è tutto quello che c'era da dire".
"Non è stato un errore intenzionale. Pensavo che fossero circa 6 minuti di penalità, per questo ho pensato di essere messo già abbastanza bene e non ho rallentato così tanto alla fine. Ma gli organizzatori hanno detto che la neutralizzazione non faceva parte dello speciale. È stato un mix tra un errore e una mancanza di comprensione".
"All'inizio l'organizzazione ha dato la penalità come parte della tappa e sembrava tutto normale. Poi, quando sono cambiate le cose, sono diventato un po' più triste. Mi sono reso conto che le mie possibilità erano già finite. In quel momento ho detto alla mia gente che era tutto finito, che oggi dovevamo pensare a divertirci e fare del nostro meglio. Ma in quel momento la tensione della lotta era sparita".
Anche così, lo spagnolo ha messo in chiaro che sarebbe stato comunque difficile per lui lottare per la sua prima Dakar oggi.
"Sarebbe stato bello attuare la strategia giusta, anche se non sarebbe stato facile perché anche gli altri hanno giocato la loro e avrebbero avuto qualche minuto di vantaggio. Frenare significava perdere ancora più tempo e recuperare oggi, nella situazione in cui mi trovo, non era facile. Tutti sono partiti molto forte. Abbiamo dato il massimo per molti giorni e mi sento molto soddisfatto di me stesso per aver almeno dato tutto, nonostante la sfortuna dell'infortunio alla clavicola e per il modo in cui la mia Dakar si è messa fin dall'inizio. Questo mi rende felice e mi fa sentire bene con me stesso", ha detto.
"L'importante è che sto bene, che siamo ancora interi, e cercheremo di finire domani nel miglior modo possibile", ha concluso Barreda.
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