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Intervista

Dakar 2022 | Gli errori umani non scuotono il team Audi Sport

Già al secondo giorno di raid due vetture dei quattro anelli sono fuori gioco per la vittoria a causa di errori umani degli equipaggi, ma Stefan Dreyer, Head of Develpment presso Audi Sport Racing, cerca di non perdere la bussola consapevole che il potenziale delle RS Q e-tron e potrà emergere nelle prossime tappe. Perché il tentativo è di far ripartire anche Peterhansel che ha distrutto una sospensione contro un masso.

#200 Team Audi Sport: Stéphane Peterhansel, Edouard Boulanger, crash

Foto di: A.S.O.

Dakar 2022 | Audi

Esordio per la nuova Audi alla Dakar 2022: seguite tutti gli aggiornamenti su Motorsport.com

Il timore che potesse succedere qualcosa alla RS Q e-tron lo avevano tutti nel team Audi Sport. La Casa dei quattro anelli ha fatto ieri il suo debutto alla Dakar senza che l’innovativa vettura dotata di tre motori elettrici e un generatore avesse disputato una gara, ma solo dei test dopo la fase di incubazione nella factory di Audi Sport a Neuburg an der Donau.

Due vetture sono di fatto fuori dai giochi al secondo giorno: non per cedimenti meccanici, ma per degli errori degli equipaggi. Nulla di tecnico, ma sbagli umani: Stephane Peterhansel ha rotto una sospensione contro un masso nascosto e Carlos Sainz si è perso fra le dune perché il suo navigatore Cruz non ha trovato un waypoint che lo spagnolo ha contestato vivacemente, accusando l'organizzazione della gara per il tempo perso. E il meno esperto dei tre, Mattias Ekstrom è 36esimo con un ritardo di un’ora e mezza.

Eppure nel bivacco di Audi Sport si lavora sodo, nella convinzione di far ripartire le tre RS Q e-tron domani (c’è la speranza di riparare anche la vettura di Mister Dakar).

Stefan Dreyer, capo tecnico di Audi Sport sul campo della Dakar

Stefan Dreyer, capo tecnico di Audi Sport sul campo della Dakar

Photo by: Maria Guidotti

Stefan Dreyer, Head of Develpment presso Audi Sport Racing, cerca di mantenere la calma perché sul campo coordina uno staff di ben 80 persone tra ingegneri, meccanici a cui si aggiungono i responsabili della logistica senza contare media e marketing. Solo dallo schieramento di forze si capisce la complessità e l’importanza del programma per la Casa dei quattro anelli che non si arrende alle prime avversità..

In Audi Motorsport dal 1999, Stefan Dreyer ha lavorato ai progetti più ambiziosi della Casa tedesca, dal WEC, al DTM e alla Formula E. Oggi affronta questa nuova avventura con l’entusiasmo e il rispetto che una corsa come la Dakar esige.

Come ha vissuto il battesimo della RS Q e-tron sulle dune del deserto arabo?
“Finora avevamo fatto solo dei test che non possono mai avvicinarsi alla realtà della gara per cui l’approccio è quello di vivere questa impresa giorno dopo giorno. Certo la Dakar è mitica e ne avevo sentito parlare molto, ma è una corsa che si deve vivere vivere. Il battesimo sulle dune nel prologo è stato entusiasmante, oggi soffriamo…”.

Si tratta di un programma di tre anni. Siamo solo all’inizio…
“Qual è stata la sfida più grande finora? Sviluppare un progetto così ambizioso e complesso in meno di dodici mesi. Un tempo record considerato anche il periodo che stiamo vivendo. Mi vengono ancora i brividi al pensiero”.

Il numero di computer nel garage è impressionante. Il software è stato sviluppato in house?
“Per una macchina così complessa, c’è bisogno di un sofware dedicato e Audi ha tutta la tecnologia per svilupparne uno all’altezza del progetto. Sono particolarmente orgoglioso dei risultati ottenuti. Il software che abbiamo nella macchina è per me eccellente, ma certo, bisogna sempre considerare che è stato sviluppato in 12 mesi per cui c’è sempre la possibilità di migliorarlo”.

Con così tanti computer, stiamo andando verso una tecnologia da Formula 1?
Non ho mai lavorato in Formula 1, ma per la complessità dei mezzi al via siamo a livello di serie come LMP1, DTM o Formula E”.

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Il fattore umano e meccanico resta comunque determinante come abbiamo visto nella tappa odierna con Carlos Sainz che si è perso nel deserto lasciando due ore o l’incidente di Peterhansel fuori dai giochi per la vittoria a seguito della rottura della sospensione posteriore…
”E’ stato uno uno shock, ma le corse sono così. Peterhansel ha colpito qualcosa e dalle foto che ho visto il danno sembra importante. Stanno ancora cercando di riparare la macchina in speciale e speriamo che possa terminare. Analizzeremo i dati e vedremo”.

Audi sta scrivendo la storia della Dakar con una macchina innovativa anche se non totalmente elettrica..
“Al momento non è possibile coprire tappe di 800 km con una macchina al 100 per cento elettrica. Per noi era chiaro sin dall’inizio ma volevamo esplorare questa direzione e sviluppare una macchina che beneficiasse dei vantaggi di una motorizzazione elettrica. Il motore DTM è collegato meccanicamente ad un generatore che produce l’energia per le batterie e da queste alle ruote”.

Quali sono i punti di forza?
“Il powertrain fornisce sempre la potenza richiesta, senza dipendere da vari fattori come l’altitudine o l’umidità. Questo permette un miglior controllo e un buon sviluppo della coppia”.

Quali compromessi avete dovuto fare?
Nelle corse devi sempre fare dei compromessi. Il peso per esempio. La nostra vettura supera il tetto delle due tonnellate previste dal regolamento per la nostra categoria”.

Anche i piloti non avevano mai guidato una macchina così complicata…
“Si è trattato di uno scambio costante di esperienza. Avere piloti e co-piloti così forti e professionali è stato fondamentale. Senza di loro non saremmo a questo livello. Conoscevo bene Mattias (Ekström) dal DTM, mentre non avevo mai lavorato prima con Stephane (Peterhansel) e Carlos (Sainz). Sono rimasto impressionato dalla precisione con cui descrivono le cose, i problemi e la loro disponibilità a crescere insieme”.

#202 Team Audi Sport Audi: Carlos Sainz, Lucas Cruz

#202 Team Audi Sport Audi: Carlos Sainz, Lucas Cruz

Photo by: Red Bull Content Pool

Quale è la vision di Audi per quanto riguarda la Dakar?
“Come abbiamo detto, ad oggi non è ipotizzabile di competere con solo batterie elettriche per cui dobbiamo pensare a come possiamo ricaricare le batterie. Il nostro progetto, che chiamiamo “energy converter concept”, vede l’ICE collegato al generatore, ma ci sono altre possibilità, per cui è un’area che può essere sviluppata e abbiamo tante altre idee”.

La giornata nera di oggi è stata affrontata da Audi Sport con grande determinazione: la squadra domani sarà pronta a riprendere la gara cercando di raccogliere importanti informazioni per lo sviluppo della vettura e nella speranza di centrare qualche successo di tappa che testimoni la qualità di un progetto che è in piena evoluzione.

 

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