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Intervista

Dakar | Agazzi racconta la sua creazione: il Racing Kit RS per Honda

Simone Agazzi è alla Dakar da team manager con un progetto per pensato per gli amanti della Casa giapponese: il Racing Kit RS che trasforma la Honda CRF 450 Rally da concessionario in quella per i rally raid.

Simone Agazzi

Foto di: Maria Guidotti

Dakar 2022 | Moto

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Guarda cosa manca e realizzalo. Bergamasco doc, Simone Agazzi, ha capito che sui rally internazionali mancava una vera alternativa a KTM per quanto riguardava il panorama moto. Si è così messo all’opera, forte della sua esperienza di pilota di rally raid e di concessionario di moto, realizzando un racing kit dedicato per la Honda CRF 450 Rally, vincitrice delle ultime due edizioni della Dakar con Ricky Brabec (2020) e Kevin Benavides (2021).

Terzo all’Africa Eco Race 2019 con il prototipo da lui stesso realizzato, Simone Agazzi, 45 anni, è oggi alla Dakar in qualità di team manager e proprietario del team RS Moto Racing che schiera ben cinque moto al via con gli italiani Francesco Catenese e Giovanni Gritti, lo svizzero Nicolas Monnin e i francesi Kevin Durand e Julien Barthelemy, tutti su Honda CRF 450 Rally RS.

Con due Dakar alle spalle, il podio all’Africa Eco race e tanti rally internazionali, come ci si sente da team manager?
"Il mio sogno nel cassetto era produrre qualcosa di mio per questa grande passione che si chiama rally raid. Vengo dall’enduro, ma mi sono formato alla scuola della Dakar e ho visto quello che serviva. La mia più grande soddisfazione è avere una squadra tutta mia di assistenza per piloti italiani, ma non solo. Il nostro è un team internazionale".

Quanto ti manca correre?
"Tanto, ma essendo un pilota so bene cosa occorre e per questo la mia più grande soddisfazione è vedere i piloti della RS Racing tranquilli e coccolati".

Quanto è grande la struttura?
"Per cinque piloti abbiamo due meccanici dedicati, un team manager, un responsabile della logistica e un massaggiatore che ha lavorato quindici anni in MotoGP con la Clinica Mobile del Dottor Costa. Abbiamo comprato un camion di assistenza 6x6 nuovo per dare assistenza fino a otto piloti".

Ad oggi non esiste in vendita una Honda Rally Replica prodotta dalla Casa giapponese. In cosa consiste il Racing Kit RS?
"Il Racing Kit RS mira a trasformare la Honda CRF 450 Rally disponibile in negozio in una moto per correre la Dakar e i rally raid in generale. Il Racing Kit RS consiste in quattro serbatoi per una autonomia di 28 litri (la moto di serie viene con un serbatoio da 8 litri), la torre di strumentazione, la ruota posteriore con parastrappi, il disco freno anteriore di 320 mm per una migliore frenata, un gruppo di scarico dedicato, rivestimento sella rally, protezioni in carbonio, pedane maggiorate e tanti altri particolari importanti".

Quanto sono state importanti le due vittorie consecutive di Honda alla Dakar nel 2020 con Ricky Brabec e nel 2021 con Kevin Benavides?
"Hanno dato una spinta enorme al progetto con richieste provenienti da tutto il mondo. Nonostante il difficile 2020 per ovvi motivi, abbiamo già consegnato 30 RS Racing Kit. Il mercato principale resta l’Italia, ma abbiamo venduto dei kit in America, Canada, Giappone e Europa".

Il podio all’Africa Eco Race ha confermato l’affidabilità del progetto, interessante anche a livello di prezzo.
"La mia idea nasce dalla volontà di offrire un’alternativa valida alla Casa austriaca. Con due vittorie consecutive, la Honda CRF 450 rally ha dimostrato di essere veramente la moto da battere. C’è interesse e domanda e abbiamo voluto essere competitivi anche nel budget. Una Honda nuova completa di kit, quindi pronta per correre una Dakar, costa 23.000 euro [10.000 euro meno della KTM Racing Replica], così un concorrente può utilizzare i diecimila euro risparmiati per l’iscrizione alla gara, per esempio. Il kit completo da solo costa invece 14.000 euro".

Che clima si respira al bivacco?
"La Dakar sta diventando una gara sempre più importante a livello mondiale. Sono cresciuti i budget e secondo me il rischio è quello di diventare un po’ snob e lontana dal pilota privato. La mia struttura vuole essere una seconda famiglia sulla Dakar. Un riferimento. Un posto dove sentirsi a casa. Oltre al reparto per lavorare sulle moto, c’è un angolo hospitality, la tenda del massaggiatore. Ci sediamo insieme per un briefing, ma anche per un caffè o mangiare insieme. Si ride, si scherza, e si lavora".  

Atmosfera alla Dakar
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