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Intervista

Dakar 2021: sul buggy c'è anche un Conte

Ferdinando Brachetti Peretti, oltre ad essere un conte, è il presidente e amministratore delegato del gruppo API, oggi IP Italiana, che ha indossato la tuta ignifuga per vivere un'avventura come la Dakar da pilota con un Polaris nella classe Light vehicle T3.

Ferdinando Branchetti

Foto di: Maria Guidotti

Un Conte alla Dakar. Sul rally più massacrante al mondo non è una novità. Nata come una pazza corsa di avventurieri innamorati dell’Africa e del suo ideatore, il carismatico Thierry Sabine, la Dakar divenne presto la sfida cui tutti volevano partecipare.

Al via campioni e vip, attori, cantanti: negli anni Ottanta si iscrivono Carolina e Alberto di Monaco, Johnny Hallyday e Claude Brasseur, che vince nel 1983, ancora il figlio della Tatcher e Renato Pozzetto, tra gli italiani. Il successo cresce fino all’annullamento dell’edizione 2008, e la decisione – per ragioni di sicurezza – di spostarsi dall’altra parte dell’Oceano.

Ferdinando Branchetti sul Polaris del team Extreme Plus di Marco Piana

Ferdinando Branchetti sul Polaris del team Extreme Plus di Marco Piana

Photo by: RallyZone

"Anch’io sono sempre stato innamorato di motori e di Africa, il Continente Nero perché standoci a lungo percepisci che è la terra da dove tutti veniamo. E poi le moto e le macchine per l’idea di avventura e viaggio allo scoperta di nuovi Paesi”.

Ferdinando Brachetti Peretti, oltre ad essere un conte, è il presidente e amministratore delegato del gruppo API, Anonima Petroli Italiana – oggi IP Italiana Petroli Spa - posseduta al 100% dalla famiglia Brachetti Peretti.

Romano, Ferdinando ha sempre diviso la sua vita tra una carriera istituzionale, come richiesto dallo status della famiglia Brachetti Peretti, e la sua seconda vita, quella dedicata alle passioni di un uomo amante dei viaggi, della fotografia, dell’avventura e dei motori, dagli elicotteri, alle moto alle quattro ruote.

“Mio nonno è stato il fondatore della API, l’Anonima Petroli Italiana, oggi IP. Trent’anni fa, quando era di moda, la Dakar ha visto tanti personaggi… ma io non sono qui in veste ufficiale, ma da appassionato”.

Come è nata questa idea?
“Sono sempre stato amante di motori, soprattutto delle moto. Da giovane ho fatto tanti raid, come 18.000 km in moto in Australia, ma non ho mai fatto un rally o una competizione. L’idea della Dakar è nata ad una cena e tramite amici comuni mi sono lanciato in questa pazza avventura nel team Extreme Plus di Marco Piana. Avrei voluto correrla in moto, ma a sessant’anni ho optato per una macchina, un Light vehicle T3, per la precisione, un Polaris”.

Cosa hanno detto in casa?
“Mia moglie non era molto entusiasta di passare il Capodanno da sola e con la bimba, Vita, di tre anni. I mei figli più grandi, Cosmo e Briano invece volevano venire con me. Adesso sono diventato il loro eroe. Ci sentiamo ogni giorno”.

Non è nuovo a queste “pazzie”…
“Sono pilota d’elicotteri da 35 anni, ho anche vinto il campionato italiano nel ’93, mi interesso di fotografia [ha esposto alla Biennale di Venezia con una mostra fotografica sugli animali africani] e … altre pazzie".

"In un anno difficile come questo 2020, con il lockdown e il lavoro a rilento, ho deciso di concedermi questa avventura e sono contento perché mi sto divertendo come un bambino”.

Appena arrivato al bivacco di Wadi Ad-Dawasari dopo 680 km, Ferdinando è fresco come una rosa...
“365 giorni all’anno mi vesto in giacca e cravatta. Adesso mi godo la tuta impolverata, la vita del bivacco, che è una sorta di grande campeggio, le chiacchere sotto le stelle. L’obiettivo è divertirsi e finire. È la prima volta che guido questo mezzo. Abbiamo fatto solo 2 giorni di test in Tunisia prima di partire, ma il mio co-pilota, Rafael è una leggenda della Dakar. Tonabell Cordoba ne ha già corse 20, per cui sono in buone mani”.

Ogni tanto discutete nel buggy...
“Sì, ogni tanto discutiamo sulla direzione da prendere. Ma in questo caso mi fido della sua esperienza”.

Cosa porta qui della sua vita da imprenditore?

“L’organizzazione. Preparare tutto al meglio, anche da un punto di vista logistico, per prevenire eventuali problemi”.

Ferdinando ha completato la terza tappa al 24esimo posto degli SSV e si trova sei minuti davanti al più esperto compagno di squadra, Michele Cinotto.

Ferdinando Branchetti

Ferdinando Branchetti

Photo by: Maria Guidotti

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