Dakar 2021: si resta in Arabia Saudita, ma con Tappe nuovissime
Il direttore di gara Castera ha rivelato a Motorsport.com le caratteristiche della 43a edizione del rally raid, che sarà anche più tecnico e meno veloce con percorsi inediti.

La 43a edizione della Dakar si svolgerà ancora in Arabia Saudita, ma con un percorso totalmente nuovo composto da 11 Tappe, un Prologo e con l'introduzione della nuova categoria Classic.
Nonostante la pandemia di COVID-19 facesse pensare inizialmente che non si sarebbe tornati in Medio Oriente, gli organizzatori hanno invece confermato per il 2021 lo stesso paese che ad inizio anno ha visto Carlos Sainz e Ricky Brabec trionfare rispettivamente su auto e moto.
La Dakar 2021 comincerà il 3 gennaio dalla città di Jeddah per concludersi poi il 15 sempre lì; l'ultima volta che il rally raid era partito così presto risale al 2017, quando il 2 gennaio c'era stato il via ad Asunción (Paraguay) e conclusione a Buenos Aires 12 giorni più tardi.
Il Prologo del primo giorno deciderà l'ordine di partenza della Tappa 1, con le verifiche tecniche che si terranno a Jeddah l'1 e il 2 gennaio; la sosta è prevista per il 9 ad Ha'il.
David Castera e tutto il team della ASO hanno lavorato da remoto nelle loro abitazioni in questo periodo riuscendo in tre mesi a stilare un nuovo programma con un percorso totalmente inedito.
“In realtà non è proprio quello che volevamo perché avremmo desiderato attraversare 2-3 paesi, che però non saranno possibili perché la pandemia di Coronavirus ci ha impedito di recarci là per vedere i territori - spiega il direttore della gara a Motorsport.com - Queste cose vanno fatte per bene, parlando coi governi e non c'era soluzione, ma manterremo la Dakar in Arabia Saudita".
"Purtroppo al momento non si può viaggiare e vedere i nuovi percorsi, ma nei prossimi anni ci andremo. L'Arabia Saudita è grande e ci sono un sacco di opzioni alternative, per questo le strade del 2021 saranno al 100% nuove. Non volevamo replicare quelle di quest'anno, ci saranno giusto 50-80 km uguali, ma penso che sarà un'ottima gara".
La 43a edizione, la terza nella storia che rimane nel singolo paese dopo Perù 2019 e Arabia Saudita 2020, avrà due prove ad anello per dare un po' di respiro all'assistenza e ridurre i km di collegamento, più una Tappa Marathon senza assistenza al termine. Rispetto al Sud America, quest'anno i percorsi di collegamento erano stati già ridotti dal 50% al 35,12%.
Tutti i dettagli riguardo le Tappe debbono ancora essere rivelati (aspetteremo come sempre novembre), ma si sa già che verranno toccate quattro nuove regioni: Al-Jawf (al nord), Qassim (centro), e Asser ed Al-Baha nella parte sud-ovest della penisola.
Inoltre, per la prima volta, avremo in azioni i protagonisti della Classe Dakar Classic riservata alle vetture ai camion precedenti l'anno 2000, che affronteranno un percorso parallelo e daranno così lustro alla storia dell'evento.
“Qualche città sarà la stessa, altre nuove, ma a novembre diremo tutti - continua Castera - Come detto, il percorso è totalmente nuovo. La prima settimana del 2020 ha sorpreso tutti ed è piaciuta come programma, quindi dobbiamo mantenere questa cosa con nuovi percorsi e panorami".
Uno degli aspetti su cui l'organizzazione si è data da fare è il miglioramento della sicurezza dei concorrenti, specialmente sulle tratte a bassa velocità, dopo le tragedie di quest'anno che ci hanno strappato Paulo Gonçalves ed Edwin Straver.
“Abbiamo fatto un buon lavoro col programma satellitare scegliendo bene le strade, lo spirito è dare importanza alla tecnica e meno alla velocità, con Tappe che hanno caratteristiche molto differenti fra dune, terreni più duri, zone guidate e altre più veloci. Diciamo che sono più o meno contento, non è proprio quello che volevo, ma vediamo come funziona".
"Le ricognizioni cominceranno all'inizio di settembre, siamo convinti che lì avremo la gara pronta all'85-90%".
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