Dakar 2021: il premio Fair play al team Orobicaraid
Hanno aiutato gli avversari diretti che si erano capotati su una duna e hanno perso molto tempo: Giulio Verzelletti, poi, ha dovuto chiedere l'intervento dell'elisoccorso a causa di una violenta colica renale, ma l'Unimog con Giuseppe Fortuna a Marino Mutti è arrivato al traguardo, dove il direttore di corsa, Castera, gli ha consegnato il premio Fair Play per aver interpretato al meglio lo spirito della corsa. E non sono stati nemmeno usclusi dalla classifica.
Il Team Orobica Raid guidato da Giulio Verzelletti
Il podio della Dakar 2021 Giulio Verzelletti l’ha guardato sul suo telefonino. Stremato da tre giorni di coliche renali il bergamasco è stato costretto a chiamare l’elicottero ed è stato portato in ospedale, ma i suoi fidi campagni di equipaggio del team Orobicaraid, Giuseppe Fortuna e Marino Mutti hanno portato l’Unimog fino al traguardo e ancora più un alto: sulla rampa del palco della Dakar dove il direttore di gara, David Castera ha insignito l’equipaggio #535 con il premio Fair Play, per aver interpretato al meglio lo spirito della corsa.
“Alla neutralizzazione della penultima tappa Al Ula–Yanbu, il team saudita nr 540 ci ha chiesto di aiutarli - racconta Verzelletti - si trattava del nostro diretto avversario nella classe dei camion 10.000cc con loro secondi in classifica e noi terzi".
"A mio modo di intendere la corsa, un mano alla Dakar non si nega mai. Ibrahm Almhuna ci ha chiesto di affrontare la speciale insieme perché erano in difficoltà. Ci siamo accordati, ma pronti via si sono sbagliati. Per fare 1.5 km di strada, ne percorrevano 13. Un delirio. Così ci siamo messi davanti per aprire la strada, ma alla seconda duna si sono ribaltati".
"Gli animi dei nostri nuovi amici si erano scaldati così abbiamo deciso di restare con loro. Mentre aspettavamo il camion balai dell’organizzazione, Marino Mutti e Beppe Fortuna si sono messi al lavoro sul loro camion. Io stavo già soffrendo per delle pazzesche coliche renali, ma ho stretto i denti. Dopo 5 ore il camion balai è arrivato e ci siamo rimessi in marcia”.
Tutto sembrava volgere per il meglio, ma alla Dakar il pericolo è sempre dietro l’angolo...
“E’ stato poi il nostro turno a rompere il camion. Io non ce l’ho fatta più dal dolore ed ho dovuto chiamare l’elisoccorso, mentre riparato l'Unimog, Mutti e Fortuna hanno continuato la corsa anche per me, alternandosi alla guida. Sul sedile c'era anche il mio casco, un pezzettino di me che è arrivato sin sul podio”.
Giulio Verzelletti, bergamasco, 20 Dakar alle spalle in Africa, Sud America e Arabia Saudita, si è commosso quando ha visto i suoi compagni di avventura mostrare il casco a Castera.
“Questa per me è la Dakar: non siamo stati esclusi dalla gara perché ci siamo fermati ad aiutare dei concorrenti che si erano ribaltati. Ci siamo comportati come insegna il vero spirito di questa corsa che anno dopo anno conserva tutto il suo fascino. Aiutare paga fino all’ultimo centesimo e sono fiero di essere stato premiato per questo motivo”.
E’ stata una gara difficile invece per il secondo equipaggio del team Orobicaraid con Paolo Fortuna, Loris Calubini e Mauro Grezzini costretti a ritirarsi alla tappa 4 per i problemi meccanici.
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