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Intervista

Dakar 2021: Ceci ha un Principe come pilota

Il vincitore dell’Africa Eco Race 2018 in moto a metà novembre ha ricevuto una telefonata che lo invitava a essere il co-pilota di Khalifa Al-Attiyah, principe del Qatar e fratello del più famoso Nasser. Il romagnolo ha accettato la proposta e corre la Dakar con un Can Am del team Team South Racing: "Finora abbiamo avuto tanti problemi, ma Khalifa ha una capacità di non perdere mai la calma, mentre io mi sono già giocato il pardaiso...".

Khalifa Al-Attiyah con il suo navigatore Paolo Ceci

Foto di: MCH Photo

“Pronto? Sei interessato a correre la Dakar con Khalifa Al-Attiyah?”. Ci sono delle mattine che uno potrebbe definire benedette, o baciate dalla fortuna, come preferisce dire Paolo Ceci, romagnolo che è stato 14 volte campione italiano Rally e una volta europeo.

Alle 10 della mattina del 15 novembre scorso è squillato il telefono in casa Ceci e Oscar Lanza, manager del vincitore dell’Africa Eco Race 2018, non poteva credere alle sue orecchie.

“Cercavano un co-pilota che parlasse inglese per correre la Dakar 2021 in Arabia Saudita. Ho accettato subito”. Motociclista con 5 Dakar disputate in moto (14esimo il suo miglior risultato nel 2010 e 2015) e tanta esperienza nei rally raid, Paolo si è subito messo in marcia e in dicembre ha corso con il fratello del più famoso Nasser la Baja in Ha’il.

“Ci siamo incontrati per la prima volta in dicembre per la Baja HaiIl e nonostante parlassi un inglese scolastico, ci siamo intesi subito bene. Siamo partiti con il piede giusto perché siamo arrivati secondi nella classe SSV T4 e abbiamo vinto la Baja 2”.

Al via con un Can Am del team Team South Racing che schiera 12 SSV classe T4 e uno squadrone di oltre 100 persone, Khalifa Al-Attiyah e Paolo Ceci hanno affrontato varie disavventure: quattro forature nella pietraia della prima speciale, un problema con la cinghia e la temperatura dell’acqua alle stelle il secondo giorno e, infine, una cinghia rotta a 10 km dal traguardo della terza speciale.

Ma quale atmosfera si respira nell’abitacolo di questo “Leight Vehicle”? Perché non capita tutti i giorni di gareggiare a fianco di un principe.
“Khalifa è gentilissimo. Un signore. Le differenze tra noi? Una cosa mi ha stupito: non l’ho mai visto arrabbiato! L’altro giorno, per esempio abbiamo tribolato: quattro forature e la cinghia rotta. Io ero nero dalla rabbia, Khalifa no. Ha mantenuto la calma per tutto il tempo e alla fine mi ha detto: “Inshallah, domani andrà meglio”.

“Forse la differenza è proprio questa. Sentono che Dio sta sempre dalla loro parte, mentre io in quella prima speciale mi sono giocato il paradiso! Ogni tanto al bivacco lo vedo allontanarsi, sfodera la stuoia e si mette a pregare”.

Ceci sorride e guarda avanti: “Devo confessare che ci troviamo molto bene. Io punto a fare una bella gara anche perché potrebbe essere una svolta nella mia carriera”.

Progetti futuri?
“Khalifa mi ha già chiesto di affiancarlo nel campionato del Medio Oriente. È una grande soddisfazione, ma intanto sono concentrato sulla Dakar!”.

Khalifa Al-Attiyah con il suo navigatore Paolo Ceci
Khalifa Al-Attiyah con il suo navigatore Paolo Ceci
Khalifa Al-Attiyah con il suo navigatore Paolo Ceci
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