Dakar, addio al Sud America: dal 2020 si correrà in Arabia Saudita!
Quella del 2019 è stata l'ultimaedizione della Dakar sudamericana. A quanto sappiamo, dal 2020 il raid più celebre del mondo si disputerà in Arabia Saudita, con patenza da Riyadh
Foto di: Red Bull Content Pool
La Dakar è pronta a fare le valigie. Il raid più celebre e duro del mondo abbandonerà il Sudamerica per trasferirsi dal 2020 in Arabia Saudita, stato con il quale ha siglato un accordo per i prossimi 5 anni. La prima edizione della seconda vita della Dakar è datata 2009 quando, a seguito dell'annullamento improvviso dell'edizione 2008 a causa di un elevato rischio di attacchi terroristici, si decise di traslocare la carovana oltre l'Atlantico.
L'edizione 2019, tuttavia, ha segnato un punto di svolta in termini negativi, con il solo Perù a fare da teatro alla corsa dopo che Cile, Bolivia ed Ecuador non sono riusciti a trovare un accordo con gli organizzatori.
A precisa domanda di Motorsport.com, i vertici dell'Amaury Sport Organisation si sono trincerati dietro un laconico “no comment”, anche se è lecito attendersi un annuncio ufficiale nelle prossime settimane.
L'opzione di un'ulteriore edizione in Sudamerica non è ancora tramontata del tutto, ma l'incertezza economica ha spinto gli organizzatori a dirottare i propri interessi verso il Medio Oriente.
“La verità è che siamo sotto pressione per proporre un progetto per il 2020 ed oltre il prima possibile”, commenta Etienne Lavigne, ex direttore di gara. “Non possiamo permetterci una situazione come quella che abbiamo vissuto nell'ultimo mese”.
Il vincitore della Dakar 2019, Nasser Al-Attiyah, si è detto entusiasta ad Autosport. “Siamo felici di ospitare la Dakar nella nostra regione. Tra l'Arabia Saudita e casa mia, il Qatar, ci vogliono appena 30 minuti di viaggio”. Amiamo il Sudamerica, la gente che lo abita ed i meravigliosi paesaggi, ma dobbiamo rispettare le decisioni degli organizzatori”.
“La stessa cosa è successa quando ci siamo spostati dall'Africa al Sudamerica: non eravamo felici, volevamo continuare a correre lì, ma ci siamo adattati in fretta. La stessa cosa sarà per quando andremo in Medio Oriente, una vetrina molto importante”.
In molti si sono chiesti come reagirà l'Arabia Saudita ai numerosi turisti che si muoveranno per assistere da vicino alla Dakar, dal momento che il paese ha aperto le procedure di richiesta dei visti solo dal 2018. così come ciò che saranno chiamate a fare i concorrenti donna e le addette ai lavori di sesso femminile.
Al-Attiyah è convinto che lo sport andrà oltre la politica, con eccezioni che riguarderanno la presenza della Dakar.
“Ho corso in due edizioni del Cross Country Hail Rally in Arabia Saudita: è un posto magnifico, con gente ospitale. Sono sicuro che la Dakar sarà a proprio agio”, continua il pilota Toyota.
“Al momento sembra che la corsa si disputerà al 100% in Arabia Saudita, ma penso che si possa provare ad estendere il tutto anche ai paesi confinanti, come l'Egitto, la Giordania o l'Oman”.
L'Arabia Saudita, geograficamente parlando, è un territorio che ben si adatta ad ospitare la Dakar: oltre 3,5 milioni di km quadrati di deserto e la catena montuosa dell'Aisir, dove le temperature vanno dai -2 ai +30 gradi centigradi in gennaio.
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