Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia

Dakar, Camion: Karginov sultano Kamaz, Iveco disastro

Il team Kamaz Master si è aggiudicato undici delle dodici speciali nella prima Dakar disputata in Arabia Saudita e Andrey ha vinto sette tappe che gli hanno permesso di accumulare oltre due ore di vantaggio su Viazovich, terzo con il MAZ. La doppietta russa è stata completata da Shibalov, secondo a 42 minuti dal vincitore!

#511 Team KAMAZ Master: Andrey Karginov, Andrey Mokeev, Igor Leonov

#511 Team KAMAZ Master: Andrey Karginov, Andrey Mokeev, Igor Leonov

A.S.O.

La prima edizione della Dakar in Arabia Saudita nella categoria camion ha incoronato il team Kamaz Master. Non c’è stata storia: ha iniziato Anton Shibalov nella prima tappa e ha concluso Andrey Karginov, dominatore del rally raid che ha cercato nuova fortuna in uno scenario diverso da Africa e Sud America.

Il 43 enne russo ha firmato anche l’ultima speciale che ha portato all’arrivo di Qiddiyaa dopo appena 166 km di tratto cronometrato sabbioso, alle porte della Capitale Ryiadh. Andrey ha vinto sette delle dodici tappe in programma con la Kamaz che se n’è aggiudicate undici su dodici. Bastano queste cifre per evidenziare quale sia stata l’indiscutibile superiorità dell’armata blu.

Di fatto non c’è stata partita perché Siarhei Viazovich si è tolto il gusto di spezzare l’egemonia Kamaz nella seconda tappa con il MAZ 6440RR e poi ha cercato di tenere la scia del poker di equipaggi russo finché ha potuto, ma ha concluso staccato dalla vetta di oltre un paio d’ore.

Un margine esagerato che evidenzia quanto il team Master non abbia trovato un avversario credibile in un tracciato bello, difficile e accattivante nel quale David Castera è riuscito a bilanciare le doti tecniche dei mezzi a quelle di navigazione degli equipaggi.

Quando la supremazia dei due aspetti della gara si concentra in una sola squadra e, in particolare, in un equipaggio, Karginov-Mokeev-Leonov, per tutti gli altri diventa tutto tremendamente più difficile. È mancato il team capace di sfidare la Kamaz: ci ha provato la bielorussa MAZ, ma le risorse della struttura di Minsk non sono affatto comparabili con il budget da 22 milioni di euro dei russi.

E allora il secondo tempo di oggi dall’ambizioso Vishneuski, il 28enne con il MAZ modello 5309RR, evidenzia che ci possono essere le potenzialità tecniche per attaccare i Kamaz, ma non quelle organizzative.

Andrey Karginov doveva cancellare l’onta dello scorso anno quando era stato squalificato dall’ultima edizione Sud Americana per un bruttissimo gesto: non si era fermato a soccorrere uno spettatore investito dal suo mezzo in un’area vietata al pubblico.

L’arcigno pilota di Naberezhnye Chelny (sede Kamaz) si riabilita con una gara perfetta nella quale ha fatto valere la conoscenza dei percorsi nei deserti arabi, visto che a inizio carriera aveva avuto l’opportunità di scoprire le insidie di quest’area sconosciuta a quasi tutti gli altri.

Karginov si è dovuto guardare dal compagno di squadra Anton Shibalov, vittorioso in tre tappe, ma alla lunga ha fatto valere la sua leadership di marchio, visto che Eduard Nikolaev, indiscusso capo squadra, dominatore delle ultime tre Dakar, è stato avversato da ogni possibile problema e nella speciale che portava al riposo della Capitale è stato costretto al ritiro.

Lo zar è ripartito fuori classifica facendo da assistenza veloce proprio come è accaduto a Dmitry Sotnikov che, però, dopo una giornata difficile nella prima fase della gara è riuscito a risalire fino al quarto posto finale.

La grande delusione è stato il team Petronas De Rooy Iveco: senza il suo condottiero, Gerard De Rooy, costretto al ruolo di team manager per un’ernia discale, la squadra olandese si è sciolta come neve al sole. Janus Van Kasteren, al debutto con il team, non è parso un pilota in grado di impensierire i Kamaz, ma in generale si è avuta la sensazione che il Powerstar EVO3 non sia stato sfruttato nel modo più adeguato, tanto che il miglior Iveco classificato è quello di Martin Macik, quinto con il camion giallo del team Big Shock Racing. È evidente che qualcosa va rivisto per il futuro e non è stato un bel segno il fatto che l’EVO 4 a sospensioni indipendenti sia stato momentaneamente accantonato.

I camion Iveco non sono riusciti a primeggiare nemmeno nei tratti veloci dove i motori FTP Cursor 13 avrebbero dovuto assicurare le prestazioni per stare davanti: non vedere il marchio italiano lottare per la vittoria è stata una grossa delusione.

Questa edizione della Dakar deve far ripensare alla presenza di Iveco nella categoria camion, visto che non solo Kamaz ma anche MAZ è parsa superiore.

La classifica generale

Pos. Pilota/Meccanico/Navigatore Camion Tempo/distacco
1 Karginov-Mokeev-Leonov Kamaz 43509 46.33'36"
2 Shibalov-Nikitin-Tatarinov Kamaz 43509 +42'26"
3 Viazovich-Haranin-Zaparoshchanka Maz 6440RR +2.04'42"
4 Sotnikov-AkhmadeeevAkhmetzianov Kamaz 43509 +2.55'28"
5 Macik-Tomasek-Svanda Iveco Powerstar +3.28'08"
6 Van Kasteren-Rodenwald-Snjiders Iveco Powerstar +4.26'57"
7 Loprais-Pokora-Alkendi Praga V4S DKR +5.16'57"
8 Vishneuski-Novikau-Neviarovich Maz 5309RR +5.24'30"
9 Garrouste-Gospodarczyk-Vojkovsky Tatra +6.07'53"
10 Sugawara-Mochizuki-Somemiya Hino 500 +6.18'391"

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Dakar, Moto: Brabec e Honda interrompono il dominio KTM!
Prossimo Articolo Dakar, Sainz: "Vittoria ottenuta grazie a enormi sacrifici"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia