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Intervista

Dakar, Cervantes: "Sono svenuto e non ricordo nulla"

Ivan ha perso conoscenza nel corso della prova, ma al termine della tappa ha problemi di memoria

Ivan Cervantes

Foto di: Himoinsa

#52 KTM: Ivan Cervantes
#52 KTM: Ivan Cervantes
#52 KTM: Ivan Cervantes
Ivan Cervantes
#52 KTM: Ivan Cervantes
Ricky Brabec

Ivan Cervantes ha fatto un bel volo oggi, nella Tappa 5 della Dakar 2016, ma della caduta non ricorda nulla. O meglio sa che qualche cosa è accaduto perchè non sta bene e gli fa male la testa, specie nella parte dove ha battuto, ma per sapere esattamente che cosa è successo chiede agli altri. Ad Adrien Metge per esempio che arrivava dietro di lui e che lo ha ritrovato in piedi. “Non ero caduto per terra – racconta Ivan, ancora un po' intontito – dice che quando mi ha visto io ero in piedi e poi sono svenuto”. 

La nota che Ivan deve forse aver sbagliato, forse annebbiato dall'altitudine – 4000 metri oggi per gran parte della speciale – era una curva a destra, secca e lui deve essere arrivato lungo. Lui ricorda la curva, e ricorda il manubrio che sbacchetta e la moto che letteralmente lo disarciona. Deve essere caduto di testa, se solo se lo ricordasse... ”Mi è partito il davanti della moto e invece di cadere di lato, come accade quando sei lungo su una curva, il manubrio ha sbacchettato e mi ha fatto saltare via – e aggiunge – Adrien Metge stava dietro di me, non più di 20 secondi e dice che quando mi ha raggiunto io ero in piedi, strano, no?”.

Non se lo ricorda tanto bene Ivan ed è ancora stordito dalla caduta, ma sta bene. Si tiene sulla testa una bottiglia di acqua fredda per attenuare il dolore di una botta forse, ma il casco è integro e addosso non lamenta dolori di alcun genere. Potrebbe essere stata l'altitudine e di sicuro più di qualcuno oggi ha sofferto perchè è la prima volta che una speciale della Dakar sale a 4600 metri di altezza, e soprattutto che una buona parte del tracciato resta a 4000 per così tanti chilometri.

Spossati, stanchi, con un lieve mal di testa, tanti piloti si buttano in un angolo a riposare al bivacco di Uyuni in attesa delle propria assistenza che sta arrancando su una strada non asfaltata, su un trasferimento di più di 500 chilometri che li porterà in mezzo al nulla, dove sorge appunto il paese di Uyuni.

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