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Intervista

Dakar, Picco: "Peccato, ho bucato in un rettilineo"

L'italiano ha dovuto fare i conti con un inconveniente nella prima parte della Tappa Marathon

Franco Picco per i suoi 60 anni si è regalato l'iscrizione alla Dakar 2016. E fino a qui non ci sarebbe nulla di strano. Se non fosse che il campione vicentino non ha scelto di correre questa 38. edizione in moto, oppure in macchina, come ha già fatto in passato. 

Infatti ha scelto un quad. Per la prima volta Picco ha deciso di affrontare la grande maratona africana con un mezzo per lui anomalo, con il quale aveva poca confidenza.

Sino a ieri le cose stavano andando benissimo, tanto è vero che il vicentino occupava il secondo posto assoluto della sua categoria riservata ai quad oltre gli 800cc. Poi ieri, nella prima parte della tappa marathon ha bucato ed è scivolato in quinta posizione nelle classifica generale, con un distacco che è comunque recuperabile.

Ho bucato, accidenti – spiega Picco al bivacco di San Salvador de Jujuy, davvero seccato da questo inconveniente – e il bello è che mi è accaduto in un rettilineo liscio, dove non c'era nulla. Ad inizio speciale avevo preso un sasso, credo, perchè in effetti avevo sentito solo un forte colpo e avevo temuto che una pietra mi avesse danneggiato qualche cosa, magari appunto proprio una ruota. Invece niente. Sono andato piano controllando il mezzo e tutto andava bene”.

Pericolo scampato dunque? Purtroppo no. “In un rettilineo già oltre la metà speciale stavo correndo a 115 km/h – a limitatore ormai -quando mi sono accorto che qualche cosa non andava. Mi sono fermato e ho visto la ruota bucata. Ho perso 20 minuti per cambiarla, e sono quelli che appunto mi hanno fatto scivolare più indietro in classifica”.

Peccato, così come peccato per quegli 8 minuti di penalità recuperati per eccesso di velocità nella tappa precedente. “Tutti per un 51 km/h al posto di un 50 all'ora, però non c'è stato nulla da fare. Ma questi eccessi di velocità quest'anno sono assurdi. Nella speciale di oggi ce ne saranno stati venti. Il problema è che arrivi veloce e poi improvvisamente trovi il limite, si accende la spia sulla strumentazione e tu inchiodi. Ieri addirittura in un controllo un quad ha tamponato quello che aveva davanti perchè questo aveva inchiodato di brutto”.

Però le speciali e questa nuova esperienza gli piacciono: “Mi diverto, la speciale che portava a Jujuy era bellissima, tutta in derapata, troppo forte. Oggi invece ci hanno raggiunto le macchine ed è stato un inferno. Ci hanno raggiunto prestissimo, io ero al rifornimento il che significa al 185° km di 430 che ne dovevamo fare. Le auto sono terribili perchè quando ti arrivano dietro cominciano a spazientirsi e a suonarti, ma a volte ti trovi in tratti stretti e non riesci a spostarti per farli passare. Ti devi fermare, per forza, non basta metterti da parte”.

Stamattina è ripartito dalla 29esima posizione e ahimè, di macchine che lo vogliono superare ne troverà parecchie. Per avere un'idea di quanto le auto vadano più veloci dei quad basta guardare i tempi di ieri, della prima parte della marathon: le auto hanno chiuso in 3h42'.42”, il miglior quad in 4h53'23”!

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