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Dakar: Peterhansel non vede un favorito tra le moto

Persi i punti di riferimento come Coma e Despres, sono tanti i piloti che possono crederci nel 2016

Stéphane Peterhansel

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Red Bull Content Pool

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Non esiste più alcun riferimento per i motociclisti. Lo dice Mr. Stephane Peterhansel, colui che di Dakar ne ha vinte 11, di cui sei in moto. Quando gli chiedono un pronostico sulla corsa moto il francese con la sua grande capacità analitica ed enorme professionalità si dichiara un po' preoccupato. "Ci sono tanti piloti bravi e capaci - ammette - ma non hanno più un riferimento adesso perchè senza Marc Coma e Cyril Depres lì davanti, dovranno far tutto da soli".

Ed è esattamente così. Una sorta di gregge che sa correre da solo, ma che ha perso i suoi riferimenti e deve cercare di cavarsela, cercando e trovando, fin da subito, il suo ritmo, la giusta andatura e, soprattutto, senza esagerare. E' questa la paura che quest'anno attanaglia chiunque conosca questa gara e "Peter" è il primo probabilmente a dirlo senza remore. "La Dakar di quest'anno è veloce, soprattutto nella prima parte della gara, e ci sono tanti piloti che arrivano da altre discipline per esempio l'enduro, e non hanno ancora preso la misura di questa gara. Partiranno tutti molto veloci e su queste piste bisognerà fare grande attenzione".

E' assolutamente vero. Tutti si lanceranno, complice anche un prologo che da anni non si disputava più sulla Dakar, come dei forsennati per agguantare le prime posizioni fin da subito, sapendo anche che nelle prime speciali le piste non saranno larghissime e la polvere potrebbe in effetti fare la differenza. I "novellini" per modo di dire ovviamente perchè si tratta di campioni del mondo, e nazionali, anche se provenienti da altre specialità, dovranno fare attenzione sopratutto a questo: la polvere e i limiti di velocità saranno i loro nemici numero uno.

Chi infatti non è abituato a seguire un road book, e i nomi da fare in questo caso sono davvero tanti, dovrà saper trovare il giusto equilibrio fra navigazione e velocità. Dovrà imparare a leggere le note guardando avanti, tenendo sott'occhio il terreno e le sue insidie, ma stando bene attento anche non solo a dove mettere le ruote ma anche ai bivi, alle piste parallele, alle curve veloci, ai fossi a lato della pista. Insomma, un sacco di particolari importanti che non si possono tralasciare e che si riveleranno fondamentali, così come gli eccessi di velocità. Nelle zone in cui l'organizzazione ha sancito i 50 o i 30 km/h bisogna chiudere il gas immediatamente e andare a quella velocità per tutto il tempo che il road book richiede. Tre errori di questo genere implicano l'immediata espulsione dalla gara!

Seguire gli altri, tattica applicata dalla notte dei tempi, non sarà così facile e neanche fruttuoso, ma diventerà sicuramente molto pericoloso nella polvere. Ecco perchè partiranno tutti a testa bassa cercando di insediarsi davanti e di creare un ritmo che poi anche gli altri potrebbero essere costretti a seguire. Dopo tanti anni dunque, quest'anno la Dakar avrà un vincitore che non si chiamerà nè Marc ComaCyril Despres, due piloti KTM che insieme significano 10 vittorie della competizione più difficile al mondo.

Scrivere il proprio nome nel palmares della Dakar, al termine della 38esima edizione, è una cosa che in questo momento allieta i sogni di almeno una ventina di piloti.

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