Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Ultime notizie

Dakar: la pioggia resta un'incognita per le prime tappe

Per domani c'è solo una possibilità, mentre quasi certamente arriverà il 3 gennaio. L'organizzazione però è pronta

Etienne Lavigne, direttore Dakar

Foto di: A.S.O.

Joan Barreda, Honda
Joan Barreda, Honda con Marc Coma
Joan Barreda, Honda
Kamaz team
#502 Kamaz
Kamaz team area
#300 Mini: Nasser Al-Attiyah and Matthieu Baumel
#300 Mini: Nasser Al-Attiyah and Matthieu Baumel
Verifiche tecniche, atmosfera
Verifiche tecniche, atmosfera
#300 Mini: Nasser Al-Attiyah and Matthieu Baumel
Nasser Al-Attiyah
Renault Duster

Tre millimetri di pioggia in un'ora. Sono caduti stamattina, fra le 9,30 e le 11, prima di lasciare il posto ad un sole bollente e radioso che ora splende su Buenos Aires. La tipica giornata che ci si può aspettare in questo periodo e per questo ASO è particolarmente preparata. Lo conferma Etienne Lavigne, direttore generale della Dakar, che oggi ha di nuovo affrontato l'argomento meteo vista la giornata particolarmente delicata.

"Da quando la Dakar si corre in Sud America la nostra priorità è diventata il tempo, nel senso di meteo. Questa è una estate particolarmente calda, ma nello stesso tempo abbiamo imparato che qui in Argentina si scatenano temporali incredibili a tempo di record. Stamattina per esempio in un'ora sono caduti ben 3 millimetri d'acqua, una sorta di muro, che adesso però, dopo due ore di sole, non hanno lasciato segno alcuno". Tutt'altro discorso rispetto all'Africa: "In Africa al massimo potevamo avere le tempeste di sabbia, qui invece abbiamo molte più incognite da tenere sotto controllo".

E così svela una nuova figura all'interno dell'organizzazione: MeteoMan. Una persona, esperta, ovviamente in fatto di meteorologia, che tiene costantemente monitorata la situazione, minuto per minuto, e soprattutto chilometro per chilometro. "Sulla speciale di domani dovrebbe andare tutto bene anche se c'è il timore che possa piovere. Sappiamo invece quasi per certo che pioverà nella notte fra il 2 e il 3 gennaio e poi probabilmente nella speciale del 3 gennaio. Questa incertezza ci ha costretti a mandare un apripista ogni giorno a controllare lo stato delle speciali". Mentre in passato la Dakar aveva un apripista che viaggiava con circa tre giorni di anticipo rispetto alla gara, ora, in questa prima fase della gara, si è costretti ad averne uno al giorno, almeno per il momento, vista l'incognita acqua.

E poi c'è un'altra incognita, la neve. "Pensiamo di trovare la neve in Bolivia, anzi, ne siamo quasi certi. Questo periodo dell'anno è chiamato "estate boliviana" proprio per queste sue contraddizioni: con grandissima probabilità quest'anno, oltre alle basse temperature, troveremo anche neve nelle tappe di Uyuni". Grande attenzione dunque, ai temi meteorologici: "Siamo sempre attenti, ogni anno, ma se è vero che la pioggia ci preoccupa, ci spaventa molto di più il caldo, specialmente per i motociclisti che rischiano molto di più a livello di colpi di calore e disidratazione".

In macchina si corre in due, in camion in tre e se uno dei membri dell'equipaggio si sente male gli altri lo possono aiutare. In moto la situazione è ben diversa. "Una speciale da 250 chilometri in caso di estremo calore può essere accorciata, facciamo molta attenzione a questo relativamente alle moto e non solo". E si riferisce ovviamente a Fiambalà, zona caldissima che i piloti affronteranno fra la decima e 11esima tappa: "La speciale di Fiambalà lo sappiamo bene è una delle più terribili per tutti: dune, deserto, sabbia e gran caldo. Nel caso il calore sia davvero eccessivo abbiamo già pronto un piano B che la accorci di diversi chilometri".

E domani si comincia, dopo due giorni di verifiche : "Domani è prevista moltissima gente sul percorso che porterà la carovana del rally a Rosario, e a disputare un prologo, una prima prova speciale di 11 chilometri. Nel 2009 da Buenos Aires e lungo la strada che portava a Santa Rosa si contarono più di un milione di persone e le aspettative potrebbero essere le stesse".

Questo in realtà si fa un po' fatica a crederlo – anche se sicuramente domani sarà così - visto che i due giorni di Tecnopolis possono senza esagerare dirsi un piccolo flop. La corrispondenza con l'ultimo giorno dell'anno il 31, ed il primo giorno di verifiche, ha fatto sì che non molte persone venissero a vedere le operazioni preliminari, a differenza dello scorso anno, quando a Tecnopolis si faceva fatica a camminare. Come se non bastasse in questi giorni iniziano le vacanze estive e moltissima gente sta lasciando la capitale, direttiainvece alle località di mare.

Il podio inoltre, domani, sarà pur sempre qui dentro Tecnopolis. Niente sfilata per le vie del centro, niente Obelisco in avenida 9 de Julio, né Casa Rosada, solo Tecnopolis e la ragione è presto svelata: "Con le elezioni alle porte, quando abbiamo disegnato questi primi giorni della Dakar con il governo precedente abbiamo pensato fosse meglio non rischiare. Se avessimo deciso di partire dal centro città, con tutto quello che questa scelta comporta a livello di chiusura delle strade e del traffico, e poi il nuovo governo avesse detto no, ci saremmo trovati in un pasticcio. Così invece andiamo sul sicuro: Tecnopolis è terreno neutro".

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Hirvonen: "Non mi aspetto molto dalla prima Dakar"
Prossimo Articolo Coma: "Restituirò alla Dakar quello che mi ha dato"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia