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Intervista

Dakar, l'avventura solitaria di van der Goorbergh

L'ex pilota di MotoGP è 46esimo assoluto, nonostante sia lui stesso a curare l'assistenza della sua KTM

#40 KTM: Jurgen van den Goorbergh

Foto di: Jurgen van den Goorbergh

#40 KTM: Jurgen van den Goorbergh
#40 KTM: Jurgen van den Goorbergh

La Dakar è già di per sé una gara davvero complicata e dispendiosa. Ma c'è anche chi cerca addirittura qualche complicazione in più: stiamo parlando dei centauri iscritti nella categoria Malle-moto, ovvero quelli che si presentano al via della maratona sudamericana senza assistenza.

Tra questi c'è un nome noto per gli appassionati di MotoGP, quello dell'olandese Jurgen van der Goorbergh, pilota che ha corso nella classe regina a cavallo tra il 1997 ed il 2005, ottenendo anche una pole position ed un quarto posto come miglior risultato.

Per lui non si tratta della prima Dakar, perché nel suo curriculum ci sono un 17esimo posto tra le moto e diverse apparizioni tra le auto. Quest'anno però ha deciso di alzare ulteriormente l'asticella, con il solo obiettivo di raggiungere il traguardo di Rosario puntando solamente sulle sue forze.

"E' tutto più difficile, perché non si dispone di alcun aiuto e ci sono molte cose da fare. Per esempio, se cadi e fai parecchi danni poi devi lavorare tanto per le riparazioni, senza contare tutto il tempo che si perde. Per il momento sono stato fortunato e non è successo nulla di particolare, quindi ho dovuto fare solo dei piccoli aggiustamenti" ha detto Jurgen, che corre in sella ad una KTM.

In queste condizioni, la classifica praticamente non si guarda neanche. L'unico target concreto è quello di raggiungere il traguardo finale: "E' una grande sfida, un grande obiettivo. Non posso pensare di piazzarmi tra i primi 30. Vincere questa categoria è più importante" ha aggiunto, anche se comunque occupa una più che onorevole 46esima piazza.

Per lui il giorno di riposo era davvero fondamentale: "Di solito si dorme quattro ore in questa categoria, perché di notte c'è sempre tanto lavoro da fare, tra riparazioni e preparazione del road book. Per questo a Salta ho dormito bene ed ho cercato di riposarmi e mangiare nel migliore dei modi".

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