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Intervista

Dakar, Loeb: "Gara non male. Devo lavorarci ancora"

Il 9 volte iridato WRC rilancia la sfida e afferma: "Dopo questa gara sappiamo dove migliorare"

#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena

Red Bull Content Pool

#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
Sebastien Loeb and Nassar Al-Attiyah
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena

Sebastien Loeb arriva sul palco di Rosario, al termine della Dakar 2016, quando tutta la squadra ormai si è riunita ed aspetta solo lui per la grande foto, ed anche la grande festa. Bruno Famin tira fuori, gridando di gioia, tutto l'aplomb che ha tenuto dentro in questi giorni perchè è riuscito a centrare un obiettivo che neanche alla partenza sembrava così vicino. Tre vetture nei primi dieci. Lo squadrone Peugeot è contento, e ride. Solo Sebastien Loeb rimane discreto, con i suoi occhiali a specchio che non rivelano le emozioni che invece negli altri sono tanto visibili. 

Risponde alle domande dei giornalisti con la consueta disponibilità e gentilezza, ma distaccato: ”Tirando le somme direi che questa Dakar non è andata male per me. Certo abbiamo ancora da lavorare, per esempio nella guida sui fuoripista, o sulla sabbia... Devo ammettere però, stando alla prima settimana, che sulla pista, veramente, andavamo bene e la vettura era pressochè perfetta. Direi che l'esperienza è stata buona, anche se ovviamente abbiamo fatto degli errori. Non bisogna dimenticare che siamo venuti per imparare, e abbiamo passato una prima settimana praticamente in testa alla gara. Abbiamo imparato tanto e credo che l'esperienza ci servirà nel futuro”.

E quando qualcuno punta il dito sugli errori, pensando ai capotamenti per esempio, un po' troppo numerosi per il campione francese, lui si difende: “Non era necessario ovviamente fare degli errori come abbiamo fatto, avremmo voluto evitarli. Ma io correvo su terreni che non conoscevo, che non avevo mai provato in vita mia. Guidare all'interno dei fiumi, per esempio, o sulla sabbia, per me sono state esperienze completamente nuove. Qualche cosa avevo già provato ma più di un anno fa. Questa prima esperienza era importante perché ora sappiamo che c'è tanto su cui lavorare ed abbiamo capito quali sono i nostri punti deboli”. Il prossimo obiettivo dunque, è focalizzarsi su questi punti deboli: “Certo, cose che riguardano me e anche Daniel, oppure la vettura. Abbiamo un'idea più completa sull'insieme generale e potremo lavorare con maggiore attenzione a certi punti”.

E quando gli chiedono 'che cosa ti ha più sorpreso in questa gara?' lui ci pensa su e risponde “Veramente sorpreso direi niente. Penso che la gestione della gara sia molto importante. Devi saper gestire e prendere una speciale alla volta, trovare un buon ritmo e poi capire dove attaccare e dove invece preservare la vettura e i pneumatici: ogni paesaggio che abbiamo attraversato impone un suo ritmo e bisogna conoscerlo bene, come per esempio la vegetazione in mezzo alle dune”.

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