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Intervista

Dakar, Mitsuhashi: "Tornare in moto? Una buona idea"

Jun è tornato a correre la Dakar in moto su una KTM 450 dopo 11 edizioni in cui ha corso in macchina

#71 KTM: Jun Mitsuhashi and #40 KTM: Jurgen van den Goorbergh

#71 KTM: Jun Mitsuhashi and #40 KTM: Jurgen van den Goorbergh

A.S.O.

#71 KTM: Jun Mitsuhashi and #40 KTM: Jurgen van den Goorbergh
Jun Mitsuhashi
Jun Mitsuhashi
Jun Mitsuhashi
#343 Toyota: Jun Mitsuhashi, Alain Guehennec

Tutti mi fanno la stessa domanda”. Era inevitabile perchè Jun Mitsuhashi è l'unico pilota della Dakar ad essere passato dalla moto, con cui ha corso la Dakar nel 2001, 2002 e 2003, all'auto, la Toyota giapponese T2 che lo ha accompagnato in gara dal 2004 al 2015 e alla quale lui ha regalato la vittoria di categoria, T2 appunto, per ben cinque volte, per tornare poi in sella ad una moto. Ovvio che quindi nel momento in cui scende dal palco di Rosario tutti gli chiedano con cosa tornerà alla prossima Dakar, moto o auto? 

La mia scelta non è poi così difficile da capire – spiega il giapponese - Avevo provato a cercare una macchina per questa Dakar, T1 o T2 non mi importava, ma i team che noleggiano le auto chiedono dei budget molto alti, che io non avevo. Quando è arrivato aprile, 2015, dovevo prendere una decisione. Avevo delle proposte, ma i mezzi non erano all'altezza e non mi andava di venire alla Dakar, dopo aver vinto tante volte la T2, ad un livello inferiore di quello a cui ero abituato. E di tornare a correre in moto invece non se ne parlava proprio, lo avevo assolutamente escluso”.

Ma per due mesi Jun non ha fatto che pensarci: “E alla fine mi sono detto, ma sai che potrebbe essere una bella idea? La Ktm (450 Rally Replica) che ho scelto è una buona moto e può portarmi fino al traguardo. Ok, farò del mio meglio”.

C'era una nuova sfida a questo punto perchè nessuno nella storia della Dakar – a parte Franco Picco che l'aveva fatta però in auto a livello amatoriale - era mai tornato indietro dopo aver corso con una vettura: “Mi sono detto a quel punto che avevo trovato la motivazione giusta ma a luglio, quando hanno chiuso le iscrizioni per le moto e i quad alla Dakar, non ero ancora convinto. A settembre ASO mi ha chiamato e mi ha detto che dovevo decidere e io ho scelto la moto: loro però a quel punto mi hanno detto che dovevo obbligatoriamente andare al Merzouga Rally affinchè mi prendessero e l'ho fatto”.

E ora è tutto contento di essere riuscito a raggiungere il suo obiettivo: “Non ho preso penalità, non ho mai saltato un WPT, non mi sono fatto male e ci sono riuscito! Non ho voluto esagerare, sono andato sempre a velocità di crociera, e sapevo che se avessi dato invece retta alla mia mente avrei aperto il gas, sarei andato veloce e in tre giorni mi sarei ritrovato fuori gara. Invece così ho controllato, ho fatto un altro tipo di gara ma alla fine sono arrivato in fondo e ho vinto la mia sfida”. Si può tornare indietro dunque, e Jun Mitsuhhashi lo ha dimostrato chiudendo al 56° posto la sua 15. Dakar.

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