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Intervista

Dakar, Fontenay racconta la vita dell'apripista

In coppia con Jacky Dubois il vincitore dell'edizione 1998 viaggia con 4 giorni d'anticipo sul resto della carovana

Scenic Argentina
#47 Honda: Kevin Benavides
#2 Honda: Paulo Goncalves
#42 Yamaha: Adrien van Beveren
#250 Yamaha: Rafal Sonik
#305 Toyota: Yazeed Al-Rajhi, Timo Gottschalk
Marc Coma at time control with #321 Peugeot: Cyril Despres, David Castera
#2 Honda: Paulo Goncalves

Jean-Pierre Fontenay è da otto anni l'apripista della Dakar. Insieme al suo copilota, Jacky Dubois, da due anni è colui che precede la gara con quattro giorni di anticipo. Sulla Toyota ASO dell'organizzazione Jean Pierre, popolare pilota della Dakar degli anni Ottanta e Novanta, nonché vincitore nel 1998, partecipa anche alle ricognizioni del percorso di gara, ma aprire la pista e quindi controllare la situazione del terreno, gli piace sicuramente molto di più.

Oggi si trova per caso a passare dal bivacco di San Salvador di Jujuy perchè lui e Jacky hanno appena concluso la ricognizione della tappa numero 7, quella che da Uyuni porterà la gara a Salta, prima del giorno di riposo. Stanno andando a Salta ma si sono fermati per recuperare del materiale e sono pronti a rimettersi in viaggio. Ma c'è il tempo per scambiare due chiacchiere.

Prima di tutto sul tempo: "Lo so che sembra incredibile – racconta Fontenayma noi non abbiamo trovato una sola goccia di pioggia sulla nostra strada!". Incredibile eccome! E questo sottolinea ancora di più la necessità di mandare degli altri ricognitori due giorni prima e poi il giorno subito prima sulla speciale per essere sicuri che il maltempo non abbia danneggiato il percorso. N

eanche una sola goccia, neanche ieri sera, mentre il bivacco di San Salvador de Jujuy era tempestato dalla pioggia. "Ci siamo fermati in hotel a 25 chilometri da qui, dopo il lungo viaggio di rientro dalla Bolivia. E non pioveva nemmeno. Su tutta la nostra ricognizione fino a questo momento non è caduta una sola goccia". Solo un paio di volte è piovuto durante la notte, ma poi la mattina dopo, neanche un segno del passaggio dell'acqua. "Qui sono abituati a questi temporali che invece per noi sono pazzeschi. La sera prima viene giù un diluvio, le strade si allagano, l'acqua è alta dappertutto, e poi la mattina dopo non c'è più nessun segno di quanto accaduto. L'acqua si è asciugata, le strade non sono nemmeno bagnate".

Fino a questo momento, dunque, le loro modifiche, quelle che spediscono all'organizzazione e che ogni giorno poi i piloti apportano ai propri road book, non hanno segnalato anomalie terribili, e sono gli altri apripista, quelli che li seguono che eventualmente hanno dovuto fare i conti con l'acqua e con le pozze di fango. Non a caso la famosa pozza che tanti problemi ha causato nella tappa verso Termas De Rio Hondo non c'era nelle modifiche, non è mai stata segnalata perchè quando Fontenay-Dubois sono passati di là, il terreno era in condizioni perfette.

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