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Intervista

Dakar, Famin traccia un bilancio positivo per Peugeot

Per ora sono arrivate sei vittorie di tappa e c'è armonia tra i piloti: "Sanno che prima deve vincere Peugeot"

Bruno Famin and Sébastien Loeb, Peugeot Sport

Foto di: Peugeot Sport

Carlos Sainz, Peugeot Sport
#303 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#303 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#303 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#314 Peugeot: Sébastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sèbastien Loeb, Daniel Elena
#314 Peugeot: Sèbastien Loeb, Daniel Elena
#302 Peugeot: Stèphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#302 Peugeot: Stèphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#302 Peugeot: Stèphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#321 Peugeot: Cyril Despres, David Castera
#321 Peugeot: Cyril Despres, David Castera
#321 Peugeot: Cyril Despres, David Castera
#321 Peugeot: Cyril Despres, David Castera
#303 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#303 Peugeot: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#314 Peugeot: Sèbastien Loeb, Daniel Elena

Con Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport si traccia un bilancio della prima settimana della Dakar 2016, che ha visto le 2008 DKR letteralmente dominare la scena.

Sei tappe corse e sei tappe vinte: 3 da Sebastien Loeb, 2 da Stephane Peterhansel, 1 da Carlos Sainz: non avete lasciato molto spazio agli altri?
"Siamo contenti di aver vinto le sei tappe, ed anche di aver fatto delle doppiette e delle triplette. Abbiamo qualche problema ogni tanto a livello tecnico, per esempio sulla DKR 2008 di Cyril Despres si è rotto il turbo e poi continuiamo ad avere un problema con un captatore, un sensore, ma non abbiamo capito bene da cosa dipenda perchè non lo abbiamo mai avuto nel corso dei test. E' vero che non abbiamo mai corso con le condizioni climatiche del Sud America e sapevamo che avremmo sofferto qualche problema nuovo, ma ce ne sono altri che ci fanno un po' imbestialire...Per esempio Sebastien Loeb ha sofferto in una speciale per l'acceleratore bloccato e poi con il turbo che non funzionava come avrebbe dovuto e questo lo ha rallentato in Bolivia. Anche Cyril ha lamentato piccoli problemi. Dobbiamo sperare ora che non diventino più gravi e che noi si sia in grado di rimediare, anche in base ai pezzi di ricambio che abbiamo sul posto. Di certo non pensiamo di risolvere i problemi qui, durante la gara, ma speriamo solo che non si aggravino. Sappiamo che la seconda settimana sarà diversa a livello di terreno e non sappiamo a che cosa ci troveremo davanti, potrebbe sorgere nuovi problemi".

A proposito di condizioni climatiche e del terreno, qui in Argentina abbiamo trovato parecchio fango e la DKR 2008 non ha avuto problemi?
"In effetti avevamo già corso nel fango, in Cina, per un giorno intero, l'estate scorsa, e avevamo quindi un po' di esperienza. In quell'occasione avevamo utilizzato il nuovo pneumatico che Michelin ha sviluppato per il fango e ci eravamo già resi conto che è davvero buono. E vanno forse meglio le vetture due ruote motrici con questo pneumatico che le 4 ruote motrici con un altro tipo di pneumatico".

Parliamo un po' del team. Quest'anno avete fatto particolare attenzione anche alle assistenze veloci che avete affidato a Patrick Sireyjol e a Willy Alcraz, entrambi su Toyota, per non parlare poi dei camion, tutti guidati da "vecchi" autisti fra i più esperti della Dakar...
"Cerchiamo di avere sempre il meglio. Le assistenze rapide ci hanno aiutato molto nella tappa marathon. Patrick aveva a bordo una ruota del nostro DKR 2008 e ha potuto darla a Carlos che aveva bucato nella prima parte della marathon. O meglio, Romain Dumas (Peugeot del 2015, in gara da privato) ha dato la sua ruota a Carlos Sainz e poi lui è rimasto ad aspettare Patrick che gli ha dato a sua volta la gomma. Le assistenze veloci sono importanti e questo lo avevamo capito a nostre spese l'anno scorso quando il secondo giorno avevamo già perso la vettura di sostegno. I due piloti che abbiamo scelto sono veloci e se la vettura fa progressi li fanno anche il team e l'organizzazione sul terreno di gara".

Già l'organizzazione sul campo di gara...Thierry Viardot, ingegnere strategico ai tempi di Mitsubishi e poi per i brasiliani del team Petrobras, in gara con le ASX ora collabora con Peugeot, che ruolo ha?
"Thierry ha un ruolo secondario nel nostro team e si assicura che le assistenze rapide abbiano a bordo sempre i pezzi giusti. Non lo seguiamo noi questo discorso, ma lo fa una equipe distaccata che si assicura che tutto sia in linea con le esigenze in gara delle DKR 2008. Al momento non lo abbiamo sfruttato molto il discorso delle assistenze però, se per esempio in speciale fossimo costretti ad utilizzare una trasmissione bisognerà il giorno dopo caricarne un'altra a bordo dei mezzi assistenza veloce. C'è tutto un lavoro di coordinamento da fare. Ecco lui si occupa di questo".

Parliamo ora dell'ambiente che si è creato all'interno del team, che sembra davvero conviviale, fra i piloti, i copiloti...
"Per il momento c'è davvero un ottimo spirito di amicizia e collaborazione nell'equipe, a tutti i livelli. L'obiettivo di tutti è di far vincere il team, la Peugeot, e i piloti che corrono con noi hanno abbastanza esperienza e sono talmente intelligenti che hanno ben chiaro che, se vogliono vincere loro deve prima vincere la Peugeot, sono loro che devono far in modo che la vettura sia capace di vincere. Sono tutti focalizzati e concentrati su questo unico obiettivo e le loro competenze ed esperienze sono complementari e fanno progredire velocemente lo sviluppo della vettura".

Romain Dumas è in gara da privato, con una DKR 2008 del 2015, la sua vettura è molto simile alla vostra e soffre terribilmente l'altitudine, succede anche a voi?
"Romain Dumas è un cliente, un team privato, a cui abbiamo venduto una vettura che è quella di Cyril Despres, utilizzata in Cina l'estate scorsa e che aveva chiuso al secondo posto assolutonel Gran China Rally. Quindi una vettura con un motore già fortemente evoluto rispetto a quella che avevamo usato qui alla Dakar nel 2015, ma non è così buono come la versione 2016. In altitudine un motore atmosferico perde, in base a leggi fisiche, il 40 per cento della sua potenza. Il fatto è che i motori turbo qui alla Dakar per regolamento montano una brida, cosa che per esempio non esiste alla Pikes Peak. Lì si corre in altitudine ma in compenso la presa d'aria del turbo non ha limiti e puoi compensare così la perdita di potenza. Alla Dakar questo non è possibile con la brida, che ad un certo punto si blocca, riusciamo a compensare un pochino, ma certo non il 40 per cento che perdiamo in altezza. A livello mare il turbo ci dà un po' più di coppia in basso e questo è importante, ma quando si sale...".

Una curiosità, che velocità di punta avete raggiunto?
"202 km/h, ma li abbiamo raggiunti in prova, durante i test, qui sinceramente non ho ancora controllato".

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