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Dakar, 3 settimane d'attesa per il verdetto su "Peter"

Sono questi i tempi richiesti dalla FFSA per l'appello X Raid riguardo un presunto rifornimento irregolare di Stephane

Car category winners #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret

Car category winners #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret

A.S.O.

#302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Etienne Lavigne and #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Car category winners #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Car category winner Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
Categoria auto, il vincitore Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport con Bruno Famin
Categoria auto, i vincitori #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Categoria auto, il vincitore: Stéphane Peterhansel
Car category winners #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Categoria auto, i vincitori #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Categoria auto: il vincitore Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport con il compagno di squadra Cyril Despres, Peugeot Sport
Categoria auto, il vincitore: Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
Car category winners #302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#302 Peugeot: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret

Sui giornali francesi quasi non se ne parla. La vittoria di Stephane Peterhansel alla 38esima edizione della Dakar nella gara riservata alle auto ha giustamente catturato tutte le prime pagine e nessuno ha dato particolarmente peso a quel piccolo asterisco che compare accanto al nome del pilota sulle classifiche ufficiali. 

L'asterisco significa “Sous reserve d'appel” o ancora “Subject to appeal” o più semplicemente “Sub Judice”. Ma gli unici ad accorgersene sembrano essere i tedeschi, in particolare quelli del team X Raid, con uno Sven Quandt che chiede: “Vi siete resi conto che questa Dakar 2016 non ha ancora un vincitore?”.

No, in effetti non se n'è accorto nessuno. Perchè i regolamenti non li legge nessuno e perchè tanto meno, nei fasti della cronaca di questi giorni, una nota stonata non sta bene. Eppure la certezza di questa vittoria della Peugeot non arriverà prima di tre settimane. Solo allora la FFSA emetterà il verdetto per l'appello di X Raid.

I fatti? Eccoli: Sven Quandt, patron del team X Raid ha presentato reclamo, dopo l'ottava tappa Salta Belen, contro un rifornimento non autorizzato che proprio il vincitore, Stephane Peterhansel ha effettuato nella tappa che dalla Bolivia riportava gli equipaggi in Argentina, per la precisione a Salta. La tappa prevedeva un trasferimento di 129 chilometri, poi un primo tratto di speciale da 162 km una neutralizzazione in asfalto di 140 km, un altro pezzo di speciale da 232 km e infine un trasferimento fino a Belen di 104 km.

La direzione gara della Dakar ha analizzato il reclamo e l'ha respinto. Allora il team tedesco è ricorso in appello e ora si attende il verdetto della FFSA che arriverà appunto a metà febbraio. Se dovessero dare ragione a X Raid, Stephane Peterhansel potrebbe venire penalizzato, ma l'ammontare della pena – minuti, ore, o altro - dipende pur sempre dalla decisione della Federazione francese. Per esempio potrebbero penalizzarlo con mezz'ora, e a quel punto la classifica non cambierebbe: 'Peter' sarebbe comunque primo (visto che ha vinto con 34' su Nasser Al Attiyah) e la Federazione avrebbe comunque dimostrato di non pendere troppo dal lato Francia comminando una pena. Se, invece, la FFSA rigettasse l'appello e chiudesse la questione, X Raid non potrebbe più appellarsi. Avrebbe però un'altra alternativa. Portare il fatto, attraverso un altro ricorso, direttamente alla FIA, la cui decisione finale sarebbe inappellabile e definitiva.

Il motivo del contendere però sono i regolamenti della Dakar. Thierry Sabine, deus ex machina della Dakar nonché suo creatore, nelle sue prime edizioni non era particolarmente amato dalle Federazioni. Anzi, consideravano la sua gara pericolosa, e non gradivano che una sola classifica racchiudesse tutte le categorie.

Così, per infastidire ancora di più la “Fedè” il francese stilò un regolamento un po' sui generis, che lasciava ampi spazi interpretativi, caratteristica che è poi rimasta come un marchio di fabbrica sulla gara. Se da un lato infatti, il regolamento dice che la neutralizzazione fra due tratti di speciale è da considerare speciale essa stessa, e quindi senza alcun diritto ad assistenza o rifornimento, dall'altra, un articolo diverso dice che quando la gara e l'assistenza si ritrovano a viaggiare insieme, su strada asfaltata, è permessa l'assistenza. Al briefing della sera prima inoltre, è stato detto chiaramente che l'assistenza sarebbe stata permessa. Ma cosa può un briefing, seppure tenuto da quella stessa organizzazione che ha stilato il regolamento, contro le regole scritte e firmate? Cosa vale di più?

Vogliamo andare avanti con le domande? Ma davvero in X Raid possono pensare che Mister Dakar abbia fatto un errore così plateale con il rischio di incappare in una penalità che potrebbe costargli la vittoria? Davvero pensano che 'Polo' Cottret e lo stesso Peterhansel non conoscano il regolamento, due professionisti del genere? E d'altro canto, come mai solo la DKR 2008 numero 302 ha avuto bisogno di far benzina mentre tutte le altre non si sono fermate? Non lo sapremo mai. Non sapremo mai se per attaccare forte – come lui stesso ha ammesso di aver fatto quel giorno – Stephane abbia consumato di più e abbia preferito andare sul sicuro facendo un rabbocco di carburante. Così come non sapremo mai se, nel caso non l'avesse fatto, sarebbe riuscito a finire la speciale, oppure no. Restano nell'aria tutti questi interrogativi.

Come ci rimasero nel 1993, quando a fine Dakar, ancora nella capitale senegalese, la Citroen fece reclamo contro Bruno Saby, che aveva vinto, e la Mitsubishi, per uso di una benzina non idonea con i regolamenti. O ancora nel 2011 quando la direzione gara squalifico Robby Gordon per le prese d'aria non regolamentari e lui ricorse in appello, mettendo così la classifica sub judice a fine gara.

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