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Intervista

Audi: ecco perché ha preferito la Dakar alla Formula E

Audi Sport ha spiegato i motivi per cui si punta alla Dakar nel 2022 lasciandosi alle spalle la Formula E.

Logo Audi al Salone di Francoforte

Logo Audi al Salone di Francoforte

Franco Nugnes

L'annuncio dell'arrivo di Audi nel rally raid più duro del mondo è arrivato a sorpresa alla fine di novembre 2020, anche se i primi incontri erano partiti già a maggio, come rivelato dai responsabili del progetto in una conferenza stampa cui ha preso parte anche Motorsport.com.

Allo stesso tempo, l'azienda tedesca ha annunciato l'abbandono del suo progetto di Formula E, ma non c'è stata alcuna spiegazione in merito, a parte una dichiarazione di Markus Duesmann, Presidente del Consiglio di gestione per lo sviluppo tecnico e del prodotto di AUDI AG: "L'impegno multiforme nel motorsport è e rimarrà una parte integrante della strategia di Audi. Vogliamo portare lo slogan del marchio 'Vorsprung durch Technik' nel futuro del motorsport internazionale di alto livello e sviluppare tecnologie innovative per le nostre auto stradali. Il rally più duro del mondo è il palcoscenico perfetto per questo".

Oggi i capi di Audi Sport hanno finalmente spiegato la loro decisione in un incontro virtuale con un piccolo gruppo di media, tra cui Motorsport.com, chiarendo che i regolamenti della Dakar saranno molto più utili anche per il prodotto di serie.

"Mettiamola così: la chiave del successo alla Dakar è avere la migliore efficienza per fare la tappa e in questo concetto non è solo questione di batteria, ma anche il convertitore di energia. Il regolamento è molto elastico e possiamo sviluppare praticamente tutta la macchina da zero. In altre serie, come la Formula E, non è così aperto come nella Dakar", ha detto Julius Seebach, AD di Audi Sport GmbH.

Andreas Roos, Project Leader Factory Racing di Audi Sport, ha aggiunto: "E' proprio questo punto e il motivo per cui siamo andati ad abbracciare la Dakar, perché ci permette di avere le parti complete, tutto ciò che è necessario per la catena cinematica, completamente sviluppate da Audi. E lo stesso vale per la batteria".

Il regolamento della Dakar permette la costruzione di prototipi, purché rispettino il regolamento T1 imposto dalla FIA (telaio tubolare in lega di ferro, limite di peso a seconda della cilindrata del motore, limitatore d'aria a seconda del tipo di motore, ecc.).

La Formula E impone invece un telaio e una carrozzeria standard progettati da Spark e un set di batterie creato da McLaren Applied Technologies. Con l'attuale Gen2 EVO, i produttori possono sviluppare solo alcuni elementi del powertrain.

Audi Sport sarà supportata da Q Motorsport, una società creata da Sven Quandt, proprietario del team X-Raid che gestisce le MINI 4x4 e i buggy, vincitore delle ultime due edizioni della Dakar con Carlos Sainz e Stéphane Peterhansel.

Entrambe le parti hanno chiarito che si tratterà di una collaborazione e che lo sviluppo e la costruzione del veicolo saranno effettuati presso l'impianto Q Motorsport vicino a Francoforte.

"È molto impegnativo anche per i tempi che corrono e dobbiamo essere onesti: pure in passato, quando abbiamo iniziato nuovi progetti o grandi cose come questa, abbiamo sempre avuto un grande partner con noi per fare i passi più velocemente, perché la conoscenza che Sven Quandt e Q Motorsport portano al progetto è per noi un grandissimo aiuto, imparando le cose molto più velocemente. Speriamo solo di non fare errori, ma la questione è un lavoro a braccetto tra noi: 100% Audi e 100% Q Motorsport. Lavoriamo insieme", ha chiarito Roos.

Alla domanda se questo sforzo congiunto è simile a quello visto con Joest Racing per Le Mans, Roos ha risposto: "Sì, esattamente. Anche lì abbiamo lavorato insieme fin dall'inizio; con la loro grande esperienza a Le Mans abbiamo sviluppato una combinazione di grande successo che ci ha portati ad ottenerne. Vogliamo fare allo stesso modo, ci sono persone intelligenti nel team e fra i piloti; quando avremo messo tutto insieme otterremo il massimo. Questo è il nostro obiettivo".

"Si tratta di un vero e proprio impegno congiunto tra noi; senza l'enorme conoscenza ingegneristica di Audi questo non sarebbe possibile. E ovviamente cerchiamo di sfruttare tutte le esperienze al massimo per fare una macchina buona. Stiamo lavorando in una direzione e questo rende il progetto molto impegnativo, ma interessante", ha aggiunto Quandt.

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