Il personaggio Peugeot - Marco Passaniti: com'è cambiata la fotografia dal 2003 ad oggi
Nel 2003 Marco Passaniti ha iniziato a lavorare con Peugeot, in 13 anni il concetto di fotografia è rimasto lo stesso ma l'utilizzo è completamente stravolto
Foto di: Marco Passaniti
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Qual è il fine ultimo di una fotografia? Raccontare un'emozione, catturando un momento per renderlo indelebile. E cosa più di un abbraccio che celebra la vittoria di un titolo (il Campionato Italiano Rally 2015 NdR), la scarica di adrenalina e la gioia che ne consegue può trasmettere emozione.
Non riguardo spesso le mie foto, ma quando lo faccio mi sembra di tornare indietro nel tempo. Rivedendo gli scatti rivivo ogni momento, le lunghe camminate per raggiungere le prove, il sudore, la terra, le corse, il non poter sbagliare. Ma ripercorro anche ogni singola tappa dei vari campionati e riaffiorano alla memoria ansie, gioie, attese e liberazioni come nell'abbraccio di Carlo Leoni ed Eugenio Franzetti quando al Rally del Friuli dello scorso anno, inaspettatamente hanno vinto il tricolore con Paolo, Anna e la 208 T16. Essere lì e catturare quel momento è stata una vera emozione anche per me che ero al di là dell'obiettivo
Marco Passaniti
Spesso ci siamo chiesti cosa nel mondo del rally sia cambiato negli anni. Gli stravolgimenti sono stati tanti, il ruolo del navigatore si è trasformato, la comunicazione al passo coi tempi ha dovuto necessariamente adeguarsi e la fotografia? Marco Passaniti è convinto che...
L'obiettivo della fotografia non è cambiato e posso dire che anche il metodo e l'organizzazione non hanno subito grossi stravolgimenti come accaduto in altri settori del motorsport e non solo. Nel 2000 c'è stato il passaggio dalla pellicola al digitale, ma nel 2003 quando ho iniziato a lavorare con Peugeot poco era cambiato. La vera novità per noi fotografi è arrivata nel 2007 con l'arrivo degli smartphone e dei social network. In quel momento ho capito che l'utilizzo degli scatti fotografici sarebbe cambiato. Una volta le foto venivano spedite due giorni dopo la gara, oggi siamo costantemente in diretta live...
Marco Passaniti
Essere sempre in real time vuol dire però non poter sbagliare, non si ha il tempo di poter rimediare ad un errore. Il postprocessing bisogna farlo in loco e lo si fa con la macchina fotografica. Come? Semplicemente - si fa per dire - indovinando lo scatto con tutte le sue condizioni al contorno!
One shot, one kill! Essere in diretta continua non ci dà la possibilità di sbagliare una foto, non si ha il tempo materiale per rimediare. Il rally però è stato un'ottima scuola per questo aspetto. Un pilota di rally passa davanti ad un fotografo dalle 8 alle 12 volte e non di più, in pista questi numeri possono anche quadruplicarsi. Aver fatto tanti anni fotografia in questo sport mi ha permesso di velocizzarmi e non ho patito il cambiamento che da una decina di anni ci impone di dover fare tutto e subito. Il bello della Peugeot, sotto questo punto di vista, è che hanno capito benissimo come valorizzare gli scatti e come farlo in pochissimo tempo. C'è però un altro aspetto che ho imparato a conoscere negli anni e che mi stimola molto: molte mie foto finiscono in testate di lifestyle o testate prettamente femminili grazie anche al personaggio di Anna Andreussi, che insieme a Paolo Andreucci e all'Ufficio Stampa Peugeot Italia sta portando il rally fuori dai confini canonici e istituzionali
Marco Passaniti
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