Il personaggio Peugeot - Anna Andreussi: il ruolo del navigatore... oggi
Anna Andreussi, navigatrice del Team Peugeot Sport Italia, racconta come è cambiato il ruolo del navigatore, oggi meno completo rispetto ad anni fa, ma altrettanto tecnico e complesso
Foto di: Marco Passaniti
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Se a Sanremo Popi Amati aveva raccontato come è cambiato il ruolo del navigatore negli anni, oggi Anna Andreussi spiega come il co-pilota ai giorni nostri sia meno completo rispetto ai rally di una volta, ma fondamentale nella gestione della gara e soprattutto del pilota. Se poi il pilota è anche il compagno di vita, tutto diventa più facile (ma non sempre)...
Il navigatore di una volta doveva essere furbo, scaltro, intelligente, doveva fare il direttore sportivo, l'addetto alla logistica, il meccanico, ricopriva un ruolo completo senza il quale era impossibile portare a termine un rally. Non è un caso che tanti navigatori di quei tempi sono arrivati a ricoprire ruoli di un certo spessore nel motorsport, Jean Todt - presidente della Federazione Internazionale dell'Automobile - ne è un esempio lampante!
Noi siamo la classe di navigatori sfaticati, se facciamo il confronto con i co-piloti di un tempo. Non voglio assolutamente sminuire il ruolo del navigatore, ma la nostra figura è cambiata. Oggi noi naviga dobbiamo occuparci soprattutto della gestione del pilota in abitacolo: oltre alle note, al radar, ai tempi da rispettare bisogna tranquillizzare il pilota. Per fortuna io e Paolo ci conosciamo abbastanza bene (sorride ndr)
Anna Andreussi
Le gare negli anni sono cambiate molto, anni fa erano gare di durata dove era importante preservare la meccanica per arrivare in fondo, l'approccio era quindi completamente diverso. Oggi le gare sono molto più sprint, per fare un paragone con l'atletica si può affermare che un rally di oggi rappresenta i 100 metri, mentre i rally degli anni 80 erano molto più simili ai 1500 metri.
Bisogna entrare in gara al 100% o anche di più, non c'è tempo per fermarsi a pensare o provare a gestire parte della gara dando il 70% e questo porta a dover tenere saldi i nervi. Si fanno molti meno chilometri, ma la pressione è sempre al massimo ed è importante non perdere la calma e fare errori ai quali non c'è poi tempo e modo di recuperare.
Il rapporto con Paolo è particolare, condividendo la vita in vettura non abbiamo bisogno di parlarci, basta un gesto per capirci al volo e questa è diventata la nostra forza. E quando a fine speciale gli stringo la gamba, lui capisce che è andata bene...
Anna Andreussi
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