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Analisi

Cosa rappresenta il Rallye Sanremo nella storia dei rally

Giunto nel 2021 alla 67esima edizione, il Rallye Sanremo fa oggi parte del calendario del Campionato Italiano Rally. Ma la sua storia, anche recente, racconta di un evento celebre ben oltre i confini del Bel Paese. Una gara che tutti i più grandi campioni di rally hanno sognato di vincere.

Lancia Delta S4

Foto di: Christian Alias

Il 10 e l'11 di aprile i protagonisti del Campionato Italiano Rally 2021 si troveranno ad affrontare il secondo appuntamento stagionale: il Rallye Sanremo. Non una gara qualunque, perché ogni appassionato di rally sa perfettamente quanto la gara ligure sia stata - e sia ancora, sebbene in maniera differente - iconica e difficile.

Gli organizzatori dell'evento hanno anche quest'anno dovuto fare i conti con la pandemia da COVID-19 e le conseguenti restrizioni per il pubblico, ma anche per stilare il percorso. Questo sarà composto da 8 prove speciali complessive, suddivise in 2 giorni e 4 tratti stradali - tutti scelti tra Sanremo e Imperia - che ospiteranno le speciali. Insomma, un programma molto distante da quelli che, sino a inizio anni 2000, hanno rappresentato difficoltà assolute per durata e durezza dei percorsi stessi.

Un passato glorioso che l'ha reso icona dei rally

 

Il Rallye Sanremo non può essere considerata solo come una delle gare che hanno fatto parte del Mondiale Rally o che a oggi compongono quello del Campionato Italiano. La prima edizione, infatti, risale a quasi 100 anni fa. Nel 1928 venne organizzato il Rally Internazionale di Sanremo. In quegli anni vennero usate anche alcune strade cittadine che aiutarono l'evento a entrare nel cuore dei residenti, ma anche ad attrarre nuovi appassionati.

Dopo diverse edizioni svolte in cui gli organizzatori affinarono sempre di più percorso e struttura della gara, a partire dal 1972 il Rallye Sanremo divenne parte integrante del Mondiale Rally, ospitando il Rally d'Italia. Se nelle prime edizioni lo scenario della gara era quasi interamente la provincia d'Imperia e la Liguria, dal 1979 al 1996 la gara ampliò non poco i propri orizzonti.

 

Il rally partiva e arrivata a Sanremo, ma la gara si estendeva in senso longitudinale, sfruttando strade asfaltate della Liguria, per poi cambiare fondo e passare su sterrato prima in Toscana e poi in Umbria. Vennero sfruttate le terre del Chianti, di Siena, Volterra, Arezzo e Gubbio.

Il 1997 è visto a oggi come la fine della grande epopea del Rallye Sanremo, o meglio degli anni gloriosi. A causa di un cambio di regolamento che andava a proibire le gare di livello Mondiale su fondo misto, la gara italiana venne organizzata completamente su asfalto, nelle strade adiacenti Sanremo. Il 2003 è a oggi l'ultimo anno in cui il Rallye Sanremo ha fatto parte del Mondiale, prima di comporre i calendari di CIR, ERC e IRC.

L'ultima edizione del Sanremo WRC venne vinta da Sébastien Loeb al volante di una Citroen Xara WRC. Negli anni successivi, il rally ligure fu comunque teatro di sfide mozzafiato tra grandi piloti. Basti ricordare i successi ottenuti da Renato Travaglia, Paolo Andreucci, Giandomenico Basso, Luca Rossetti e Umberto Scandola, senza dimenticare le vittorie internazionali di Kris Meeke, Thierry Neuville e Craig Breen.

1981, una vittoria che resta nella memoria

 

Di gare straordinarie, che hanno avuto come protagonisti piloti sensazionali, il Rallye Sanremo ne ha avute a non finire. Una delle più singolari, che a suo modo proiettano la gara ligure ulteriormente nella storia, c'è senza dubbio l'edizione numero 23.

Qualora non vi dicesse nulla di primo acchito, basteranno due nomi e altrettanti cognomi per accendere i ricordi di un evento storico: Michele Mouton e Fabrizia Pons. Rispettivamente pilota e copilota di uno degli equipaggi Audi Sport, al volante di un'Audi quattro, le ragazze del team tedesco riuscirono nell'impresa di vincere il Rallye Sanremo, gara del WRC 1981.

Quel successo, come detto, fu storico. Fu proprio quell'edizione che vide la vittoria di una donna e un equipaggio completamente femminile in una gara valevole per il campionato del mondo rally. Un'impresa storica per la pilota francese e la navigatrice italiana, che le proiettò nell'Olimpo del motorsport.

Per loro fu la prima vittoria in carriera nel WRC. Poi ne seguirono altre tre, con cui Mouton e Pons sfiorarono il titolo iridato Piloti e copiloti l'anno successivo, nel 1982. Michele Mouton, nel 1982, venne battuta dal solo Walter Rohrl. 109 i punti totalizzati dal pilota tedesco, mentre Mouton si fermò a 97.

Le triplette di Biasion e Panizzi

 

Dal 1986 fino al 1992 il Rallye Sanremo fu giardino di casa delle Lancia Delta. Ben 7 i successi consecutivi per la casa italiana, che, tra questi, vide ben tre trionfi arrivare in collaborazione con altri due italiani in quegli anni dominatori del WRC: Miki Biasion e Tiziano Siviero.

L'equipaggio azzurro fu il primo a trionfare in 3 edizioni consecutive, quelle dal 1987 al 1989. Biasion e Siviero riuscirono a imporsi e in 2 occasioni anche a conquistare il titolo iridato Piloti. Una soddisfazione non da poco per loro, ma anche per Lancia, che proseguì la tradizione favorevole vedendo vincere prima la Lancia Delta Integrale (1987) e poi la Delta Integrale 16V nei due anni successivi.

Prima di trovare un'altra tripletta - l'unica oltre quella firmata da Biasion, gli appassionati dovettero attendere il 2000. Con il Sanremo già diventata gara completamente su asfalto, il francese Gilles Panizzi - un'autentica furia sugli asfalti di tutto il mondo - centrò la tripletta tra il 2000 e il 2002.

Panizzi, pilota formidabile su asfalto, ma meno su sterrato, all'inizio del nuovo secolo veniva impiegato da Peugeot Sport da pilota ufficiale solo nelle gare in cui i vertici del Leone Rampante avevano certezza che avrebbe potuto sbaragliare la concorrenza. Navigato dal fratello Hervé e al volante di una 206 WRC, Gilles non tradì tanto da firmare la tripletta al Sanremo e issarsi in vetta assieme a Biasion di quella speciale classifica della manifestazione italiana.

 

Una maschera diversa, ma sempre affascinante

Le 8 speciali dell'edizione 2021 non si discostano troppo dalle 14 interamente su asfalto che vennero disputate nell'ultima edizione WRC, quella del 2003. A cambiare, però, sarà il chilometraggio competitivo, che sarà meno della metà rispetto a quello di 18 anni or sono (179 km contro i 387 del 2003).

In quasi 2 decadi i rally, così come permessi, restrizioni per pandemia COVID-19 e non, finanziamenti e sponsorizzazioni sono cambiati. E non poco. Ecco dunque spiegati, almeno in parte, i motivi per cui il Rallye Sanremo si trova a far parte del Campionato Italiano Rally e non di qualcosa di ancora più importante.

I tempi cambiano, ma ciò che non lo farà mai è il pedigree di una corsa che al mondo ha pochi eguali. E che tutti, ma proprio tutti, continuano a ritenere mitica e a rispettare come qualunque evento che ha fatto la storia non solo del proprio paese, ma di un Mondiale intero. Il Rally Sanremo è cambiato e cambierà ancora. Ma rimarrà sempre uno dei più temuti, venerati e rispettati di sempre. Per sempre.

 

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