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Subaru WRX STi, non cambierà mai (per fortuna)

Passano gli anni, ma la berlina giapponese "pronto rally" ha sempre lo stesso temperamento. E sempre le stesse piccole mancanze che la rendono unica.

Subaru WRX STi

Subaru WRX STi

Cristina Pertile

Subaru WRX STi
Subaru WRX STi
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Subaru WRX STi
Subaru WRX STi
Subaru WRX STi
Subaru WRX STi, gli interni

Chiacchiere da bar: le auto sono cose da vecchi - i giovani non hanno più passione per le quattro ruote - il car sharing e l'autonomous driving "uccideranno", se non l'hanno già fatto, il piacere di possedere un'auto e di guidarla. Poi capita di mettersi al volante di una Subaru WRX STi. Cinque minuti. Anzi ne bastano tre per capire che la passione c'è ed è ancora forte. E se gli sguardi dei trentenni e dei quarantenni paiono ovvi, loro che hanno vissuto gli anni d'oro della Subaru Impreza "555" (consegnata al mito da un... Mito come Colin McRae), è un piacere constatare che anche le teste dei diciottenni si girano a guardare questa cattivissima berlina e il suo gigantesco alettone posteriore. Un fenomeno che non mi aspettavo, visto che Subaru non è più in prima fila nel WRC ormai da qualche anno e che non è certo un marchio di tendenza. Bene.

Sempre connessa. Con l'asfalto, non con il web

Dove la metti sta. Letteralmente. Se c'è una cosa che impressiona della Subaru WRX STi è il grip di cui è capace. Non solo su asfalto liscio. No, alla giapponese non piace "vincere facile". La differenza la fa quando il fondo tormenta le sospensioni con gli avvallamenti tipici delle strade di collina e montagna, con le "placche" di asfalto che si staccano in inverno e vengono chiuse in qualche modo quando arriva la bella stagione. E' lì che il telaio - messo a punto con l'esperienza di tanti anni di competizioni ai massimi livelli nei rally - piazza il colpo di classe. Tra le ruote e il manto stradale pare che ci sia un campo magnetico: rapidissime in estensione per non mollare il contatto con la strada, le sospensioni frenano in modo esemplare rollio e beccheggio. A proposito di frenare, l'impianto della giapponese non è parso al livello di tutto il resto: già dopo 5 minuti di guida "come si deve" la corsa del pedale tende infatti ad allungarsi. 

Un grip impressionante con cui "giocare"

Se la WRX STi è nella vostra lista dei desideri, se l'avete già ordinata o state per farlo, ci permettiamo di darvi un consiglio: se potete, al primo cambio gomme, optate per pneumatici meno performanti rispetto ai Dunlop Sport Maxx. Sì perché a voler trovare un difetto al "pacchetto" telaio/trasmissione è quello di essere fin troppo performante, al punto che per avvicinarsi al limite di aderenza della vettura ci si deve spingere fino a velocità pazzesche. Alle già citate doti delle sospensioni si aggiunge la trazione Symmetrical All Wheel Drive, qui dotata di Multi-mode DCCD (Driver's Control Centre Differential), ovvero della gestione elettronica del differenziale centrale che ripartisce Nm e CV tra avantreno e retrotreno. Automaticamente o sulla base dei gusti del guidatore: con il tasto + si sposta verso l'anteriore, e viceversa. Da un estremo all'altro il comportamento cambia sensibilmente e, com'è facile immaginarsi, il divertimento è più grande nel secondo caso: la differenza si avverte soprattutto in uscita di curva, con l'asse posteriore che aiuta in modo percettibile a chiudere la traiettoria, pur senza "disegnare" virgole nere sull'asfalto. In altre parole, la STi non è auto dal traverso facile, almeno su asfalto asciutto. Certo, se avete una cava vicino a casa e se ci potete entrare, tornerete bambini... 

Motore e cambio sono Subaru "DOC"

Se avete guidato almeno una volta nella vita una Subaru, e non per forza una STi, ne sapreste riconoscere un'altra a occhi chiusi e in pochi istanti. E' una questione di suono e di vibrazioni, entrambi inconfondibili quando sotto il cofano c'è il boxer a quattro cilindri. Inconfondibile è anche il cambio, per la verità non per meriti particolari, anzi... Gli innesti sono sempre un po' troppo contrastati e la leva non molto precisa. La situazione migliora guidando forte, quando nel polso destro si mette un po' di cattiveria in più e gli ingranaggi sembrano "slegarsi". Proprio questa costrizione alla cattiveria toglie però un po' di gusto, nel momento in cui magari si vorrebbe guidare sì veloce, ma non in stile "prova speciale". Tornando al motore, con 300 CV e 407 Nm di coppia non ha certo problemi di scarsità, ma rispetto ad altre edizioni della STi, qui sembra essersi smarrita un po' di cattiveria. Se si guarda il tachimetro, la lancetta sale con velocità impressionante (0-100 km/h in 5,2 secondi), ma non c'è più quel carattere di un tempo, la spinta a tratti un po' violenta che tanto esaltava. In tema di emozioni, purtroppo il sound non ne regala molte: anche quando si dà fondo a tutto quello che questo 4 cilindri boxer 2.5 può dare, gli scarichi rimangono fin troppo "educati".

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