Renault: Ghosn fugge dal Giappone e va in Libano
L'ex manager di Renault-Nissan ha lasciato il Giappone nonostante fosse agli arresti domiciliari e avesse l'obbligo di rimanere a Tokyo in attesa del processo.
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Carlos Ghosn ha lasciato il Giappone per sbarcare in Libano. Questo è solo l'ultimo capitolo della storia recente dell'ex manager di Renault-Nissan che lo ha visto protagonista nel corso degli ultimi 12 mesi dopo le accuse di abuso di fiducia, false dichiarazioni fiscali e indebito utilizzo di fondi aziendali a cui ha dovuto far fronte dal dicembre del 2018.
Il fatto curioso, che assume contorni di un vero e proprio giallo best seller, è legato alle condizioni a cui Ghosn era costretto a sottostare dopo le accuse che lo hanno portato anche all'incarcerazione dopo il mandato d'arresto emanato dalla Procura di Tokyo.
Ghosn, ormai da tempo agli arresti domiciliari a Tokyo in attesa del processo, aveva l'obbligo di residenza a Tokyo, ma non solo. E' stato costretto a consegnare i tre passaporti di sua proprietà (francese, libanese e brasiliano) con conseguente divieto d'espatrio.
Il viaggio che ha portato Ghosn dal Giappone al Libano è così un vero e proprio mistero, perché i documenti dell'ex manager sono ancora in possesso dei suoi avvocati. Stando all'emittente televisiva giapponese, Ghosn sarebbe atterrato in Libano con un jet privato, entrando nel paese con un'identità differente.
Proprio dal Libano, Ghosn ha rilasciato dichiarazioni ufficiali spiegando: "Ora sono in Libano e non sarò più tenuto in ostaggio da un sistema giudiziario giapponese fraudolento in cui si presume la colpa, la discriminazione dilaga e vengono negati i diritti umani basilari, in flagrante disprezzo degli obblighi legali nei confronti del diritto e dei trattati internazionali che il Giappone è tenuto a rispettare. Non sono fuggito dalla giustizia: sono sfuggito all'ingiustizia e alla persecuzione politica. Ora posso finalmente comunicare liberamente con i media e non vedo l'ora di iniziare a farlo la prossima settimana".
Ora i riflettori tornano puntati in Giappone. Il governo potrà emettere un mandato d'arresto internazionale, ma a complicare - e non poco - le cose è l'inesistente accordo per le estradizioni tra il Giappone e il Libano.
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