McLaren Elva: a Woking si riscopre il mito CAN-AM
La Roadster da 815 cavalli è stata presentata dalla McLaren: la barchetta si pregia di essere la vettura di serie prodotta a Woking più leggera di sempre (ma il peso non è dichiarato), riprendendo dei concetti della M1A che Bruce McLaren aveva lanciato nelle corse degli Anni 60 di Gruppo 7.
Foto di: McLaren
La Ferrari traccia una linea e gli “altri” la seguono. Ma fra gli altri, la McLaren è una delle poche che ha una storia che può permettersi di fare copia e incolla dei concetti di marketing di Maranello (del resto il fondatore Ron Dennis con McLaren Cars aveva l’ambizione di sfidare proprio il Cavallino nell’ambito delle Supercar).
A Woking hanno presentato la McLaren Elva, la roadster della serie Ultimate. Una barchetta estrema che evoca gli Anni ’60 quando Bruce McLaren, per finanziare il team di F1 decise di costruire anche delle Sport per i piloti gentleman. L’australiano, non avendo una sua factory, aveva siglato un accordo con Lambretta-Trojan per assemblare le Gruppo 7 nella sede della Elva, un piccolo costruttore che così nel 1964 uscì dall’anonimato.
1965 McLaren Chevrolet M1A
Photo by: Jean-Philippe Legrand
La McLaren M1A, meglio nota come McLaren Elva MK1, si è vista in tre diverse evoluzioni, prodotte in 25 esemplari che per anni sono state protagoniste in CAN-AM, la serie nord americana, con metà della schieramento monopolizzato dalle biposto arancioni.
Il legame della prima stradale di Woking senza parabrezza con le sue radici è indiscutibile. È la McLaren più leggera e più veloce nella (breve) storia del marchio. Viene proposta in una serie limitata (399 esemplari) con un prezzo base di 1,7 milioni di euro destinato a crescere sensibilmente con le molte personalizzazioni.
La nuova McLaren Elva, dunque, si fa vanto della leggerezza (ma il dato non è stato comunicato!) puntando su un telaio di fibra di carbonio con la maggiore rigidità strutturale tra le stradali di Woking e dispone di un motore V8 4.0 biturbo da 815 CV e 800 Nm.
L’otto cilindri è l’evoluzione del propulsore della Senna e utilizza un albero motore piatto e un sistema di lubrificazione a carter secco. Scatta da 0 a 100 km/h in meno di 3” e raggiunge i 200 km/h in 6”7, facendo meglio della Senna di 0”1.
Il cambio è automatico a sette rapporti con trazione posteriore ed è dotato di launch control. Non mancano il servosterzo elettroidraulico e un assetto con sospensioni adattive. Molta cura è stata posta nell’impianto frenante con dischi carbo-ceramici sinterizzati contenuti nel diametro di 390 mm, in funzione di una riduzione delle masse non sospese.
Il sistema è quello della Senna, ma le pinze con pistoncini di titanio hanno permesso un risparmio di peso di 1 kg. Nella maniacale ricerca della riduzione delle messe si segnala lo scarico di titanio e inconel realizzato in stampa 3D.
Anche la carrozzeria per lo più è di fibra di carbonio, dai pannelli laterali, al cofano anteriore spesso solo 1,2 mm, fino ad arrivare al deflettore dell’Active Air Management. Si tratta di un sistema capace di convogliare l’aria sopra all’abitacolo, grazie a un deviatore di flusso che si alza fino a 150 mm al variare delle velocità, evitando che si debba indossare un casco, specie alle alte velocità.
A velocità ridotte il sistema si ritrae alimentando i due radiatori che sono posizionati davanti alle ruote anteriori, uno per il cambio e l’altro è l’intercooler del turbo compressore.
Davanti alle ruote posteriori sono alloggiati due scambiatori di calore per il raffreddamento del propulsore, mentre i filtri dell’aria sono visibili dentro al tonneau. Il pacchetto aerodinamico è completato dal fondo piatto con estrattore e dall’alettone posteriore attivo con funzione airbrake.
La Elva sarà totalmente personalizzabile: il reparto Mso ha curato in modo particolare le finiture esterne ai rivestimenti del cockpi. I sedili, esposti alle intemperie, disporranno di materiali come l’Ultrafabric o di particolari pellami con trattamento idrorepellente.
Anche l’infotainment da 8” montato al centro della plancia è a prova d’acqua, così come comandi del volante, i selettori e l’impianto audio opzionale, di derivazione nautica.
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