Era la fine degli Anni '60 quando Alfa Romeo, sfruttando gli ingenti investimenti da parte dell’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), decise di avviare la costruzione di uno stabilimento nel Sud Italia. È qui che sotto l’occhio attento dell’ingegnere Rudolf Hruschka è nata la prima compatta del Biscione: l’Alfasud.

Tra le tante novità tecniche che hanno caratterizzato il modello, introdotto nel 1971, c'era il motore a 4 cilindri contrapposti (boxer) montato in posizione longitudinale. Questa configurazione, che consentiva di abbassare il baricentro della vettura, portò con sé notevoli benefici dal punto di vista delle prestazioni e della dinamica di guida.

Un po’ di tecnica

Alfa Romeo era già esperta nella realizzazione di motori boxer, avendo - tra le altre cose - sviluppato e costruito persino un motore a 12 cilindri contrapposti da 1,5 litri sovralimentato, addirittura nel 1940, per la tipo 512 Gran Premio. Lo studio del "piccolo" 4 cilindri per la futura compatta ha invece preso il via intorno al 1968.

Motore Boxer Alfa Romeo

Questo motore era caratterizzato da un unico monoblocco in ghisa che nella parte inferiore presentava un’apertura per il collegamento dell’albero motore, sostenuto da 3 supporti di banco. Le due testate in lega d’alluminio, invece, ospitavano ognuna un albero a camme azionato da una cinghia di distribuzione individuale. 

Motore Boxer Alfa Romeo

Il raffreddamento era a liquido, mentre per quanto riguarda l’alimentazione i primi motori boxer Alfa Romeo erano dotati di 1 o 2 carburatori. Solo successivamente, nel 1989, la Casa del Biscione è passata all’iniezione elettronica adottando diversi sistemi, prodotti da Magneti Marelli o da Bosch.

Dai carburatori all’iniezione diretta

La prima versione del motore Alfa Romeo a 4 cilindri contrapposti che ha debuttato sulla berlina Alfasud nel 1971 aveva una cilindrata di 1.186 cc e una potenza compresa fra i 63 e i 69 CV.  Successivamente, nel 1977, sempre sulla Alfasud è stato introdotto un nuovo 4 cilindri boxer da 1.351 cc, ottenuto grazie ad un aumento della corsa da 59 a 67,2 mm, che raggiungeva potenze variabili tra i 76 e i 90 CV. 

Motore Boxer Alfa Romeo

Nel 1978 è arrivata quella che sarebbe diventata la versione più diffusa del 4 cilindri boxer, l'unità da "un litro e mezzo" (1.490 cc) con due carburatori doppio corpo. La potenza andava dagli 85 ai 105 CV e a beneficiarne, oltre alle ultime Alfasud, sono state anche la sua erede Alfa 33 (lanciata nel 1983) e l'Arna, la berlina realizzata sulla base della Nissan Cherry a cui Alfa Romeo ha altresì fornito questo motore per le sue versioni europee.

A metà Anni '80, più precisamente nel 1986, Alfa Romeo ha introdotto l’ultima versione del boxer a carburatori, quello da 1.712 cc che erogava dai 105 CV di base fino a 118 CV nel caso della Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde. 

Il Boxer 1.7 16V delle Alfa 145 e 146
Il Boxer 1.7 16V delle Alfa 145 e 146

Da quest’ultima versione è stato derivato il primo 4 cilindri boxer con iniezione elettronica Bosch e distribuzione a 4 valvole per cilindro, per una potenza massima di 137 CV. Questo è stato commercializzato nel 1989 sulla 33 e nel 1994 sulle successive 145 e 146.

Queste ultime montavano anche il 1.351 cc (il più longevo della famiglia) e un inedito 1.6 da 103 CV, motori sostituiti in blocco con il restyling del '97 quando entrambi i modelli sono passati in toto al motore trasversale adottando dei più convenzionali ma moderni 4 cilindri in linea della famiglia Twin Spark.

Cilindrata Produzione Potenza Modelli
1.186 cc 1971-1995 da 63 a 69 CV Alfa Romeo Alfasud, Arna, 33, Nissan Cherry
1.351 cc 1977-1997 da 76 a 90 CV Alfa Romeo Alfasud, 33, 145, 146, Nissan Cherry Europa
1.490 cc 1978-1995 da 85 a 105 CV Alfa Romeo Alfasud, Arna, 33, Nissan Cherry Europa
1.596 cc 1994-1997 103 CV Alfa Romeo 145, 146
1.712 cc 1986-1995 105-118 CV Alfa Romeo Alfasud Sprint, 33
1.712 cc 16V 1989-1997 137 CV Alfa Romeo 33, 145, 146

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