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Ciabatti: "Niente ali? Abbiamo idee per essere competitivi lo stesso"

Paolo Ciabatti, responsabile del programma MotoGP della Ducati, è stato il primo ospite del Meet @ Motor Show di Motorsport.com. Ecco gli spunti più interessanti di questa chiacchierata, dall'arrivo di Jorge Lorenzo al divieto delle ali.

Julian Thomas, Responsabile Ufficio Stampa Ducati MotoGP, Matteo Nugnes, Motorsport.com, Paolo Ciaba

Julian Thomas, Responsabile Ufficio Stampa Ducati MotoGP, Matteo Nugnes, Motorsport.com, Paolo Ciaba

Gianni Mazzotta

Julian Thomas, Responsabile Ufficio Stampa Ducati MotoGP, Matteo Nugnes, Motorsport.com, Paolo Ciabatti, Responsabile Programma MotoGP Ducati
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Matteo Nugnes, Motorsport.com, Paolo Ciabatti, Responsabile Programma MotoGP Ducati
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Julian Thomas, Responsabile Ufficio Stampa Ducati MotoGP, Matteo Nugnes, Motorsport.com, Paolo Ciaba
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Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Cal Crutchlow, Team LCR Honda, Andrea Dovizioso, Ducati Team, Casey Stoner, Ducati Team
Danilo Petrucci, Octo Pramac Racing
Danilo Petrucci, Octo Pramac Racing
Danilo Petrucci, Octo Pramac Racing
Danilo Petrucci, Ducati Team
Francesco Bagnaia, Aspar MotoGP Team
Francesco Bagnaia, Aspar MotoGP Team
Francesco Bagnaia, Aspar MotoGP Team
Francesco Bagnaia, Aspar MotoGP Team
Francesco Bagnaia, Aspar MotoGP Team

Quest'anno vi eravate posti l'obiettivo di provare a fare più di una vittoria. Ne sono arrivate due, ma ci sono stati anche molti alti e bassi nel corso dell'anno: il bilancio per la Ducati è positivo o speravate di fare qualcosa di meglio?
"Ci eravamo posti come obiettivo di provare a vincere almeno due gare, perché quello dell'anno scorso era vincerne una e, anche se ci siamo andati vicini, a partire dal debutto della Desmosedici GP15 in Qatar, con la quale Dovizioso è arrivato subito secondo, non ci eravamo riusciti. In realtà però quest'anno volevamo dimostrare di poter essere competitivi più o meno in tutti i circuiti. Le due vittorie sono arrivate con due splendide gare: abbiamo fatto doppietta in Austria con Iannone e Dovizioso, poi c'è stata una magnifica gara di Dovi in Malesia. Probabilmente non abbiamo raccolto tutto quello che era alla nostra portata. Sono successe alcune cose che gli appassionati ricorderanno, a cominciare dalla caduta dei nostri piloti in Argentina all'ultima curva quando erano secondo e terzo. Oppure quando Dovizioso è stato urtato da Pedrosa quando era secondo in Texas. Anche a Le Mans eravamo nelle posizioni di testa, poi i nostri piloti sono caduti, o al Mugello, dove Iannone è partito malissimo ed è arrivato terzo, a quattro secondi dal vincitore e facendo il giro veloce proprio all'ultima tornata. Di occasioni per salire sul gradino più alto del podio ne abbiamo avuto diverse, quindi la classifica finale non rispecchia il valore dei nostri piloti e della Desmosedici GP. Ma la cosa più importante è che, escluse alcune situazioni specifiche, in cui la nostra moto ha faticato, soprattutto su circuiti su cui il grip dell'asfalto era particolarmente basso. Questo unito agli pneumatici che Michelin ha portato dopo i problemi delle prime gare. Nonostante tutto abbiamo lottato quasi sempre per il podio e siamo stati in testa in diverse gare: al Sachsenring, a Brno, dove abbiamo avuto anche quattro Ducati nelle prime quattro posizioni, poi c'è stato un problema con le gomme da bagnato all'anteriore. Non vogliamo cercare scuse, siamo soddisfatti della competitività dimostrata, ma non tanto della classifica.

Adesso è già ora di pensare al 2017 e possiamo dire che la Ducati è stata la regina del mercato piloti, portando a casa Jorge Lorenzo. E' chiaro che con lo spagnolo le aspettative si alzano molto...
"Quest'anno il mercato piloti è iniziato molto presto, ma la situazione era molto particolare perché tutti i top rider avevano il contratto in scadenza alla fine del 2016, quindi se ci si voleva muovere, bisognava farlo molto presto. Noi abbiamo capito che c'era una possibilità di raggiungere un accordo con Jorge Lorenzo e lo abbiamo trovato nei primi mesi del 2016. Chiaramente l'obiettivo per il prossimo anno, con un pilota come Jorge, e con Dovizioso, che è tornato alla vittoria a Sepang, è quello di tornare a lottare per il titolo. Ovviamente è un obiettivo ambizioso, però avevamo detto che quando avremmo avuto una moto in grado di puntare alla vittoria, avremmo anche provato ad ingaggiare un top rider. Lo abbiamo fatto e la stagione 2017 è iniziata ufficialmente con i test di Valencia e il target è provare a vincere più gare possibile e lottare per il titolo, sapendo però che non sarà facile perché rispettiamo il valore dei nostri avversari e delle altre moto".

Stando ad alcuni rumors, si vocifera che la Ducati abbia un pagato l'aver aperto il mercato troppo presto e che la lotta dei giapponesi contro le ali sia stata una sorta di ripicca. Ci può essere qualcosa di vero?
"Non è la prima volta che un pilota passa molto presto ad un'altra squadra. Anche Stoner passò alla Honda con largo anticipo rispetto alla conclusione del suo contratto con la Ducati. Non credo che sia questa la ragione, ma dal nostro punto di vista abbiamo dimostrato di avere un'intuizione geniale, perché siamo stati i primi ad applicare questi concetti di aerodinamica alle moto, poi piano piano le hanno messe tutti quanti. Purtroppo è stata presa una decisione che non ci trova d'accordo, perché sono state vietate sulla base di un problema di sicurezza che secondo noi non esiste: quest'anno tutte le moto avevano le ali e ci sono stati parecchi incidenti, ma nessun pilota si è mai fatto un graffio. Quindi usare questa come scusa non ci può trovare d'accordo. Era chiaro che noi avevamo trovato un vantaggio competitivo sulla concorrenza e crediamo che quindi siano state vietate per togliercelo. Ma abbiamo già tante idee in testa e troveremo delle soluzioni per essere competitivi lo stesso. Le ali non le avrà più nessuno e tutti dovranno trovare delle soluzioni per tenere la ruota anteriore incollata all'asfalto. Insomma, questo divieto è arrivato per questioni di sicurezza e di costi, ma credo che oggi le moto siano un po' meno sicure perché impennano di più e più costose perché dovremmo trovare delle soluzioni che mitighino questo problema".

Gigi Dall'Igna ha spiegato che la moto che avete provato a Valencia racchiudeva la base di ciclistica della GP17. Dal punto di vista dell'aerodinamica dobbiamo aspettarci qualcosa di curioso quando vedremo la carena definitiva o sarà convenzionale?
"E' la prima volta negli ultimi due anni che riusciamo a portare la moto dell'anno successivo ai test di Valencia dopo l'ultimo GP. E' una moto su cui c'erano soprattutto delle soluzioni di ciclistica. La nostra moto ha un motore molto potente, ma abbiamo ancora qualche difficoltà quando il pilota entra in curva e rilascia i freni. Stiamo lavorando soprattutto su questo, per rendere più semplici la percorrenza in curva e l'inserimento. Per quanto riguarda l'aerodinamica, abbiamo delle idee, ma ci stiamo ancora lavorando. Per fortuna c'è tempo, perché le carene dovranno essere omologate nel 2017, con una sola evoluzione consentita. Abbiamo alcune idee e vedremo se funzionano".

Nell'ultimo weekend di Valencia il nome Ducati è stato accostato anche alla Moto3: sono stati fatti dei passi avanti in questo senso?
"La Moto3 è un campionato molto interessante e Ducati ha valutato la possibilità di impegnarsi nella realizzazione di una moto in questa categoria, ma solamente nel momento in cui avremmo raggiunto i nostri obiettivi in MotoGP. Non c'è un progetto, per il momento c'è un'idea. Pensiamo che se riusciremo presto a raggiungere un livello di competitività importante in MotoGP e quindi a dover fare della attività di sviluppo meno impegnative, potremmo dedicare alcune risorse alla realizzazione di una Moto3. Sicuramente non potrà essere nel 2018 perché non ci sono i tempi tecnici e perché la decisione non è stata ancora presa".

Nel box Ducati oltre a Jorge Lorenzo avete un altro campione come Casey Stoner. Lo spagnolo ha lasciato intendere che non gli dispiacerebbe averlo come analista tecnico, quindi a fare lo stesso ruolo di Luca Cadalora accanto a Valentino Rossi. Avete fatto qualche passo in questo senso?
"Con Casey abbiamo parlato. Lui ha un contratto da collaudatore e da brand ambassador per i prossimi due anni. Essere un pilota esperto e provare la moto in diverse occasioni il prossimo anno, gli consentirebbe di essere il consulente più adatto sia per i piloti che per i nostri ingegneri, ma questo prevederebbe un impegno molto maggiore rispetto a quello di cui abbiamo parlato. Praticamente dovrebbe venire a vivere in Europa nel periodo compreso tra Jerez ed Aragon, ma lui ha la famiglia in Australia, quindi lo vedo complicato".

L'anno prossimo schiererete tre GP17, perché ne avrà una anche Danilo Petrucci all'interno del Pramac Racing. L'idea è di ripetere l'operazione fatta qualche anno fa con Iannone?
"All'interno del Pramac Racing ci sono già diversi tecnici Ducati, quindi si può dire che il trattamento che avrà Danilo Petrucci sarà molto simile a quello che avevamo riservato ad Andrea Iannone nel 2014. L'obiettivo però è quello di avere una terza moto che ci possa aiutare a raccogliere più dati, velocizzando così lo sviluppo della moto".

La Ducati è sempre andata molto forte in Qatar ed anche Lorenzo di solito è competitivo. In molti quindi cominciano a dire: e Lorenzo vincesse alla sua prima gara con la Desmosedici?
"Io dico, perché no? Noi abbiamo sfiorato la vittoria sia nel 2015 che nel 2016, chiudendo due volte secondi con Dovizioso, inoltre Iannone è arrivato terzo nel 2015. Jorge va fortissimo, quindi speriamo di mantenere la competitività della Ducati legata a quella dei nostri piloti. E' ovvio che è una pista che sembra favorevole, ma è altrettanto ovvio che Honda, Yamaha e Suzuki non staranno a guardare, quindi ce la dovremo sudare fino all'ultimo. Però iniziare su un tracciato che in linea di principio sembra favorevole sia alle caratteristiche della nostra moto che a quelle dei nostri piloti è sicuramente un fattore positivo".

Maverick Vinales è stato la rivelazione dei test di Valencia, perché è stato subito molto veloce sulla Yamaha. Ve lo aspettavate?
"Maverick sicuramente è uno dei piloti più veloci in assoluto. E' molto giovane a mia opinione avrà un grande futuro. Nei test post gara è stato velocissimo, ma non pensavamo che il passaggio da una Suzuki ad una Yamaha gli avrebbe creato particolari problemi, perché in un certo senso sono moto che hanno caratteristiche simili. Ha dimostrato subito che potrà essere uno dei candidati al titolo il prossimo insieme ai nostri piloti, a Valentino, a Marquez e magari a Iannone".

Al momento in Moto3 ci sono tanti talenti italiani emergenti. Ce ne sono magari alcuni su cui la Ducati ha già messo gli occhi pensando al futuro?
"Sicuramente il campionato Moto3 è vivacissimo, con dei piloti molto veloce e con tanti italiani competitivi. Questo ci fa un grande piacere. Credo che uno dei piloti che può avere una grande carriera passi della Moto3 alla Moto2 nel 2017 ed è Pecco Bagnaia. Enea Bastianini è un altro pilota che secondo noi ha un grande talento. Lo stesso Nicolò Bulega, che era al suo primo anno nel Mondiale. E' un campionato che seguiamo con grande interesse, anche perché le gare sono sempre divertentissime. Ovviamente per noi, non avendo un team in Moto3 ed un team in Moto2, dobbiamo sempre pensare all'eventualità di poter fare passare un pilota in uno dei nostri team satellite. Ne abbiamo tre e questo ci potrebbe comunque consentire di far arrivare un pilota in MotoGP senza la pressione di dover entrare direttamente nel team ufficiale".

Hai citato Pecco Bagnaia, che ha già avuto modo di provare una Ducati nei test di Valencia. Che impressione vi ha fatto?
"Anche se vivo a Bologna da tempo, io sono di Torino e Pecco è di Chivasso. Sapere che finalmente c'è un pilota piemontese che sta facendo bene mi faceva piacere. E' un bravissimo ragazzo e quest'anno il Team Aspar gli aveva promesso che alla seconda vittoria gli avrebbe fatto fare un test a Valencia. In più corre con il numero 21, che è particolarmente caro a tutti i ducatisti, che era quello di Troy Bayliss. Per questo ci sono tanti motivi che mi hanno reso particolarmente piacevole quel martedì mattina. Ha fatto solamente pochi giri, ma è stato bravissimo, perché ha fatto una velocità di punta esagerata e questo vuol dire che ha frenato tardi. E' uno di quei piloti che secondo noi hanno le caratteristiche per fare molto bene in futuro. Gli auguriamo di fare una grande stagione in Moto2 e poi vedremo cosa gli porterà il futuro".

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