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BMW R 1250 R – TEST

Il nuovo Boxer da 1254 cc regala ancora più carattere e guidabilità alla roadster bavarese. Ergonomia e ciclistica, con le sospensioni semiattive in opzione, al top

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La nuova R 1250 R convince fin da subito per il grande piacere di guida e le prestazioni importanti ma sempre gestibili. Agile e stabile ha nel carattere esuberante e generoso dell’evoluto boxer una nuova arma vincente.

Come è fatta

Novità principale di questa roadster è rappresentata dal bicilindrico boxer 8 valvole raffreddato a liquido che aumenta nella cilindrata dai precedenti 1.170 agli attuali 1.254 cc e guadagna lo ShiftCam, ovvero il sistema di variatura di fase ed alzata variabile della valvole, che si muovono in modo asincrono, lato aspirazione.

Questo ha permesso non solo di realizzare un motore Euro5 ready, ma di aumentarene in modo significativo anche le prestazioni rispetto al fortunato predecessore. La potenza raggiunge i 136 CV a 7.750 giri/min (+11 CV) mentre la coppia massima fa segnare un valore davvero eccezionale pari a 143 Nm a 6.250 giri/min,con un incremento del 14% tra l’altro raggiunto 250 giri più in basso. Scendono anche i consumi del 4% ad ulteriore testimonianza dell’aumentata efficienza del propulsore.

La ciclistica si affida ad un solido telaio in tubi di acciaio che usa il motore come parte stressata e viene completata anteriormente da una forcella USD con steli da 45 mm di diametro mentre dietro il monoammortizzatore regolabile nel precarico e nel freno idraulico in estensione agisce in modo diretto sul forcellone monobraccio in alluminio, che funge da alloggio per l’albero di trasmissione.

Entrambi gli elementi sono firmati da Sachs e garantiscono un’escursione di 140 mm. Le moto in prova erano equipaggiate con le sospensioni semiattive Dynamic ESA con regolazione automatica del precarico e gestione dell’idraulica in funzione della tipologia di guida e del ride mode scelto. Il pilota ha comunque la facoltà di intervenire manualmente sulle regolazioni.

BMW R 1250 R

Le quote ciclistiche prevedono un interasse di 1.515 mm, avancorsa 125,6 e l’inclinazione del cannotto di 27,7°. Il peso in ordine di marcia è di 239 Kg.

La triade di dischi si compone all’avantreno da una coppia flottante da 320 mm di diametro sulla quale agiscono pinze Brembo a quattro pistoncini ed attacco radiale mentre al posteriore l’elemento fisso da 276 mm viene morso da pinza Brembo a 2 pistoncini paralleli.

Rinnovato il cruscotto che implementa lo schermo TFT da 6,5” montato su un inedito supporto bicolore nero/alluminio. Nuovi anche i convogliatori d’aria ai lati del radiatore e lo spoiler nella parte inferiore del motore disponibile su tutte le versioni (in opzione sulla versione base in nero).

Come va

Le splendide strade del Chianti sono state lo scenario privilegiato per scoprire le caratteristiche dinamiche della R 1250 R. Sono bastate davvero poche svolte per entrare in grande sintonia con il motore, capace di riprendere senza la minima indecisione da regimi inferiori ai 2.000 giri (a questo regime già disponibile oltre il 75% della coppia massima), riuscendo a garantire una spinta già ben percepibile accompagnata da piacevolissime vibrazioni di bassa frequenza.

Appena 1.000 giri più in alto armonizza ancora di più il suo equilibrio rimanendo comunque sempre piuttosto dolce nella risposta e permettendo di scaricare a terra in modo efficiente la coppia a disposizione. Anche quando si alza il ritmo lo si utilizza spesso con un rapporto (almeno) in più, confidando sulla schiena oltremodo generosa di cui è capace.

Nei rari momenti in cui il susseguirsi di curve ha lasciato spazio a brevi rettilinei abbiamo avuto la possibilità di saggiare le sue incredibili doti di allungo visto l’incremento ulteriore di spinta intorno ai 6.500 che in un momento portano il contagiri a segnare quota 8.000. Variazioni di velocità davvero repentine accompagnate da un sound gutturale da pelle d’oca, ulteriormente amplificato dallo scarico Akrapovic (in opzione). Una piacevolezza di utilizzo a tutto tondo che non deve far dimenticare la facilità con la quale sia possibile superare i limiti di velocità quando ci si concentrasse unicamente sulla guida.

Dal canto suo la ciclistica sembra fare di tutto per instaurate un legame diretto con il pilota. Una caratteristica quanto mai gradita soprattutto in considerazione delle strade umide che abbiamo percorso a causa della pioggia scesa a tratti.

Il feeling con l’avantreno viene solo limitato alle bassissime velocità quando il peso del bicilindrico evidentemente è più percepibile e richiede contrasto al manubrio per effettuare le svolte più secche.

Superati i 30 Km/h, come per incanto, tutto torna in perfetto equilibrio con l’anteriore che perde via via pesantezza garantendo livelli di agilità da primato per moto di simile impostazione e prestazioni. Il lavoro svolto dalle sospensioni semiattive Dynamic Esa è eccellente in termini di incremento della sicurezza attiva e del piacere di guida.

Nel Ride Mode Road si apprezza tantissimo la scorrevolezza e la progressività degli elementi capaci di filtrare qualsiasi indecisione dell’asfalto ma determinati anche a limitare il beccheggio nelle decelerazioni così come nelle ripartenze più decise. Gli spiriti più sportivi potranno trovare ancora più intonato alla guida disinvolta il Ride Mode Dynamic, soprattutto in virtù di un sostegno maggiore al retrotreno che risulterà ancora più reattivo nel caso di gibbosità o rattoppi.

Il baricentro basso portato in dote dal grosso boxer permette inserimenti fulminei, consentendo a questa roadster di puntare diretta alla corda e di mantenere con naturalezza la traiettoria impostata.

Ci si accorge presto quanto la guida di corpo sia limitata alle fasi più concitate, soprattutto, nel nostro caso, per minimizzare l’angolo di piega visto il poco grip assicurato dall’asfalto bagnato. Da questo punto di vista, avendo avuto la possibilità di provare questa roadster con le due gommature previste come primo equipaggiamento, ovvero le Michelin Pilot Road 4 e Metzeler Interact Z8, ci sentiamo di suggerire le seconde in virtù del miglior grip e di una maggiore sensibilità.

La frenata, qui dotata di funzione cornering (ABS Pro incluso nel pacchetto Dynamic), si è messa in luce per la modulabilità molto buona ed una morbidezza all’attacco elevata. Sarebbe quasi inutile parlare della potenza, ridondante per qualsiasi andatura, della quale abbiamo beneficiato solo parzialmente proprio a causa della pioggia. Premiante la capacità della R1250R di continuare imperturbabile la discesa in piega quando si renda necessario proseguire l’azione decelerante fino in inserimento.

Il reparto trasmissione merita il massimo dei voti per la morbidezza della finale a cardano ed anche per la velocità del cambio dotato di quick shift (opzione) che si è distinto anche per un contrasto ridotto alla leva. La frizione (antisaltellamento) richiede uno sforzo trascurabile e si lascia apprezzare soprattutto alle basse andature per l’ottima modulabilità.

A guarnizione di un insieme così empatico merita una citazione l’eccellente ergonomia. La posizione di guida infatti è quanto mai naturale, caratterizzata dal largo manubrio rialzato e rivolto verso il pilota che si fa impugnare morbidamente mantenendo il busto eretto. Il serbatoio stretto nella parte di contatto con la sella incrementa notevolmente l’inserimento delle ginocchia, e le pedane, appena arretrate e giustamente distanti dal piano di seduta garantiscono il giusto comfort alle gambe anche dopo diversi chilometri. Per chi supera il metro e ottanta consigliabile la sella in opzione a 840 mm (di serie sulla HP). Standard ad 820 mm, bassa a 760 mm.

Quanto costa

La nuova BMW R 1250 R è già disponibile presso la rete vendita ad un prezzo di 14.950 euro. Disponibili 4 diversi allestimenti e, come da tradizione, diversi pacchetti per personalizzarla. Non sarà quindi difficile superare la soglia dei 18.000 euro per un modello cucito sopra le proprie esigenze.

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