“È stata una corsa sfrenata! Da tutto il team Renault Sport, grazie per averci seguito in questa avventura.” Nei primi giorni di Gennaio, con un post sulla pagina Instagram ufficiale, Renault Sport saluta per l’ultima volta tutti i suoi fan in giro per il mondo. Si chiude così un’era fatta di corse, vittorie, rally e auto stradali speciali che, in un modo o nell’altro, hanno riempito di gioia i cuori di molti appassionati che guidano (o che hanno sognato) una Renault marchiata "RS". 

Così tutto ebbe inizio

Siamo in Francia, è il 1976. Mentre il Concorde compie il suo primo volo commerciale, tra Parigi, Dakar e Rio de Janeiro, il regista Claude Lelouch attraversa Parigi in pochi minuti a bordo della sua Mercedes 450 SEL 6.9 per realizzare “C'était un rendez-vous". Esattamente in quel momento, a Boulogne-Billancort, il Marchio Renault è pronto a compiere un passo epocale che, negli anni successivi, ne avrebbe segnato inevitabilmente la storia.

Renault Sport
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In quel magico 1976, infatti, la Losanga prende la decisione di chiudere la fabbrica Alpine di Dieppe e di accorpare le 2 divisioni sportive - che producevano separatamente telai e motori - quest’ultima allora gestita da Gordini, sotto un’unica ala. Nasce così la divisione Renault Sport, con sede a Viry-Chatillon, ex stabilimento dove operava proprio Gordini, o "Gordinì" per essere precisi nella pronuncia d'oltralpe.

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Il primo esperimento

Fino alla prima metà degli Anni '90 la nuova divisione si concentra principalmente sul motorsport, collezionando diversi trofei nel WRC ed esordendo in Formula 1 con una scuderia dedicata. Nel 1995 però, a sorpresa al Salone di Ginevra, la Losanga francese presenta la Renault Sport Spider. Una piccola Spider con 2 posti e carrozzeria in materiali compositi, equipaggiata col 2.0 aspirato F7R 700 della Clio Williams. Con una massa di 930 Kg è leggermente più pesante della innovativa Lotus Elise ma, grazie ai 150 CV, è comunque in grado di scattare da 0 a 100 in appena 6.5 secondi.

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Buona la prima

La prima vera auto stradale marchiata R.S. arriva, però, soltanto due anni dopo la Sport Spider. Nel 1997 debutta infatti la Clio 2 Renault Sport 172, soprannominata dagli appassionati semplicemente “172”. Esteticamente si differenzia dalle versioni standard per i cerchi dedicati OZ F1 e un leggero body kit, ma è sotto al suo cofano che esordisce la prima novità importante partorita dal neonato reparto.

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Proprio la 172 infatti, introduce il nuovo 2 litri F4R che accompagnerà, con varie evoluzioni aspirate e turbo, tutte le successive generazioni di Clio e Megane R.S., fino al 2014. Si tratta di un 2 litri 16V, originariamente aspirato e bialbero, con fasatura variabile e iniezione multipoint, forte di 172 CV (da qui il soprannome della Clio) e 200 Nm di coppia. Permette all’utilitaria francese di scattare da 0 a 100 in 7,3 secondi e raggiungere una velocità di punta di 224 km/h.

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Nel 2004, leggermente rivisto nel rapporto di compressione, raggiunge quota 182 CV con il restyling dell’utilitaria, che vede anche l’introduzione di nuovi cerchi dedicati di maggiore dimensioni, fari Xenon e doppio scarico posteriore centrale.

L’esperimento V6

Negli stessi anni del grande successo della 172, poi 182, Renault Sport firma anche un'altra Clio. Siamo nel 2001 e a Boulogne-Billancourt si pensa di realizzare un’auto in tiratura limitata ancora più estrema e potente della R.S. da 2 litri. La ricetta è semplice: motore centrale, trazione posteriore, cambio manuale.

Il propulsore scelto è il nuovo ES9 V6 3 litri da 60° del gruppo PSA, costruito interamente in alluminio e con 24 valvole. Pesante e di generosa cubatura, pone una vera sfida agli ingegneri per essere inserito in una piccola utilitaria originariamente pensata per la città con motore e trazione anteriore. L’unica soluzione praticabile sembra essere proprio l'ipotesi iniziale, cioè posizionare il 3.0 litri interamente in abitacolo, al posto dei sedili posteriori. Nasce così la Clio V6, un’auto mitica e per certi versi irripetibile, prodotta in poco più di 3.000 unità.

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L'evoluzione della specie

Nel 2004 impazza ufficialmente la moda delle veloci hot-hatch e per raggiungere nuovi livelli di potenza e coppia, ormai richiesti dal mercato, in Francia c’è bisogno di elaborare il già collaudato motore F4R. Con alberi a camme rivisitati, un nuovo basamento in lega leggera e un rapporto di compressione ulteriormente ridotto, viene posto nel cofano della Megane II per dar vita alla prima Megane R.S. della storia.

Con ben 225 CV e 300 Nm di coppia, grazie all’adozione di un Turbo Twin Scroll, la sorella maggiore della Clio colpisce subito il cuore degli appassionati, tanto che alcuni anni dopo viene proposta anche nella versione più leggera R26.R, con lunotto in plexiglass, assenza di maniglie interne, clima e radio e pronta a correre in pista.

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Due anni dopo, al Salone di Ginevra del 2006, arriva poi la Clio III che porta in dote nella versione R.S. il nuovo 2.0 F4R rivisitato, ma in versione aspirata. Sviluppa in origine 197 CV, ben 15 in più rispetto alla seconda generazione, ma la carrozzeria meno aerodinamica, più alta e larga, la rende leggermente meno efficace, con una velocità di punta che si ferma a soli 216 km/h (rispetto ai 224 km/h dichiarati della II). Negli anni successivi la Clio III riceve il restyling di metà carriera, il quale non ne cambia profondamente lo stile esterno o interno ma porta la potenza del 2 litri aspirato fino a 203 CV.

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Nel 2008 arriva sul mercato anche la terza serie della Megane che vede nel 2010 l’introduzione della nuova versione R.S. Per lei l’ormai celebre 2 litri F4R riceve una “t” nel nome (turbo), portato a quota 250 CV e 340 Nm di coppia, in grado di farle raggiungere i 100 km/h in appena 6,1 secondi, anche in questo caso abbinato a un classico cambio manuale a 6 rapporti. Con la nuova Megane esordiscono tecnologie inedite, come i fari bi-xenon direzionali con LED diurni, l’accesso keyless avanzato, rispetto alla seconda generazione, e un nuovo sistema di infotainment con impianto audio Bose.

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Nel 2011 arriva la variante Trophy che, forte di 265 CV grazie a una nuova aspirazione e una pressione del turbo aumentata, è in grado di toccare i 254 km/h di velocità massima, velocità che gli permette di ottenere il record al Nurburgring come trazione anteriore più veloce, segnando un incredibile tempo di (per l’epoca) 8’07”970.

Il vero canto del cigno della Megane III arriva, però, con l’ultimo restyling del 2014. La sportiva raggiunge quota 275 CV, riducendo ulteriormente lo 0-100 ad appena 5,8 secondi.

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Particolarità di tutta la generazione F4R di Renault è la possibilità di dotare le R.S. standard dell’optional del Telaio CUP, precedentemente parte integrante di versioni dedicate e limitate. Una vera innovazione che affina di molto l’handling delle 2 compatte, grazie a una taratura specifica di assetto. Oggi le R.S. con telaio CUP sono le più ricercate dagli appassionati.

Downsizing automatico

Nel 2012 al Salone di Parigi debutta la Clio IV. Con l'uscita di produzione del 2 litri F4R a causa dell'impossibilità di essere omologato Euro 6, però, la nuova versione R.S. viene dotata del 1.6 Turbo DIG-T di origine Nissan, figlio della nuova era del downsizing, che ormai sta spopolando tra le Case auto di tutto il mondo, ma soprattutto figlio della nuova alleanza Renault-Nissan.

Forte di 200 CV e 240 Nm di coppia, grazie all’adozione di un turbocompressore a geometria variabile, permette alla Clio di scattare da 0 a 100 in appena 6,7 secondi per una velocità di punta di 230 km/h. Novità sostanziale della nuova generazione è l’adozione del solo cambio doppia frizione EDC per la versione più sportiva, fatto che all’inizio fa storcere il naso a molti appassionati, a causa anche di piccoli problemi di surriscaldamento quando “strapazzato”.

Nel 2015 arriva l'immancabile versione Trophy, con assetto e cerchi specifici da 18 pollici, scarico Akrapovic, scritta rossa sul baffo anteriore e 220 CV di potenza, questa sarà la base di partenza per la realizzazione, nel 2018, della rara edizione finale R.S. 18.

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Due anni dopo, al Salone di Francoforte del 2017, si rinnova anche la Megane che nella sua variante R.S. vede l’introduzione del nuovo 1.8 Turbo condiviso con la Alpine A110 e in grado di toccare i 280 CV nelle versione “standard” e 300 CV nella nuova versione Trophy. Ne completano la dotazione un differenziale anteriore attivo con torque vectoring e, solo successivamente, il rinnovato sistema di quattro ruote sterzanti 4control fino a 2.7 gradi, che aveva debuttato nel 2009 sulla Laguna.

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Il risultato è un’auto da primato per la categoria, tanto che nel 2019 con l’ultimissima versione Trophy- R dotata di rollbar e senza sedili posteriori, segna, l’ancora attuale, record al Nurburgring per le trazioni anteriori, con un incredibile tempo di 7’40”100.

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Versioni speciali

Negli anni tutte le generazioni di Clio e Megane R.S hanno visto svariate edizioni speciali a tiratura limitata. Tra queste vale la pena ricordare sicuramente la primissima Ragnotti, la Clio IV R.S. Gordini, la Megane II F1 Team R26 e le Megane III Red Bull RB7 e RB8 Edition, realizzate in omaggio alle vittorie dei campionati mondiali del 2012 e 2013 della scuderia austriaca, con Sebastian Vettel, e dotate di impianto frenante Brembo, cerchi da 19 e sedili Recaro in alcantara.

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Twingo e allestimenti R.S. Line

Ma Clio e Megane non sono le uniche due auto su cui Renault Sport ha messo le mani nei suoi 45 anni di attività. Nel 2007 esordisce la Twingo II R.S., un’auto molto apprezzata dagli appassionati per via dell’ottimo 1.6 aspirato da 133 CV che le permetteva di scattare da 0 a 100 in appena 8,7 secondi e raggiungere una velocità massima di 201 km/h. Optional, anche per la piccola citycar, il telaio CUP, con assetto specifico, cerchi da 17 a 5 razze doppie e irrigidimenti al telaio o, come per la Clio IV, la speciale edizione Gordini, per celebrare il preparatore motoristico francese.

 

Prima Clio, poi Megane e infine Twingo ma non solo, anche esperimenti particolari con i possenti motori V6 o versioni speciali di auto più alla portata di tutti, chiamati R.S. Line. Questa era Renault Sport, che resterà per sempre nei cuori di molti appassionati.

Fotogallery: La storia di Renault Sport