1000 Miglia: una corsa leggendaria vissuta a bordo della Stelvio Quadrifoglio
La 1000 Miglia è entrata nell'immaginari collettivo come corsa più bella al mondo, come la definì Enzo Ferrari. Dal 1957, però, non si disputa più in forma competitiva in senso stretto, bensì è stata sostituita dalla formula della regolarità.
La 1000 Miglia è la corsa per antonomasia. Per trent'anni, salvo l'interruzione per il secondo conflitto mondiale, ha attraversato l'Italia in un anello da Brescia a Roma e ritorno. Corsa entrata nell'immaginario collettivo, dal 1957 non si disputa più nella sua forma competitiva in senso stretto, bensì è diventata una gara di regolarità riservata a veicoli prodotti durante quel periodo storico.
Noi di Motorsport.com quest'anno abbiamo seguito la carovana a bordo di una Stelvio Quadrifoglio Alfa Romeo Racing, edizione limitata del SUV del Biscione ispirato ai colori del team di Kimi Raikkonen ed Antonio Giovinazzi.
L'emozione, la gioia negli occhi degli spettatori grandi e piccoli che si assiepavano ai bordi della strada, è stata un qualcosa di difficilmente descrivibile e che ci ha fatto immaginare molte cose. Ci ha fatto immaginare quando Nuvolari, per non dare riferimenti agli avversari, corse a fari spenti per rimontare posizioni in classifica, o di quando Eugenio Castellotti si lanciò a fionda da eroe sotto il diluvio nel 1956 sulla sua Ferrari, o ancora il record assoluto di Stirling Moss che ha completato la 1000 Miglia del 1955 ad oltre 155 km/h di media.
Cose da altri tempi, emozioni dal sapore antico e dal fascino intramontabile.
Emozioni ed edizioni legate come poche altre corse al mondo ad un marchio: l'Alfa Romeo. La casa di Arese, nel corso degli anni, ha conquistato ben 12 edizioni della 1000 Miglia, condite da 9 triplette, nove occasioni in cui è riuscita a monopolizzare i tre gradini del podio.
Stringere tra le mani il volante di un'Alfa “da corsa” come la Stelvio Quadrifoglio Alfa Romeo Racing non fa che elevare alla potenza ogni sensazione di giubilo: lo scarico Akrapovic, proprietario su questa versione, amplifica in maniera poderosa il sound del V6 biturbo da 2.9 litri derivato dalla Ferrari California T, regalando sorrisi tanto a me chi stringe il volante quanto a chi è a bordo della strada.
Con una dinamica di guida che ha poco da invidiare alla sorella Giulia Quadrifoglio, la Stelvio si è fatta apprezzare in ogni borgo grande e piccolo dov'è transitata: da Vinci a Firenze, passando per Siena, Bologna, Correggio, Roma e Parma – solo per citarne alcuni – è stata sicuramente una delle auto più amate e fotografate della manifestazione.
Manifestazione, oltretutto, vinta dall'Alfa Romeo 6C 1500 SS di Bonetti e Moceri: certe tradizioni vanno rispettate fino in fondo.
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