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Piscopo: "L'Auto Gp mi ha insegnato molto"

Il pilota romano non esclude di riprovare ad andare a caccia del titolo nel 2011

Piscopo:
Edoardo Piscopo è stato tra i protagonisti assoluti della prima stagione dell'Auto GP. Grazie a un’inizio di campionato folgorante è stato in testa alla classifica fino al penultimo evento, cedendo a Romain Grosjean solo nell’ultimo appuntamento di Monza. Il secondo posto finale è per lui comunque un risultato di grande prestigio, impreziosito da cinque podi che lo hanno consacrato come uno dei piloti più veloci e costanti della Serie. Ora, a tre settimane dall’ultimo appuntamento di Monza, Edoardo fa un bilancio a freddo della stagione: “È stata una grande annata, una delle migliori da quando corro. Sono tornato a lottare per il titolo, cosa che avevo già fatto nel 2008 nella F3 Italiana, e sono stato sempre tra i più competitivi in pista in una griglia di alta qualità. Per questo devo ringraziare la DAMS, che mi ha sempre dato un mezzo al top. Certo il campionato avrei preferito vincerlo e credo che ce l’avrei fatta se non fosse arrivato Grosjean, ma devo fare i complimenti a Romain perché se lo è proprio meritato”. Gareggi a livello internazionale dal 2005, sei passato attraverso F.Bmw, F.3 Euroseries, A1 GP, GP2 Asia ed hai anche testato la Ferrari F.1 a fine 2008. Che cosa ha insegnato l’Auto GP a un pilota che ha già una grande esperienza come te?Mi ha insegnato molto, e sotto tanti aspetti. Dal punto di vista della guida è una monoposto molto formativa, perché è molto difficile da portare al limite. Ce ne siamo accorti quando è arrivato Grosjean: credevamo di aver tirato fuori il massimo dalla macchina, e lui invece ha spostato l’asticella un po’ più in là, dimostrando che ce n’era ancora e spingendoci a dare ancora di più. Dal punto di vista tecnico invece, è stato fondamentale assimilare il metodo di lavoro di un team professionale come la DAMS, iniziando a lavorare già a casa ben prima dell’inizio del weekend di gara. Anche questa cura dei dettagli fa crescere un pilota”. Si dice sempre che il primo avversario di un pilota sia il proprio compagno di squadra, nel tuo caso è stato ancor più vero visto che gli avversari più pericolosi sono stati Grosjean e Tappy. Com’era l’atmosfera in squadra?Sinceramente è stata ottima, la migliore che ho incontrato in carriera. Non solo non c’è stato nessun problema fra noi tre, ma con Duncan siamo diventati amici in fretta. Praticamente scherzavamo dall’inizio alla fine del weekend, una cosa che ci ha aiutato anche a scaricare un po’ della tensione legata alle gare”. Ora quali sono i tuoi programmi per l’anno prossimo?È ancora presto per decidere ma quello che mi fa piacere è vedere che quello che ho fatto nell’Auto GP ha riacceso l’interesse nei miei confronti. Venivo da una stagione praticamente buttata in F2, con una vettura che non mi aveva insegnato nulla e dei risultati inspiegabili per un pilota che fino a quel momento aveva sempre lottato per vincere. L’Auto GP mi ha riportato al mio livello abituale, a giocarmi un campionato fino alla fine. Ora c’è una porta aperta in America da valutare, molte chance di correre da professionista nei campionati GT e soprattutto molto interesse da parte dei team della GP2, serie che però richiede un grosso budget. Trovarlo è difficile ma ci proveremo, e se non dovessimo farcela l’unico altro campionato a ruote scoperte che prenderò in considerazione è l’Auto GP. Mi piacerebbe provare a vincere il titolo che quest’anno mi è scappato per un soffio…”.

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