La prima stagione dell’
Auto GP si è chiusa da pochi giorni, e mentre l’organizzazione è già al lavoro a pieno ritmo per preparare il Campionato 2011 è anche tempo di fare un bilancio di questa prima annata della Serie.
Dopo il gran finale di
Monza, con 17 vetture al via e
Romain Grosjean incoronato come primo campione, ecco quali sono le riflessioni di
Enzo Coloni sulla prima edizione dell’
Auto GP.
Allora Enzo, qual è il bilancio di questa prima stagione Auto GP?
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È ottimo. Sapevamo di avere un pacchetto tecnico molto forte e speravamo che la formula che abbiamo scelto riscuotesse il consenso di piloti e team, ma quello che siamo riusciti a ottenere è andato oltre le più rosee aspettative. In un momento economico difficile, che ha fatto sentire la propria influenza anche sul mondo del Motorsport portando molti campionati a una flessione, la tendenza dell’Auto GP è stata di crescita costante, sia nei numeri che nella qualità dei partenti. La griglia dell’ultimo evento a Monza non lascia dubbi: c’erano al via piloti che hanno gareggiato in F.1 come Pantano e Grosjean, campioni della GP2 e della GP2 Asia e alcuni fra i talenti più interessanti del Motorsport mondiale. Credo che nessun altro Campionato abbia portato in pista così tanta qualità, e quanto detto vale anche per i team: tre squadre GP2, lo junior team Renault F.1 gestito da Charouz-Gravity Racing e in generale staff tecnici con esperienze ai massimi livelli, l’ideale per la crescita dei piloti”.
Quali sono le ragioni di questo successo?
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Mi piace pensare che i piloti che hanno scelto il nostro campionato abbiano capito che stavamo lavorando per loro, per dargli un’occasione di gareggiare ai massimi livelli senza dover impegnare budget astronomici. Non è stato facile riuscirci, ci abbiamo investito molto e mi fa piacere che la nostra filosofia sia stata recepita”.
All’ultimo evento del campionato erano ancora sei i piloti che la matematica teneva in gioco per il titolo finito poi nelle mani di Grosjean. Cosa significa questo?
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Significa che la parità assoluta di prestazioni tra le vetture ha permesso a più piloti di mettersi in evidenza. Grosjean non lo scopriamo certo oggi, è da anni tra i piloti più veloci in circolazione e l’esperienza gli ha portato anche una notevole solidità mentale che nell’Auto GP ha saputo mettere a frutto spingendo sempre al massimo senza sbagliare mai. La sua presenza ha dato agli altri la certezza di misurarsi con un riferimento al top, spingendoli a dare il massimo. Non a caso abbiamo avuto 14 piloti diversi sul podio, e sono in molti ad aver impressionato. Piscopo, Tappy, Charouz, Filippi, Tambay, Onidi, Iaconelli, Leal, Reid, tutti hanno avuto le loro occasioni per spiccare”.
E ora quali sono gli obiettivi per il 2011?
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Costruire su quanto di buono fatto quest’anno per crescere ancora. Stiamo lavorando al calendario, che avrà almeno un minimo di 7 eventi con doppia gara, con la possibilità di arrivare 8 prove. Aumenterà il numero delle piste F.1, e ovviamente continueremo ad avere un cospicuo montepremi. Dal punto di vista della formula non c’è molto da cambiare, ma un anno di esperienza ci ha consigliato qualche piccolo aggiustamento che renderemo noto quando presenteremo la prossima stagione, presumibilmente verso la fine di ottobre”.
C’è ancora qualcosa da dire sul 2010 prima di buttarsi completamente sulla pianificazione del prossimo anno?
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Sì, che sono orgoglioso del modo in cui il campionato si è guadagnato il suo spazio nel corso della stagione. All’inizio essendo una serie nuova è normale che ci fosse un misto di curiosità e diffidenza, ma sono bastate le prime gare perché piloti, Federazioni straniere e i maggiori media sportivi a livello internazionale ci riconoscessero la bontà del lavoro fatto. Oggi, mentre programmiamo il 2011, parliamo ogni giorno con nuovi team, nuovi circuiti e nuovi partner interessati a collaborare con noi. È la dimostrazione che siamo andati nella direzione giusta. Mi dispiace solo che di questo non si siano accorte le autorità sportive italiane: da loro non abbiamo ricevuto nessun supporto”.
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