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La Trident Racing presenta il circuito di Navarra

Stefano Alessi racconta le caratteristiche della pista che i piloti affronteranno il prossimo weekend

Tra poco più di una settimana l’Auto Gp tornerà ad accendere i motori dopo la pausa estiva e lo farà sul circuito di Navarra-Los Arcos. Così, oltre alla lotta per la testa del campionato, al momento nelle mani di Edoardo Piscopo, l’interesse di appassionati e addetti ai lavori sarà rivolto anche al nuovo tracciato, terminato nei primi mesi dell’anno ed inaugurato con una grande manifestazione che lo scorso giugno ha raccolto sugli spalti ben 32.000 persone. L’Auto Gp sarà il primo campionato a quattro ruote a gareggiare sulla pista spagnola e se questo per la serie è senza dubbio un fatto prestigioso, dall’altra parte sarà una grande sfida per le squadre. Senza nessun riferimento, infatti, i team dovranno partire da un foglio bianco, situazione che esalterà le capacità di intuizione di direttori tecnici ed ingegneri. Proprio a un direttore tecnico ci siamo rivolti per capire come le squadre stanno preparando il fine settimana spagnolo. È Stefano Alessi, dt della Trident Racing, che non nasconde le difficoltà di lavorare alla cieca: “Un’idea del tracciato ce la siamo fatta, ma non molto di più. Ci siamo procurati le caratteristiche della pista (raggi di curvatura, pendenze) e le abbiamo inserite nel nostro software di simulazione per ottenere i primi dati su cui lavorare, ma inevitabilmente sarà solo quando arriveremo lì che potremo capire sul serio in che direzione andare. Attualmente non c’è modo di conoscere il livello di grip dell’asfalto, un dato importantissimo, né di sapere quanto sia regolare la superficie, anche se essendo stato appena steso supponiamo che l’asfalto sia piatto e in perfette condizioni”. Al di là degli aspetti tecnici, Alessi ha ricavato ottime impressioni sul layout della pista: “Studiando la mappa e guardando alcuni video su Youtube ho subito capito che la pista mi piace. Il tracciato sembra molto tecnico, con la prima parte che contiene anche dei dislivelli, fatto che apprezzo perché non frequentissimo nei circuiti di ultima concezione”. Il dt Trident si è prestato a percorrere con noi un giro virtuale: “Il rettilineo principale è in leggera salita e presenta una prima piega che dovrebbe essere possibile prendere in pieno. Se sarà effettivamente così, la prima frenata sarà impegnativa e introdurrà il pilota nelle curve 2-3, che in realtà andranno affrontate come un’unica curva. Da lì si va in discesa fino a uno dei punti più interessanti, quello delle curve 5,6 e 7, che potrebbe creare spettacolo visto che si presta ad interpretazioni diverse. Dalla curva 8 sarà importante uscire bene perché c’è un tratto rettilineo discretamente lungo, che porta verso un'altra parte tecnica, quello delle curve 10 e 11 dove sono convinto che i piloti migliori potranno davvero fare la differenza. Il resto della pista è abbastanza convenzionale, ma ci vorrà un’attenzione speciale per l’ultima curva, la 15, perché è quella che introduce sul rettilineo principale". E l’aerodinamica? “Il rettifilo è piuttosto lungo, ma nonostante questo credo che non si utilizzerà una configurazione da basso carico, perché ci sono molte curve e una soluzione del genere dovrebbe dare più svantaggi che vantaggi”.

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