Nel marzo del 2008 la
DMG (Daytona Motorsport Group) ha concluso un accordo con l’
AMA (American Motorcyclist Association) per la gestione dei diritti relativi a Superbike, Motocross, Flat Track, Supermoto, Hillclimb e ATV Pro Racing.
Sembrava un matrimonio perfetto tra due entità specializzate nel motorismo americano e capaci, insieme, di portare le competizioni e la visibilità internazionale dello
sport a motore a stelle e strisce, a livelli mai raggiunti prima di allora.
Ma la
crisi si è abbattuta sui grandi Costruttori che, in forma ufficiale, partecipavano ai campionati AMA e che, dovendo “tagliare” risorse per far fronte al
ridimensionamento del business globale, in alcuni casi hanno scelto proprio le ‘Series’ americane.
Oggi tocca a
Kawasaki. La Casa di Akashi ha recentemente annunciato che abbandonerà la ‘AMA Pro Racing Series’ a causa dei venti di crisi che incessanti continuano a soffiare da est a ovest e… viceversa.
La promessa però è di tornare negli States con un supporto ufficiale non appena le condizioni dell’economia lo permetteranno, un modo abbastanza scontato per dire “intanto ce ne andiamo, poi si vedrà”.
L’abbandono di Kawasaki è un altro duro colpo per l’accoppiata AMA-DMG che ha dovuto salutare la star del campionato
Mat Mladin, ritiratosi a fine campionato, oltre a
Honda e Buell; la prima per gli stessi motivi del costruttore delle “verdone”, la seconda per la chiusura dell’attività produttiva.
Se a ciò si aggiunge che
Yamaha è stata “bannata” dalla ‘Parts
Canada Superbike Championship’, gestita da una società emanazione diretta della DMG, risulta chiaro come Oltreoceano la Superbike non goda affatto di buona salute.