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Jarvis invoca un ritorno allo sviluppo libero in MotoGP: "La troverei una cosa ragionevole"

Il boss della Yamaha ha spiegato alla Gazzetta dello Sport che crede che eliminare il congelamento degli sviluppi in stagione renderebbe l'intera griglia più competitiva. Sul momento di crisi ha aggiunto: "Dobbiamo capire cosa stiamo sbagliando e partire in un'altra direzione".

Lin Jarvis, team manager Yamaha

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Lin Jarvis, Managing Director  Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Lin Jarvis, Yamaha Factory Racing Managing Director

La Yamaha sta vivendo un periodo nero dal punto di vista tecnico e dei risultati. Per la prima volta nella sua storia ha tagliato il traguardo delle 23 gare senza vittorie nella classe regina e la competitività mostrata dalle M1 dopo la pausa estiva lascia presagire che questa striscia sia destinata ad allungarsi ulteriormente.

Valentino Rossi ad Aragon aveva detto piuttosto chiaramente che servirebbe un miracolo per riuscire a non concludere l'anno senza vittorie. Non a caso, dopo la gara spagnola, il pesarese ha invocato una rivoluzione interna come quella che era avvenuta nel 2004, anno in cui aveva lasciato la Honda per legarsi alla Casa di Iwata per la prima volta.

Parlando con la Gazzetta dello Sport, Lin Jarvis però non sembra sposare troppo questa teoria, anche se ammette che bisogna capire quale sia l'ingranaggio che non funziona più a dovere da un po' di tempo a questa parte: "Io non posso arrivare a dire che vanno messi in discussione i tecnici, ma il solo modo di uscire dai problemi attuali è capire cosa stiamo facendo di sbagliato e ripartire in una nuova direzione. Abbiamo uomini che sanno come vincere, però qualcosa che stiamo facendo non funziona ormai da troppo tempo".

Ad Aragon Valentino si era lamentato anche di un certo ritardo con la moto del prossimo anno. Nei test di Brno è stata provata una nuova specifica di motore, ma anche secondo Jarvis i problemi da risolvere sulla M1 sono molteplici: "Il nostro problema non è solo il motore, è il telaio che non crea sufficiente grip meccanico, è l'elettronica che non controlla al meglio l'erogazione che i piloti vorrebbero più dolce, è la gestione delle gomme".

Continuando a parlare del motore, ha assicurato che non verrà stravolta la filosofia del quattro cilindri in linea per passare al V4: "Vi garantisco che il prossimo anno avremo ancora un motore in linea. Non credo che sia una tipologia a fine sviluppo. Sono convinto che possa essere competitivo, ma serve modicarlo e migliorarlo".

La cosa più curiosa, però, è quella che Jarvis ha aggiunto successivamente, invocando sostanzialmente un ritorno allo sviluppo libero nel corso della stagione: "La troverei una cosa ragionevole. Abbiamo visto come la Suzuki abbia faticato nel 2017 e la Honda l'anno prima: aumenterebbe la competitività della griglia. In principio il sistema delle concessioni è una buona regola, ma se nell'interesse comune tutte le squadre dovessero decidere in tal senso, noi saremmo favorevoli".

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