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Analisi

WTCR: l'uscita delle Alfa Romeo è una doppia sconfitta

La Romeo Ferraris non schiererà più le sue Giulietta nella massima serie turismo per via di un regolamento che mette sempre più da parte i privati, confermando ancora una volta la cecità sportiva dei vertici del Biscione.

Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Foto di: WTCR

Stavolta è davvero finita: nel 2021 non ci sarà alcuna Alfa Romeo in pista nel FIA WTCR, dopo tre anni di ritorno del marchio del Biscione nella massima serie turismo.

La Romeo Ferraris ha dovuto prendere, non senza rammarico, questa difficile decisione, dato che la sua Giulietta TCR non potrà adeguarsi ai nuovi regolamenti imposti da FIA ed Eurosport Events.

Dal 2018 sono accadute tantissime cose, a cominciare da un rinnovamento del vertice del campionato del mondo per le vetture di serie, ma soprattutto va analizzato il peso della presenza di determinati marchi in questa competizione, Alfa Romeo in primis.

Giulietta e Romeo (Ferraris)

Tanto per cominciare, dobbiamo evidenziare che se una macchina griffata Alfa Romeo è tornata a competere in una serie turismo di livello mondiale è solo grazie alla Romeo Ferraris.

Era l'ormai lontano 2015 quando l'azienda di Opera mise in pista il primissimo modello della sua Giulietta in specifiche TCR. Inizialmente l'aspetto non era proprio dei migliori, con profili molto squadrati e spigolosi che la facevano assomigliare molto più ad un... Lego!

Da lì in avanti cominciò un cammino che portò la Giulietta TCR prima ad ottenere podi e vittorie in TCR International Series, poi a moltiplicarsi nelle varie serie TCR nazionali, fino ad arrivare al tanto atteso WTCR.

Correva l'anno 2018 e la FIA, in collaborazione col promoter Eurosport Events, scelse di abbracciare il concetto ideato da Marcello Lotti in sostituzione dell'ormai inaffrontabile (come costi) regolamento TC1 che aveva portato al fuggi fuggi generale dal FIA WTCC.

Alfa Romeo Giulietta TCR

Alfa Romeo Giulietta TCR

Photo by: TCR media

Un ritorno, ma senza origini

"Un marchio glorioso come Alfa Romeo non può non esserci in quello che oggi è il Mondiale Turismo", disse con grande orgoglio a Motorsport.com la responsabile della Romeo Ferraris, Michela Cerruti.

Detto, fatto. Due Giulietta TCR furono iscritte alla serie alla FIA World Touring Car Cup (cioè "Coppa del Mondo Turismo", perché non è previsto l'impegno diretto delle Case) con il Team Mulsanne e la suggestiva coppia di veterani tricolore, Gianni Morbidelli e Fabrizio Giovanardi.

Ma mentre il duo non riesce a trovare il giusto feeling con il mezzo, cominciano ad emergere problematiche non da poco nel far fronte a sfide tecniche sempre più simili al Davide contro Golia.

Questo perché praticamente tutti gli altri aderiscono grazie ai pesanti investimenti dei Costruttori che ci sono alle spalle (Hyundai, Honda, Audi, Volkswagen, Cupra e in parte anche Peugeot), mentre in Alfa Romeo si preferisce spendere soldi fitti per attaccare gli adesivi sulla Sauber, provando a sfruttare il richiamo e il palcoscenico della Formula 1.

Va da sè che quando uno si deve arrangiare coi propri mezzi, il sudore e la fatica spesso facciano pensare di aver effettuato la scelta sbagliata. Il primo segnale arriva con l'allontanamento di Morbidelli - con cui non si è mai instaurato un grande rapporto pilota-team - e l'ingaggio di Kevin Ceccon, poi a gettare la spugna è Giovanardi, che dopo l'incidente nelle Prove Libere in Cina preferisce dire basta.

Gianni Morbidelli, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Gianni Morbidelli, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Photo by: WTCR

Per la tua maggior gloria

A volte dalle difficoltà se ne viene fuori ancor più forti e... orgogliosi. Questo accade a Suzuka, dove Ceccon regala il primo trionfo alla Giulietta by Romeo Ferraris fra le sincere lacrime di tutti i ragazzi del box lombardo, convinti realmente di aver raggiunto uno storico traguardo con la complicità delle loro uniche mani.

Il 2019 parte con un duro lavoro invernale che si tramuta in evoluzione della Giulietta Quadrifoglio Verde TCR in Veloce TCR per il FIA WTCR, dove il confermato Ceccon ha il nuovo compagno di squadra Ma Qing Hua ad accompagnarlo.

E' proprio il cinese a stupire tutti andando a prendersi il successo allo Slovakia Ring, con Kevin 3°. La coppia si dimostra consistente e seppur non arrivino più trionfi, almeno ci sono i podi dei due (3 Ma e 4 di Ceccon, di cui uno in realtà tolto per una assurda penalità) a far gioire, confermando la bontà di un progetto privo di ogni supporto ufficiale.

Eh, sì. Perché intanto il WTCR continua ad evolversi e mentre Andrea Adamo, direttore di Hyundai Motorsport, ammonisce i vertici di Eurosport Events dicendo a Motorsport.com "Non vogliono le Case, ma gli fanno comodo i nostri soldi!", pare ormai scontato che chi corre in questo campionato lo debba e possa fare unicamente con un Costruttore alle spalle.

Da questo orecchio continuano a non sentirci in FCA: a parte l'approvazione per l'utilizzo del marchio e alcuni materiali, altro non arriva a livello di impegno relativo ad un reparto Corse Clienti. Romeo Ferraris prosegue imperterrita e mai doma col suo lavoro, senza mai versare una lacrima o pronunciare lamentele in merito, il che fa ancor di più apprezzare la vetta scalata da un privato con le sue sole gambe.

Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Kevin Ceccon, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Photo by: WTCR

Dietrofront 2020

E' chiaro che alla fine del 2019 la Giulietta Veloce abbia raggiunto il massimo della sua evoluzione tecnica, per cui non ha senso continuare a schierarla nel WTCR sapendo anche che il prodotto di serie è ormai a fine vita dopo 10 anni sul mercato.

La FIA introduce la nuova centralina unica Marelli (tenete a mente questo punto perché più avanti ci torneremo sopra) e dalla Romeo Ferraris si opta per concentrare gli sforzi sul supporto ai clienti delle serie nazionali e sul nuovo progetto della Giulia ETCR elettrica.

La pandemia di Coronavirus scombina ulteriormente le carte e in primavera viene deciso che il WTCR avrà un calendario di sei eventi solo in Europa. Le due Giulietta Veloce sono ancora nei garage di Opera e quindi perché non iscriverle nuovamente sfruttando questa opportunità?

Anche perché la FIA concede deroghe per chi non ha avuto modo di installare la ECU Marelli, mentre Eurosport Events si inventa la classifica legata ai privati che non godono di supporto dalle Case, con la speranza di rimpolpare una griglia che fatica a superare i 12 elementi.

In estate viene annunciato l'ingaggio del Campione TCR International 2017 Jean-Karl Vernay, le iscrizioni chiudono prima che Luca Filippi possa ufficializzare il suo programma, per cui il piemontese apparirà solo in alcuni eventi come wildcard "trasparente".

La Giulietta è in piena forma, Vernay e il Team Mulsanne-Romeo Ferraris anche. Se non fosse per alcune penalità date in maniera discutibile, unite ad un paio di errori evitabili da parte del francese, si potrebbe sperare in un titolo assoluto, che però proprio all'ultimo weekend va ad Yann Ehrlacher e alla Cyan Racing Lynk & Co. In Romeo Ferraris arriva comunque il WTCR Trophy per gli indipendenti a regalare un degno finale si storia alla Giulietta nel campionato.

Jean-Karl Vernay, Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Jean-Karl Vernay, Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR

Photo by: WTCR

Un traguardo raggiunto a testa alta

"Un vecchio saggio disse una volta: quando arrivi all'ultima pagina, chiudi il libro". La frase è pronunciata da Mr.Wu nel film Disney "Un maggiolino tutto matto" proprio quando è chiaro che non si possa più far correre la macchina.

Il capitolo WTCR termina ufficialmente alla vigilia del 2021, dal primo momento che la FIA non concederà ulteriori deroghe regolamentari sull'utilizzo della ECU Marelli. E qui riprendiamo il discorso accennato sopra, perché per tutta la passata stagione non solo le Alfa Romeo, ma pure Audi e Renault hanno beneficiato di questa concessione.

Va chiarito che tutte le vetture omologate come TCR sono soggette a Balance of Performance: ciò non vuol dire correre solamente con pesi aggiuntivi in base alle prestazioni. C'è tanto altro che la FIA e il Dipartimento Tecnico di WSC Ltd. hanno studiato per provare a livellare le sorti della griglia.

Oltre alle altezze da terra variabili, vi è pure la potenza del motore e tutti i parametri relativi alla spinta delle turbine montate sui 2 litri delle varie auto. Tutto ciò è collegato ad una centralina che, a seconda dei marchi, poteva essere di differente modello. C'è poi da dire che la Giulietta ha sempre corso con un motore turbo, ma di cilindrata 1750, il che spesso ha determinato ulteriori benefici in termini di parametri e potenze, in modo da arrivare a giocarsela con gli altri.

Stavolta la FIA, per evitare ulteriori grattacapi tecnici (e anche politici, diciamolo pure) ha fissato l'obbligo per tutti di montare la centralina unica della Marelli, il che ha comportato una marea di test di sviluppo e affinamento svolti dai vari Costruttori per sistemare le rispettive macchine TCR. Fra questi abbiamo Hyundai, Honda, Lynk & Co e Cupra, mentre Audi ha costruito una nuova RS 3 LMS in modo da essere in regola.

Lo stesso non si è potuto fare in Romeo Ferraris, perché era già stato detto a fine 2019 che la macchina non aveva più margini di crescita. Oltre alle problematiche ingegneristiche che comporta l'installazione di una nuova centralina su un'auto da corsa, non ha più nemmeno un senso portare nel WTCR una vettura che in concessionaria andrà ad esaurimento scorte, visto che da marzo 2020 la Giulietta è fuori produzione.

Team Mulsanne, Alfa Giulietta TCR

Team Mulsanne, Alfa Giulietta TCR

Photo by: WTCR

Il peso della storia

Alfa Romeo (inteso come Costruttore) ha perso un'altra delle ormai innumerevoli occasioni di riproporre un impegno diretto nel mondo delle corse, specialmente nel turismo dove tanto ha vinto raggiungendo gloria come Casa, con conseguente incremento di vendite e passione fra il pubblico.

Avevamo già affrontato il serio problema del trattamento del marchio come un solo adesivo che funge da 'specchio per le allodole' sui cofani delle Sauber F1, e qui si evidenzia ancor di più la cecità che hanno avuto i vertici di Stellantis/FCA dal 2015 ad oggi, quando avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa per rialzare la testa nel motorsport.

Il merito è quindi di Romeo Ferraris e di chiunque abbia portato anche solo un mattoncino a questo progetto, che andando a terminare lascia pure una grossa lacuna al FIA WTCR e ad Eurosport. Ed è qui che possiamo parlare di doppia sconfitta: la prima, come detto poc'anzi, del Costruttore Alfa Romeo, ma la seconda è del campionato.

Per quanto all'apparenza non sembri, l'idea delle corse Customer per i clienti che il TCR doveva incarnare, nel WTCR ormai non c'è più e il peso della presenza di un privatone rischia di farsi sentire nel bene e nel male.

Bene la scelta della ECU Marelli comune, ma sono tanti gli aspetti che hanno fatto lievitare i costi in questo triennio. Spese che può affrontare solamente chi ha alle spalle un vero e proprio Costruttore, il quale investe pesantemente e seriamente nel supportare i team che lo rappresentano.

Ad oggi il WTCR è a poco più di 2 mesi dal suo avvio e la sicurezza della presenza in griglia l'hanno già data solamente le Honda di JAS Motorsport, le Lynk & Co e le Audi. Arriveranno anche le Hyundai e probabilmente pure le Cupra, ma nella migliore delle ipotesi si faticherà a superare le 20 unità sullo schieramento.

Le quali sono meno delle 28 che c'erano nel primo anno di WTCR (2018) e praticamente tutte con le caratteristiche di "semi-ufficiali". Il che rende ancor maggiormente di nicchia un campionato fatto sempre più per i Costruttori e sempre meno per i clienti o i privati. Tornando al rischio di raggiungere le spese folli che hanno ucciso il WTCC.

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