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Video: l'emozionante salita di Gubbio ai 240km/h al fianco di Simone Faggioli sulla Norma M20 FC Pikes Peak

In Umbria abbiamo avuto il privilegio di sedere al fianco del pilota toscano pluricampione europeo e affrontare la salita nella Gola del Bottaccione: una esperienza unica vissuta sulla macchina con la quale Faggioli ha partecipato alla gara U.S.A.

Simone Faggioli e Francesco Corghi, Motorsport.com

Simone Faggioli e Francesco Corghi, Motorsport.com

Pirelli

Non capita tutti i giorni di salire su una vettura da corsa, specialmente se a guidarla è un asso come Simone Faggioli. Il Re Europeo delle cronoscalate e Pirelli erano presenti al FIA Hill Climb Masters di Gubbio, dove hanno dato modo ad alcuni fortunati invitati di calarsi nell'abitacolo della Norma M20 FC utilizzata dal toscano alla Pikes Peak per affrontare assieme a lui 2,2km (dei 3,3km totali) di percorso di gara nella Gola del Bottaccione.

Il tracciato è stato disegnato dagli organizzatori lungo la Strada Regionale 298 Eugubina partendo dall'incrocio con Via S.Ubaldo e arrivando fino al valico di Madonna della Cima; Motorsport.com era presente all'iniziativa e verso mezzogiorno abbiamo indossato tuta e casco prendendo posto sul sedile di fianco a Faggioli.

 

I tecnici del Faggioli Racing Team/Best Lap hanno fornito tutte le indicazioni su come saltare dentro l'auto, facendo attenzione a dove mettere i piedi sulla carrozzeria e calandosi da sopra al roll-bar dentro l'abitacolo. Strette a dovere le cinture di sicurezza (le spalle non si debbono muovere) e attaccati con la mano destra alla struttura di sicurezza incrociando la sinistra per non occupare troppo spazio, sono cominciati i brividi e le emozioni.

"Siamo pronti? Andiamo?", ha chiesto Faggioli cominciando ad accendere dashboard e spostando le levette che hanno dato pressione alla benzina e avviato la macchina. "Ovvio!", abbiamo risposto e... 'clack', prima marcia inserita e motore portato subito su di giri.

Dal punto di partenza alla prima curva a destra c'erano circa 100m. Letteralmente bruciati arrivando in 4a marcia già dopo 150m. L'accelerazione brutale è ciò che il fisico subisce maggiormente (stiamo parlando comunque di un bolide con motore 3700 biturbo da 800CV) ed è stato immediatamente chiaro che testa e collo andavano tenuti piegati verso il basso il più possibile per reggere la pressione dell'aria.

Su una monoposto, per altro nella posizione di passeggero dove non c'è il poggiatesta, il casco viene praticamente ribaltato all'indietro dalla forza 'G' frontale, in particolare ad ogni cambiata di marcia, quando il motore scarica a terra tutta la sua potenza sollecitando fortemente i muscoli del collo. Da qui si spiega il perché vengono allenati in palestra dai piloti, le forze frontali e laterali a certe velocità sono pazzesche (nel primo tratto abbiamo raggiunto circa i 180km/h), ma è la classica situazione del 'fino a quando non provi, non puoi capire'...

Dopo altri 500m con curvone a sinistra, lieve piega a destra e altro allungo a sinistra, ecco la prima vera frenata per affrontare un bel tornante di montagna verso destra e la successiva salita del 10% di pendenza. La staccata fisicamente viene avvertita meno grazie alle cinture di sicurezza che ti tengono incollato al sedile, ma anche al riferimento visivo che ti fa già preparare al pestone del piede sul pedale del freno.

La Norma è un prototipo e... si sente! L'auto, oltre che veloce è pure molto stabile, Faggioli curva in modo deciso, ma anche pulito, senza correggere le sterzate e sbandare. Ci può stare che non stia spingendo al massimo delle sue possibilità (ne parleremo più avanti...), ma comunque la velocità è elevata e il fondo è quello di una strada comune, quindi sporca e priva di gommatura a garantire un alto livello di aderenza.

L'accelerazione in salita è notevole nonostante la pendenza e in un paio di secondi siamo alla successiva piega di 90° a destra che ci immette in un tratto di bosco con curve miste che porta ad un rettilineo di circa 550m dove Faggioli tocca il picco dei 240km/h circa; una chicane fatta di new jersey di plastica bianchi e rossi ci impedisce di incrementarli, ma facendoci avvertire cosa significa frenare decisi a quella velocità, sentendo una vettura molto stabile che decelera in pochissimi metri fino ad arrivare a meno di 100km/h per poi riprendere velocità rapidamente verso il tratto finale del percorso.

Questo è probabilmente il punto più bello - a nostro avviso - dove la Norma esprime al meglio le sue potenzialità meccaniche dimostrandosi agile e scattante nei cambi di direzione, avendo 650m circa di tornanti in serie prima di arrivare al valico di Madonna della Cima. Il primo è verso sinistra all'uscita di una larga curva a destra, poi breve accelerazione di 100m e nuovo tornante a destra, 100m e tornante a sinistra. Faggioli dà un colpetto al freno per inserire la vettura e poi riapre il gas passando da 60km/h a 130km/h in pochissimi metri. Qui - ahinoi e purtroppo - transitiamo sotto al cartellone "Finish".

Sì, purtroppo, perché il tutto è durato esattamente 1'10", quando lo stesso percorso con la propria macchina stradale lo si completa attorno ai 3'.

La scarica di adrenalina è chiaramente elevatissima, non c'è sicuramente il tempo per soffrire il classico "mal d'auto" delle curve di montagna e la cosa che più sorprende è vedere a che velocità un cronoscalatore del calibro di Faggioli imposta curve cieche e strette. L'aumento di essa, come sappiamo, restringe visivamente la carreggiata della strada, per cui viene esaltata la sicurezza e il coraggio che un pilota della sua disciplina possiede. Anche perché in certe curve non hai vie di fuga o prati come in pista, ma alberi e burroni!

Un'altra bella sensazione è la frenata e l'inserimento in curva pulito. Si rallenta e si accelera in continuazione e qui diventano ovviamente importanti i punti di riferimento presi dal pilota per affrontare il percorso.

"E' una responsabilità portare un passeggero in macchina, non si può certamente dare il massimo come quando si è da soli, ma in alcuni punti non mi sono risparmiato - ci ha detto Simone una volta tornati al punto di partenza - Abbiamo raggiunto un picco massimo di 235-240km/h nel tratto rettilineo, nei tornanti eravamo a circa 60km/h, nella parte mista di curva a 180km/h".

Insomma, come visto coi nostri occhi (che ancora brillano), Faggioli ha cercato comunque di dare l'idea al passeggero di quello che fa un pilota del suo calibro e del suo sport, sfruttando ogni singolo metro di traiettoria per far volare la sua Norma e frenando al limite per non perdere tempo, accelerando il prima possibile con precisione e senza sbagliare nulla. C'è riuscito in pieno!

 

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