Rossi pensa già ai test: "Domani proviamo un nuovo motore"
Dopo il sesto posto di Brno, il "Dottore" ha ribadito che è quello il punto debole della Yamaha: "Quello delle altre moto va più forte ed è più facile da guidare". La sua speranza è che nei test si faccia il primo passo nella direzione giusta.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Valentino Rossi è tornato ad essere il miglior pilota della Yamaha a Brno, ma non si può di certo dire che lo abbia fatto nella giornata più positiva per la Casa di Iwata. Il "Dottore" ha infatti tagliato il traguardo in sesta posizione, staccato di poco meno di dieci secondi dal vincitore Marc Marquez.
Anche se è vero che si tratta del suo miglior risultato nelle ultime cinque gare, con qualche progresso a livello di feeling con la M1, il "Dottore" è convinto che il saliscendi ceco sia tornato ad evidenziare la differenza di motore con le altre moto. Per questo il suo focus sembra già spostarsi a domani, quando nei test avrà modo di provare un nuovo motore.
"Non è che siamo felici per aver fatto un sesto posto, però oggi è andata un pochino meglio rispetto alle ultime gare perché abbiamo modificato un po' di cose sulla moto e, almeno in entrata e in frenata, ero abbastanza veloce. Però quelli che sono arrivati davanti sono andati più forte, quindi dobbiamo lavorare molto perché ci mancano un po' di cose. Domani ci sarà un test e dovremmo avere una specifica di motore un po' diversa, quindi speriamo di riuscire a migliorare" ha detto Valentino.
Il pesarese poi è passato a spiegare il problema più grande che ha caratterizzato la sua gara: non aveva abbastanza velocità in rettilineo per sorpassare ed è su questo che secondo lui la Yamaha deve lavorare.
"Sono riuscito a partire in terza fila, che non è male in questo periodo. Ho fatto una buona partenza, ho passato Zarco ed ero già con quelli buoni. Poi avevo Pol Espargaro davanti ed avevo anche più passo di lui, ma il problema è che facciamo molta fatica a superare perché nel dritto andiamo piano, quindi arriviamo troppo lontani in staccata. E' lo stesso guaio che ha avuto anche Maverick. Io ho fatto sesto, ma oggi c'era molta differenza: quelli davanti andavano di più e avevano più passo, quindi sicuramente bisogna lavorare".
Poi è entrato un po più nei dettagli, spiegando che cos'è che secondo lui manca al propulsore della M1: "C'è un lavoro da fare abbastanza grande, perché le altre moto vanno un po' più forte, ma sono anche un po' più facili da guidare a livello di motore. Vediamo domani e speriamo di riuscire ad andare un pochino meglio. E' solo un primo step, una modifica, ma se riusciamo ad andare un pochino meglio non è male".
Parole che lo fanno già sembrare focalizzato al 2020, anche se lui ha ribadito che non è così: "Ci sono anche un po' di cose per il 2019, soprattutto di elettronica. Il problema è che questo motore ce lo dobbiamo tenere per tutta la stagione, perché è sigillato fino alla fine dell'anno. Poi bisognerà fare un buon lavoro in vista dell'anno prossimo".
Infine, ha mandato ancora una volta un messaggio forte e chiaro ai giapponesi: "L'anno scorso ai test di Brno c'era un parafanghino, domani un motore nuovo, quindi siamo già migliorati. Ma la Yamaha deve capire che deve lavorare seriamente se vuole chiudere il gap".
Informazioni aggiuntive di Oriol Puigdemont
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