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Retroscena Yamaha: Jarvis chiarisce il caso delle valvole

Il capo della Yamaha ha voluto chiarire come è nata la penalizzazione del Costruttore e dei team per l'uso di valvole non omologate nel GP di Spagna all'apertura della stagione di MotoGP. Lin parla di un "errore madornale fatto da Yamaha Japan", ma esclude ogfni tentativo di frode sportiva: "Siamo stati costretti a usare valvole di due fornitori diversi. Sono identiche nel disegno e nel peso, non ci sono differenze prestazionali ma di materiali".

Lin Jarvis

Gold and Goose / Motorsport Images

La Yamaha chiarisce la sua posizione. Lin Jarvis, responsabile del marchio, a Valencia ha voluto spiegare come è nato il caso che ha portato il marchio di Iwata e le sue squadre a una penalizzazione in punti nel mondiale Costruttori e team, ma non in quello piloti, scatenando forti polemiche.

I tecnici della Casa giapponese non hanno mai rotto i sigilli dei motori per sostituire le valvole, ma l’errore madornale, come è stato definito dagli uomini del diapason, è nato molto prima e nella più assoluta buona fede. Va spiegato, quindi, come mai la Yamaha abbia potuto utilizzare nel GP di Spagna a luglio dei motori diversi da quello campione. Tutte e quattro le M1 schierate a Jerez avevano delle valvole con caratteristiche diverse da quelle omologate prima della stagione.

Ora emerge un importante retroscena che può essere utile a fare chiarezza sull’intera vicenda: la Yamaha quando ha saputo che il suo fornitore di valvole avrebbe interrotto la produzione non potendo soddisfare l’ordine per la stagione 2020, si è rivolta a un altro produttore con l’obiettivo di integrare la produzione con pezzi di identico disegno.

"Abbiamo iniziato l'anno con le valvole omologate nel nostro motore campione, quelle che usiamo come punto di riferimento in caso di protesta erano le valvole prodotte dal nostro primo fornitore - ha ammesso il capo della Yamaha Lin Jarvis - . Tutti i motori della prima gara, invece, erano equipaggiati da valvole dell'altro produttore”.

“L'intenzione della Yamaha non è mai stata quella di trarre un vantaggio in termini di prestazioni, ma avevamo pianificato di utilizzare le scorte rimanenti del primo fornitore prima di passare a quello successivo” .

“Una volta iniziata la stagione, abbiamo avuto un cedimento alle valvole del secondo fornitore. E allora abbiamo studiato a fondo la questione e abbiamo capito che le valvole degli otto motori avevano un problema tecnico”.

"E’ per quello che ci siamo presentati all’MSMA e abbiamo detto apertamente 'vogliamo cambiare queste valvole difettose per sostituirle con quelle di un altro fornitore’. Ed è a quel punto che si è scatenato il caso, perché non appena si è saputa l’esistenza di due fornitori diversi si è parlato di valvole diverse”.

E qui emerge un aspetto importante: la Yamaha aveva girato al secondo fornitore i disegni che aveva fornito al primo, per cui le valvole risultano identiche per forma e peso, mentre differiscono nel materiale.

La lega di titanio-alluminio non è la stessa: “Abbiamo fatto fare un’analisi indipendente – ha proseguito Jarvis - che ha accertato che non c’era alcun vantaggio prestazionale, anche se non si può dire che le valvole siano identiche per delle piccole differenze nel materiale. Noi comunque non abbiamo mai aperto i sigilli dei motori e non abbiamo mai cambiato le valvole in quel primo lotto di motori, perché abbiamo smesso di usarli”.

Emerge, quindi, una grave negligenza della Casa “…c’è stato un errore madornale all’interno di Yamaha Japan” ha aggiunto Jarvis, ma nessuna volontà di approfittarne.

La questione è deflagrata quando la MSMA aveva chiesto alla Yamaha di produrre delle prove che testimoniassero che ci fossero dei problemi di produzione delle valvole. La Casa giapponese, infatti, aveva ritirato la richiesta di sostituire le parti contestate perché non è stata in grado di portare "prove concrete" dal nuovo fornitore che attestasse un problema nel processo di produzione.

Inevitabile, quindi, una sanzione che è arrivata, anche se questa saga non ha avuto ripercussioni sui risultati dei piloti: “E’ giusto così, fortunatamente, i piloti non sono stati penalizzati – ha chiuso Jarvis – i piloti non hanno tratto alcun vantaggio in termini prestazionali per cui sono davvero la parte innocente in tutta questa vicenda".

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