Renault-Nissan: confermato l'arresto di Ghosn dopo l'incriminazione formale per illecito finanziario
Il manager 64enne rimane in carcere dopo essere stato fermato lo scorso 19 novembre. Con lui anche il membro del consiglio d'amministrazione Nissan Greg Kelly. I due avrebbero fatto sparire una cifra attorno i 44 milioni di dollari.
Carlos Ghosn, Presidente di Renault
XPB Images
Continuano i guai per Carlos Ghosn. Il presidente di Renault e Mitsubishi, ma anche amministratore delegato della gara francese, rimarrà in carcere almeno fino al 30 dicembre dopo l'incriminazione formale nei suoi confronti da parte della procura di Tokyo.
Questo provvedimento è arrivato nelle ultime ore, nell'ultimo giorno di detenzione di Ghosn iniziato 22 giorni fa dopo le accuse a suo carico riguardo l'aver fornito informazioni non corrette sul proprio compenso e sui bilanci aziendali e aver usufruito illecitamente dei fondi della Nissan.
L'accusa era arrivata il mese scorso da parte di magistrati giapponesi e dalla Nissan, Casa che fa parte del gruppo di Renault. All'interno di Nissan è stata svolta un'indagine interna grazie alla segnalazione di un dipendente - il cui nome è rimasto anonimo - e da questa sarebbe emerso che Ghosn si sarebbe reso protagonista di alcuni abusi, tra cui l'utilizzo dei fondi della società per proprio tornaconto e la riduzione sistematica dei proprio compensi nelle comunicazioni ufficiali.
Oltre a Ghosn è stato confermato anche l'arresto Greg Kelly. consigliere dell'ex presidente di Nissan e membro del consiglio d'amministrazione della Casa automobilistica. Entrambi sono stati arrestati per errate comunicazioni riguardo le retribuzioni del manager di origini brasiliane (38 milioni di dollari ammonterebbe la cifra mancante dai suoi guadagni) negli ultimi 3 anni fiscali sino a marzo 2018.
Kelly è stato arrestato assieme a Ghosn per aver aiutato il manager nel comunicare retribuzioni sbagliate in ben 5 anni per un ammontare di 44 milioni di dollari, dunque falsificazione di dichiarazioni finanziarie.
Se Ghosn dovesse essere giudicato colpevole, rischia fino a 10 anni di carcere o una pesante multa pecuniaria. Potrebbe addirittura andare incontro a una doppia sanzione, dunque finire in carcere ed essere costretto a pagare una multa salata. Una multa milionaria potrebbe essere comminata anche alla Nissan.
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