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MotoGP | Suzuki: ecco le due alette sul codone della GSX-RR

Nelle prove libere del GP del GIappone ha stupito la comparsa sulla Suzuki di Alex Rins di due profili aerodinamici sul codone. Sebbene il marchio giapponese abbia annunciato l'uscita dalla serie regina del Motomondiale, il team diretto da Livio Suppo non ha fermato lo sviluppo tecnico, proponendo un'idea che va oltre i concetti proposti da Aprilia e Ducati.

Alex Rins, Team Suzuki MotoGP

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La Suzuki prima di lasciare la MotoGP a fine stagione, vuole stupire: era facile pensare che lo sviluppo delle GSX-RR sarebbe stato fermato dopo che la Casa giapponese ha ufficializzato la decisione di abbandonare la classe regina del Motomondiale, ma i fatti testimoniano che non è affatto così.

Alex Rins, Team Suzuki MotoGP

Alex Rins, Team Suzuki MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

I tecnici Suzuki, infatti, a Motegi hanno introdotto una modifica aerodinamica sul codone della moto di Alex Rins montando due alette vere e proprie. Lo spagnolo nel lungo turno di prove libere ha effettuato dei test comparativi per scoprire qual è il comportamento della GSX-RR con e senza quelle appendici aerodinamiche nel posteriore.

La squadra che ha aperto questo filone di ricerca aerodinamica è stata l’Aprilia: in occasione delle prove libere del GP d’Italia al Mugello lo staff diretto da Romano Albesiano aveva fatto debuttare sulla RS-GP del collaudatore Lorenzo Savadori un alettoncino montato su un pilone che agiva in accordo con i semi-profili che erano stati disegnati ai lati del codone.

Poi è stato il turno della Ducati che ha replicato con le pinne da Stegosauro, vale a dire i due profili verticali divisi da un soffiaggio che servono a ripulire i flussi dietro alla schiena del pilota, cercando una maggiore efficienza.

 

Ora è il turno della Suzuki che propone la sua soluzione con due flap curvi che sviluppano il concetto delle due Case italiane: sulla moto di Rins sono comparse due alette che sono ancorate in prossimità della zona centrale del codone e si aprono verso l’esterno, cercando di indirizzare flussi diversi da quelli che la Ducati cerca di gestire con le ormai famose pinne da Stegosauro diffuse su tutte le Sesmosedici in griglia.

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