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MotoGP: omologazioni in remoto, ma lo sviluppo non si ferma

I motori che i team avevano portato in Qatar per iniziare la stagione, prima dell'annullamento della prima gara, saranno quelli che saranno omologati per il 2020. Le fabbriche però non chiudono.

Marc Marquez, Repsol Honda Team's Honda

Marc Marquez, Repsol Honda Team's Honda

Gold and Goose / Motorsport Images

La MotoGP ha annunciato oggi infatti che l'omologazione dei motori per i costruttori che non godono delle concessioni verrà effettuata da remoto, quindi prendendo come riferimento quelli che erano stati portati in Qatar per la prima gara del campionato.

Per regolamento, i costruttori senza concessioni, ovvero Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki, possono utilizzare una sola specifica di motore nell'arco della stagione, "congelando" l'unità omologata per ciascuno dei suoi piloti prima della gara inaugurale.

In condizioni normali, questo sarebbe accaduto in occasione del Gran Premio del Qatar, quando ogni pilota sarebbe sceso in pista nella FP1. Da quel momento, avrebbero avuto la stessa specifica di motore per il resto della stagione.

A causa dello scoppio della pandemia di Coronavirus, in Qatar è stata cancellata la gara della MotoGP e quindi questa operazione non è stata eseguita. Da lì si è aperto un dibattito su quando sarebbero stati approvati i motori e se fino a quel momento i costruttori avrebbero potuto continuare lo sviluppo.

Ora la MotoGP ha risposto a tutte queste domande, sia per quanto riguarda i motori che il pacchetto aerodinamico, che i team devono omologare e poi possono modificare una sola volta nel corso della stagione.

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"In genere, le specifiche del motore per la stagione sono omologate il giovedì del primo Gran Premio, così come la prima delle due vesti aerodinamiche. A causa della cancellazione dell'appuntamento di Losail, questo è stato impossibile per tutti i costruttori. Tuttavia, il Gran Premio del Qatar rimane il punto di partenza ufficiale della stagione e il punto in cui iniziano ad applicarsi le regole di omologazione" spiega il comunicato della MotoGP.

"Come ogni anno, le specifiche del motore 2020 (ad eccezione di KTM ed Aprilia, che godono delle concessioni) devono rimanere le stesse per tutta la stagione e ogni pilota deve omologare la sua prima carenatura aerodinamica".

"FIM, IRTA, MSMA e Dorna concordano sul fatto che, per motivi di eguaglianza ed equità, l'omologazione deve essere effettuata in remoto e in digitale il più presto possibile" sottolinea ancora la nota.

Come indicato da un tecnico della FIM a Motorsport.com, la Federazione prenderà i motori che si trovano in Qatar come campione per l'omologazione quando sarà il momento di farlo.

"Honda è l'eccezione" spiega il comunicato. "Poiché è stato l'unico costruttore a fornire tutte le parti del motore campione in Qatar. Il resto dei costruttori non è stato in grado di farlo a causa delle circostanze attenuanti, ma hanno inviato i loro motori campione all'organizzazione".

Oltre ai motori, la MotoGP congelerà virtualmente anche i pacchetti aerodinamici.

"Devono essere forniti anche i disegni digitali della prima carena di ogni pilota, che devono essere omologati se rientrano nei limiti tecnici previsti dal regolamento".

La MotoGP però nega di aver chiesto ai team di chiudere le loro fabbriche o di impedire di lavorare su altri aspetti, come ha fatto la Formula 1.

"FIM, IRTA, MSMA e Dorna fanno ogni sforzo per rendere semplice per i costruttori l'applicazione delle regole. La MotoGP non ha preso in considerazione un periodo di chiusura in cui tutti i costruttori devono cessare qualsiasi sviluppo per un determinato periodo di tempo, in qualsiasi periodo dell'anno, principalmente a causa della difficoltà a controllare tale regolamento".

"Lo sviluppo su qualsiasi altra parte della moto non soggetta ad omologazione può quindi continuare, come avviene in qualsiasi stagione" conclude la nota.

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