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MotoGP: l'aerodinamica è arrivata al punto di non ritorno?

La sentenza della Corte d'Appello della FIM che ha ribadito la legalità dello spoiler sotto al forcellone della Ducati sembra aver spalancato definitivamente la porta alla ricerca aerodinamica. Non sarà una rivoluzione solo tecnica, ma anche culturale.

Dettaglio della Ducati

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

C’è chi lo ha soprannominato water deflector. Per i giudici del Tribunale d’Appello della FIM, invece, si tratta di uno strumento che permette di raffreddare la temperatura della gomma posteriore, sposando tutte le argomentazioni della difesa Ducati.

Lo spoiler è stato studiato per ridurre la temperatura del pneumatico dietro di 10 gradi e permettere a un pilota più pesante, come Danilo Petrucci, di concludere la gara senza l’inevitabile calo di prestazioni.

Gigi Dall’Igna, quindi, ha avuto ragione su tutti i fronti. Il successo di Andrea Dovizioso a Losail può essere omologato perché l’appendice contestata è stata dichiarata perfettamente regolare. E vedremo presto un proliferare di queste alette anche sulle altre moto.

L’aerodinamica è destinata a cambiare le forme delle attuali MotoGP: il processo aperto dalla Ducati con le alette è irreversibile e sbaglia chi crede che si possa fermare. Da quando c’è chi ha capito che un vortice d’aria può essere indirizzato in uno specifico punto della moto è impensabile credere di bloccare lo sviluppo aerodinamico sulle due ruote perché si sta indagando in un mondo che, a differenza della F1, è ancora agli… albori.

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Vietata una soluzione, se ne inventerà un’altra per arrivare allo stesso risultato. Magari più complicata e costosa. La Ducati, dunque, ha aperto una via, anzi una strada, per non dire un’autostrada nell’evoluzione della moto e Dall’Igna passerà alla storia per essere colui che ha incentivato questa rivoluzione che non è solo tecnica, ma anche culturale.

Cambia l’approccio alla moto e certe visioni romantiche rischiano di essere spazzate via per sempre, ma proprio per questo motivo non si può far credere che un asino voli per dare credibilità al direttore tecnico della MotoGP, Danny Aldrige.

Il forcellone posteriore è un elemento mobile e il deviatore di flusso Ducati è ancorato ad esso: siccome non è un’appendice aerodinamica è legale, perché se contribuisse ad aumentare la downforce dovrebbe essere bandito. Ma perché lo spoiler è in tre elementi e dispone anche di due soffiaggi? In un punto della moto che non aumenta la resistenza all’avanzamento quanto meno servirà a due funzioni: oltre a far crescere il carico, probabilmente devierà anche il flusso per preservare la gomma posteriore…

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