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Analisi

Mistero Ferrari: un errore nella verifica benzina FIA?

Il Consiglio Mondiale FIA ha deciso di cambiare le modaltà di verifica del carburante dopo il caso di Yas Marina nel quale la Ferrari è stata multata di 50 mila dollari per la difformità fra la benzina imbarcata sulla Rossa di Leclerc e quella dichiarata della squadra. Ma se lo sbaglio non fosse stato della Scuderia?

Ferrari SF90, dettaglio tecnico

Ferrari SF90, dettaglio tecnico

Giorgio Piola

Nel documento FIA sull’ultimo Consiglio Mondiale c’è un capoverso che non è stato preso troppo in considerazione. Si legge: la modalità per il prelevamento e la verifica del carburante durante gli eventi in cui è prevista un’autocertificazione va rivista.

Questo punto, a quanto ci risulta, non era nella lista da votare lunedì a Parigi, ma è stato aggiunto dopo il “fattaccio” di Abu Dhabi, segno che il discusso episodio che si è compiuto prima dell’ultimo Gran Premio ha avuto una “scia” che non è stata affatto chiara.

La Ferrari è stata sanzionata con una pesante multa di 50 mila euro, perché il carburante dichiarato sulla SF90 di Charles Leclerc è risultato 4,88 kg in meno di quello effettivamente imbarcato sulla Rossa.

Il dubbio che tutti si sono fatti venire è stato: la Ferrari, se non fosse stata controllata prima della gara, avrebbe potuto consumare più carburante per aumentare la potenza del 6 cilindri turbo? Questa è la tesi colpevolista portata avanti da Auto Motor und Sport che continua a battere il chiodo sulla Scuderia da qualche settimana.

E del resto Charles si sarebbe portato dietro del peso in più che sarebbe costato in termini di prestazione. A Yas Marina 10 kg valgono 0”14 sul tempo al giro, per cui la benzina in più costava circa mezzo decimo a tornata. Un handicap in più specie nel T3 dove la Ferrari è parsa particolarmente in difficoltà di assetto.

Per fare chiarezza non bisogna dimenticare che durante il GP degli Stati Uniti la FIA aveva emesso una direttiva tecnica (TD 35-19) in risposta alla richiesta di chiarimento normativa spedita il 22 ottobre dal capo degli ingegneri Red Bull, Paul Moneghan.

Secondo la Red Bull era possibile aumentare la portata del carburante oltre i 100 kg/h anche con sistemi che soddisfacevano i requisiti legali, perché si andava oltre il filtraggio del segnale del flussometro, aumentando la portata di benzina fra una rilevazione e l’altra.

Pare che questa pratica sia stata abilmente avviata dalla Mercedes già nel 2014 potendo contare su un incremento delle prestazioni del 4-5%, determinando quella differenza che all’inizio dell’era ibrida aveva permesso alle frecce d’argento di dominare facilmente.

La pratica, poi, pare si sia estesa a tutti. Insieme alla capacità di usare l’olio non solo come lubrificante, ma anche come additivo della benzina.

A parer nostro la Ferrari ha patito più la direttiva TD 38-19 con la quale la FIA ha chiarito i limiti sull'uso dei liquidi dell'intercooler o dell'ERS in camera di combustione più che l’uso del flussometro “sfruttato” più o meno bene da tutti.

Si sappia, però, che nel serbatoio di una F1, oltre alle pompe di bassa e alta pressione c’è anche un “damper”: si tratta di un regolatore di pressione della benzina. E pare che quello possa essere stato lo strumento capace di erogare più o meno carburante nel flussometro se era opportunamente “pilotato”.

Si ricorderà che dopo il GP del Brasile erano state prelevate proprio parti dell’impianto di alimentazione di Ferrari, Haas (squadra cliente del Cavallino) e Red Bull, senza che sia emerso niente di anomalo nei controlli svolti al banco dalla Federazione.

E lecito chiedersi, quindi, se la lettera di Milton Keynes scritta alla FIA sia servita a rendere illegale la trovata (la Honda faceva fatica a far funzionare la soluzione perché metteva a rischio l’affidabilità del V6 Turbo giapponese), o a screditare la Ferrari che era finita nel mirino di Red Bull e Mercedes per le sue velocità monstre sui rettilinei?

A fronte di tutto questo i tecnici del Cavallino sarebbero stati degli “allocchi” nel cercare di fare i “furbi” all’ultimo GP, su una pista ostica alla propria monoposto, nel momento in cui erano sotto la lente della FIA che ha molto stretto le maglie delle interpretazioni normative sulle parti grigie del regolamento.

E, allora, cosa è successo? Mattia Binotto, team principal Ferrari, ancora prima del provvedimento dei commissari sportivi che è costato la pesante multa, ai giornalisti aveva dichiarato: “Non è la prima volta che abbiamo avuto questa verifica che ci è stata fatta almeno in altre dieci occasioni, ed è sempre stato tutto okay. In questa circostanza è stata trovata una discrepanza tra i due valori di peso che non capiamo”.

Intanto va ribadito che sulla Ferrari #16 il peso della benzina non ha superato i 110 kg che sono la capacità massima concessa dal regolamento, altrimenti sarebbe scattata una squalifica della Rossa. A Maranello hanno controllato tutte le procedure e non hanno trovato anomalie.

E quindi? C’è un mistero. I commissari sportivi hanno sanzionato la Ferrari perché il delegato tecnico della FIA, Jo Bauer, prima della gara aveva segnalato la macroscopica anomalia. Ma a nessuno è venuto il dubbio che l’errore non sia stato degli uomini della Scuderia, quanto nella modalità di verifica.

Il carburante, infatti, è stato prelevato dal serbatoio della SF90 una volta e poi reimmesso senza che ci sia stato il tempo di effettuare una contro-verifica che confermasse i chili registrati del commissario FIA, perché altrimenti Leclerc non si sarebbe schierato in tempo sulla griglia.

C’è stato un errore nell’autocertificazione della Ferrari o nella misurazione FIA svolta, fra l’altro, da un ex tecnico del Cavallino? Il documento del Consiglio Mondiale lascia pensare che il caso sia destinato a restare uno dei misteri della F1…

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Jo Bauer, FIA Technical Delegate

Jo Bauer, FIA Technical Delegate

Foto di: Sutton Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Erik Junius

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

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