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Analisi

Losail: il miglior metro di paragone per capire le lamentele di Quartararo

Dopo i festeggiamenti per il suo primo mondiale in MotoGP, Fabio Quartararo si è concentrato sul sottolineare la mancanza di velocità della Yamaha con cui proverà a difendere il titolo. Queste lamentele avranno un riscontro in Qatar, che mostrerà la realtà.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Foto di: MotoGP

Da quando è salito in moto nei primi test invernali a Jerez dopo l’ultima gara della stagione 2021 a Valencia, Fabio Quartararo ha sottolineato la mancanza di velocità di punta della sua M1, soprattutto incrociando i propri dati con quelli di Ducati. Con il passare delle settimane, El Diablo ha inasprito le sue dichiarazioni fino ad arrivare al punto di massima durezza nell’ultima giornata di test a Mandalika.

“È deludente che abbiamo impiegato tanto tempo a sviluppare il motore e non abbiamo nulla. Non capisco perché la media di velocità che perdiamo in ogni pista rispetto ai più rapidi sia sempre di 10 km/h. Non importa quanto sia lungo il rettilineo, non scendiamo sotto questa cifra”, ha affermato il campione del mondo in carica in Indonesia, dove la sua M1 è riuscita a raggiungere ‘solo’ i 305 km/h, 9.8 in meno rispetto alla Ducati di Johann Zarco. La Yamaha del francese è rimasta inchiodata alla 17esima posizione nella statistica delle velocità di punta. Ci sono state solo quattro moto più lente della sua: due di queste sono state le Yamaha di Morbidelli e Dovizioso, mentre quella di Darryn Binder, in specifica 2021, ha fatto 305 km/h come la sua.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Marco Bezzecchi, Team VR46

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Marco Bezzecchi, Team VR46

Photo by: MotoGP

Queste cifre evidenziano una chiara mancanza da parte della M1 del 2022 se si confronta con la concorrenza. Tuttavia, i buoni risultati non sono solo il frutto dei rettilinei, e se la veemenza delle dichiarazioni di Quartararo ha attirato l’attenzione è perché ha avuto un buon rendimento a Mandalika. Soprattutto nell’ultima giornata il francese ha completato 79 giri, diventando il terzo per numero di chilometri macinati. Quella domenica, il campione in carica ha chiuso con il secondo tempo assoluto, a soli 14 millesimi dal più rapido, Pol Espargaro, ed essendo uno dei piloti con maggiore costanza, secondo quanto riferiscono le analisi dei long run: è stato uno dei piloti che ha girato di più sul ritmo che sulla carta si dovrebbe avere per lottare per la vittoria il 20 marzo, giorno in cui si disputerà il Gran Premio dell’Indonesia.

Con tutti questi dati, è normale che ci sia chi considera un po’ spropositate le lamentele del campione del mondo in carica e cerca motivi che le giustifichino. È qui che diventa facile ricordare che il suo contratto con Yamaha scade alla fine di questa stagione e che entrambe le parti sono immerse nelle negoziazioni per il rinnovo. Oltre questo, bisogna considerare che il pilota di Nizza ha sempre chiarito che prima di firmare il rinnovo voleva salire sulla nuova M1 per poter valutare il lavoro fatto dagli ingegneri durante l’inverno. Il suo verdetto non ha lasciato spazio ai dubbi, affermando anche che il suo futuro è aperto, per quando le sue opportunità di andare in qualsiasi altro team siano scarse, sia per come si muove il mercato sia per le sue richieste economiche.

Arrivati a questo punto, è necessario trovare degli elementi che servano a collocare nel modo giusto le rivendicazioni di Quartararo. Nessun pilota si sente soddisfatto dalla velocità di punta che la moto che guida è in grado di offrire. In questo senso, non esiste scenario migliore di Losail per capire come funziona il metro di paragone di queste lamentele. In teoria, il tracciato è favorevole alla grande potenza di Ducati, con un rettilineo in cui qualsiasi moto con mancanza di velocità di punta non ha scampo. Tuttavia, le ultime due edizioni disputate lì, entrambe nel 2021, hanno visto vincere due Yamaha, prima quella di Vinales e poi quella di Quartararo.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Per un pilota è molto più facile notare la mancanza di velocità di punta della moto che porta piuttosto che sottolineare la guidabilità”, ha detto a Motorsport.com uno degli ingegneri con più esperienza nel paddock. “La velocità di punta resta scritta sulla carta e, che si voglia o meno, dà maggior forza alle rivendicazioni, perché tutti possono vederla”, ha aggiunto il responsabile tecnico di uno dei piloti ufficiali attuali.

Con tutte le riserve che merita sempre qualsiasi analisi del Gran Premio del Qatar – si corre in una condizione particolare, di notte e su una pista tendenzialmente sporca di sabbia del deserto e con forti raffiche di vento – il primo appuntamento di questo 2022 permetterà di farsi una piccola idea del livello di tutti e dell’impatto che avranno le otto Ducati, praticamente un terzo della griglia. La loro incredibile potenza complicherà un po’ di più il lavoro dei piloti delle altre marche, soprattutto in qualifica. In base a come si collocherà Quartararo, il problema che dovrà affrontare sarà come superare i rivali davanti, soprattutto se saranno piloti Ducati o Honda. In base a come andrà il suo weekend in Qatar, la durezza delle dichiarazioni che ha rilasciato nell’ultimo mese può restare tale e confermare che effettivamente Yamaha abbia un grande problema.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: MotoGP

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